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Dialetti e Tradizioni

 

 

 

Vittorio Civitillo

I nomi neutri

nel dialetto di Gioia Sannitica


 

 

1. Latino e dialetto.

 

Prima di entrare in argomento è bene precisare che il dialetto non è un'alterazione o una deformazione della lingua italiana perché le sue radici non affondano nella lingua di Dante ma in quella di Virgilio, il latino. In altre parole, non esiste prima la lingua italiana e poi il dialetto, ma esiste prima il latino e poi i vari dialetti, che da esso si sono progressivamente allontanati, con modalità ed esiti diversi nelle varie zone della nostra penisolai.

    Chi, nel dialetto di Gioia Sannitica, comune dell'alto Casertano, dice óvu, piru, córiu, tàuru, non storpia le parole italiane 'uovo', 'pero', 'cuoio', 'toro', ma continua ad usare, dopo due millenni, le parole latine ovu(m), piru(m), coriu(m), tauru(m)ii. Il poeta Virgilio o l'imperatore Augusto, qualora potessero tornare in vita, troverebbero del tutto corretti i suddetti termini dialettali, riconoscendone perfettamente il significato e la pronuncia. Ė normale, del resto, che lo studente che si avvicina per la prima volta a un classico latino - anche superficialmente e senza comprenderne il sensoiii - rimanga sorpreso, trovandovi un gran numero di parole quasi identiche, per suono e significato, a quelle usate in italiano e nel dialetto. Approfondendo l'analisi, si scopre che gli influssi del latino non si limitano alla fonetica e al lessico ma investono tutta la morfologia e la sintassi, determinando fenomeni a volte di grande interesse. Come non è possibile approfondire lo studio della nostra lingua nazionale - che deriva da uno dei tanti dialetti della penisola, il toscano - prescindendo dal latino, è quindi parimenti impensabile che si possa conoscere a fondo uno degli altri dialetti italiani senza fare riferimento all'antica lingua di Roma.

    Nelle pagine che seguono ci soffermeremo su una particolare eredità lasciata dal latino ai dialetti di una vasta zona dell'Italia meridionale, nella quale è compresa Gioia Sannitica.

    Si tratta della sopravvivenza del genere neutro per una ben determinata categoria di nomi, individuata da una particolare forma dell'articolo determinativoiv.

 

 


2. Il genere dei nomi.

 

Apparentemente nel dialetto di Gioia Sannitica ci sono solo nomi maschili e femminili, come in italiano; ma un'analisi più attenta rivela che qui i generi sono tre, perché vi è presente anche il neutrov, e questa è un'eredità del latinovi. Senza il riferimento a questa lingua non potremmo spiegarci, infatti, per quale motivo, per nomi che crediamo maschili, a volte - davanti a consonante - si usi l'articolo determinativo u (o ru): u canu, (oppure ru canu) 'il cane', altre volte lu: lu vinu 'il vino'; a volte - davanti a vocale - si usi gl' (= ł ): gl'annu (pronuncia gliànnu) 'l'anno', altre volte l': l'acìtu 'l'aceto'.

    Sono scelte che i parlanti effettuano in maniera spesso inconsapevolevii, e se è vero che nessuno direbbe lu canu (per analogia con lu vinu), oppure l'annu (per analogia con l'acìtu), oppure gl'acìtu (per analogia con gl'annu), è parimenti certo che la richiesta di spiegare perché alcune forme siano da considerare corrette ed altre no sarebbe accolta dai più con imbarazzati silenzi. Analogamente, chi dice u vinu non sa di commettere un "errore", mentre chi preferisce lu vinu difficilmente saprebbe motivare in maniera convincente la sua scelta, peraltro corretta. Ancora, a quanti è chiara la differenza tra u fócu e lu fócu, forme entrambe esatte, se usate in maniera appropriataviii?

    In realtà la situazione si presenta confusa solo se consideriamo maschili dei nomi che non lo sono, dando per scontato che anche nel dialetto tutti i nomi latini di genere neutro siano stati assorbiti dal maschile e dal femminile, come è avvenuto in generale nelle lingue neolatine. Nel dialetto di Gioia Sannitica, invece, ciò è vero solo in parte perché il neutro non è andato del tutto perduto ma si è conservato per un certo numero di terminiix che richiedono l'articolo determinativo lux. Dividendo i nomi apparentemente maschili in maschili e neutri si evidenzia la seguente regola grammaticale:

 

2.1 i nomi maschili richiedono

  • l'articolo u (oppure ru) davanti a consonante (es. u canu, oppure ru canu, 'il cane'; u ziu, oppure ru ziu, 'lo zio'),

  • l'articolo gl' davanti a vocale (es. gl'annu 'l'anno');

 

2.2 i nomi neutri richiedono

  • l'articolo lu, (l’) (es. lu vinu 'il vino', l'acìtu 'l'aceto).

Siccome il genere dei nomi è strettamente correlato all'uso dell'articolo, è indispensabile, a questo punto, tracciare una breve storia di questa parte del discorso.

 

 


3. L'articolo in italiano.

 

3.1 L'articolo determinativo. Il latino non conosceva l'uso dell'articolo. Nell'espressione lupus est in silva, ad esempio, la parola lupus significava, in maniera indeterminata, il lupo, oppure un lupo. Il latino che è giunto fino a noi attraverso i classici è tuttavia quello utilizzato nell'antica Roma dalle persone colte, soprattutto quando scrivevano. Nel latino parlato dal popolo, il sermo vulgaris, invece, per specificare meglio il sostantivo, veniva usato il pronome aggettivale ille - illaxi. L'espressione ille lupus indicava quindi 'quel lupo', distinto da altri lupi; illa rosa indicava 'quella rosa', e così via. Gradualmente l'uso divenne sempre più generalizzato e intorno al VI sec. d. C. l'antico valore dimostrativo di ille - illaxii si era esaurito ed era nato l'articolo determinativo italiano, attraverso modificazioni che possono essere schematizzate come segue:

 

Latino > Volgare

Italiano

ille lupus

quel lupo

> il(le)

lupu(s)

> il

lupo

illum stultum

quello stolto

> (il)lu(m)

stultu(m)

> lo

stolto

illa rosa

quella rosa

> (il)la

rosa

> la

rosa

illi lupi

quei lupi

> i(lli)

lupi

> i

lupi

illi stulti

quegli stolti

> (il)li

stulti

> gli

stolti

illae rosae

quelle rose

> (il)lae

rosae

> le

rose


 

3.2 L'articolo indeterminativo. L'articolo indeterminativo deriva dall'aggettivo numerale unus - una, che in latino significava 'uno solo', 'uno' di numero. L'uso con il valore dell'indeterminativo, attestato già in Plauto, si diffuse soprattutto presso gli ambienti popolari (in parallelo con ille - illa usato con valore determinativo) e con il tempo unus - una perse il valore originario di aggettivo dando luogo, intorno al X sec. d. C., all'articolo indeterminativo un, una. La stessa origine hanno le forme dialettali nu e na.

 


 

4. L'articolo nei dialetti meridionali.


 

Da ille - illa derivano anche gli articoli determinativi dei vari dialetti italiani, con esiti e varianti diversi da regione a regione. Nell'Italia meridionale le forme dell'articolo determinativo sono lu, lo, la, li, le. In molte parti la consonante iniziale è caduta - come nel portoghese - dando luogo alle seguenti variantixiii:

 

Latino

Art. det. nei dialetti meridionali

Esempi

Italiano

(il)lu(m)

> lu

> u

gioiese

u canu

il cane

(il)lu(m)

> lo

> o

napoletano

o solë

il sole

(il)la

> la

> a

calabrese

a manu

la mano

(il)li

> li

> i

gioiese

i figli

i figli

(il)lae

> le

> e

calabrese

e scarpë

le scarpe



 

5. L'articolo nel dialetto di Gioia Sannitica.

 

Articolo determinativo

Singolare

Genere

Dialetto

Italiano

Maschile

u, (ru)

gl'

il, lo

l'

Femminile

a

l'

la

l'

Neutro

lu, (l')

manca

Plurale

Genere

Dialetto

Italiano

Maschile

i, (ri)

gl'

i, gli

gli

Femminile

, (l'), e

le


 

 

Articolo indeterminativo

Genere

Dialetto

Italiano

Maschile

nu

n'

un, uno

un

Femminile

na, ( n')

una, (un')

 


 

6. L'articolo determinativo maschile.

 

6.1 Singolare. Nel dialetto di Gioia Sannitica davanti a parole maschili che cominciano per consonante o semiconsonante si usa l'articolo determinativo u (oppure ruxiv). Non esiste una forma dell'articolo specifica per parole che cominciano per s impura o zxv. Si dice, quindi, u fratu, u ziu, u špècchiu (oppure ru fratu, ru ziu, ru špècchiu), contro l'italiano 'il fratello', 'lo zio', 'lo specchio'.

     Agli articoli italiani il, lo corrisponde pertanto l'unica forma u (oppure ru).

    Davanti a parole maschili che cominciano per vocale si usa l'articolo determinativo gl'xvi, che corrisponde alla forma elisa l' dell'articolo italiano lo.

 

L'ARTICOLO DETERMINATIVO

Maschile - Singolare

Latino

Dialetto: u, (ru)

Italiano: il

frater, tris, m.

iugum, i, n.

mundus, i, m.

bos, bovis, m. e f

u

u

u

u

fratu

iuvu

munnu

vòvu

il

il

il

il

fratello

giogo

mondo

bue

Latino

Dialetto: u, (ru)

Italiano: lo

instrumentum, i, n.

speculum, i, n.

sponsus, i, m.

socculus,i, m..

u

u

u

u

štrumèntu

špècchiu

špósu

zócculu

lo

lo

lo

lo

strumento

specchio

sposo

zoccolo

Latino

Dialetto: gl'

Italiano: l'

astur, uris, m.

hastile, is, n.

homo, hominis, m.

hortus, i, m.

gl'

gl'

gl'

gl'

aštóru

aštilu

òmu

órtu

l'

l'

l'

l'

astore

astile

uomo

orto

N.B. In questa e nelle successive tabelle vengono riportati i termini latini di riferimento per ribadire il concetto - espresso in apertura - dello stretto rapporto tra latino e dialetto.


 

6.2 Plurale. Davanti a parole maschili comincianti per consonante o semiconsonantexvii si usa l'articolo i (oppure rixviii). Nemmeno per il plurale esiste, in dialetto, una forma specifica dell'articolo determinativo per parole che cominciano per s impura e z. Si dice, quindi, i cani, i zii, i špècchi, contro l'italiano 'i cani', 'gli zii', 'gli specchi'.

    Agli articoli italiani i, gli corrisponde pertanto l'unica forma i (oppure ri).

    Davanti a parole maschili che cominciano per vocale si usa l'articolo gl'xix.

 

L'ARTICOLO DETERMINATIVO

Maschile - Plurale

Latino

Dialetto: i, (ri)

Italiano: i

cicer, ciceris, n.

iuncus, i, m.

rubus, i, m.

sambucus, i, m.

i

i

i

i

cicëri

iunci

ruvi

sammuci

i

i

i

i

ceci

giunchi

rovi

sambuchi

Latino

Dialetto: i, (ri)

Italiano: gli

scannum, i, n.

speculum, i, n.

da stagnum, i, n.

instrumentum, i, n.

i

i

i

i

šcanni

špècchi

štagnari

štruménti

gli

gli

gli

gli

scanni

specchi

stagnai

strumenti (atti notarili)

Latino

Dialetto: gl'

Italiano: gli

agnus, i, m.

aratrum, i, m.

arcus, i, m.

ilex, ilicis, f.

gl'

gl'

gl'

gl'

aini

arati

archi

ìuci

gli

gli

gli

gli

agnelli

aratri

archi

elci

 


 

7. L'articolo determinativo femminile.


 

7.1 Singolare. Le forme dell'articolo determinativo femminile sono a, davanti a parole comincianti con consonante o semiconsonante, l' davanti a parole comincianti per vocale.

 

L'ARTICOLO DETERMINATIVO

Femminile - Singolare

Latino

Dialetto: a

Italiano: la

cerasum, i, f.

iuvenca, ae, f.

mola, ae, f

amorca, ae, f.

a

a

a

a

ciràsa

iènca

mòla

mòrca

la

la

la

la

ciliegia

giovenca

macina

morchia

Latino

Dialetto: l'

Italiano: l'

agna, ae, f.

area, ae, f.

unguis, is, m

uva, ae, f.

l'

l'

l'

l'

àina

aria

ógna

uva

l'

l'

l'

l'

agnella

aia

unghia

uva


 

7.2 Plurale. Le forme dell'articolo determinativo femminile sono xx oppure exxi. Davanti a vocale si usa la forma elisa l'.

 

L'ARTICOLO DETERMINATIVO

Femminile - Plurale

Latino

Dialetto: lë, e

Italiano: le

genesta, ae, f.

mulier, mulieris, f.

persicum, i, n.

iuvenca, ae, f.

lë, e

lë, e

lë, e

lë, e

inéštrë

muglièrë

pèrzëchë

jènchë

le

le

le

le

ginestre

mogli

pè sche

giovenche

Latino

Dialetto: l'

Italiano: le

auricula, ae, f.

herba, ae, f.

os, ossis, n.

undecim, indecl.

l'

l'

l'

l'

aurécchië

erëvë

òssë

unëci

le

le

le

le

orecchie

erbe

ossa

undici

 


 

8. L'articolo indeterminativo.


 

8.1 Maschile. L'articolo indeterminativo maschile è nu, eliso (n’) davanti a vocale. Manca - come per l'articolo determinativo - una forma specifica per parole che cominciano per s impura o z, corrispondente all'italiano 'uno'. Si dice, quindi, nu canu, nu ziu, nu šposu, contro l'italiano 'un cane', 'uno zio', 'uno sposo'.

    Agli articoli italiani un, uno corrisponde quindi, in dialetto, l'unica forma nu (elisa n’).

 

L'ARTICOLO INDETERMINATIVO

Maschile

Latino

Dialetto: nu

Italiano: un

cattus, i, m.

iocum, i, m.

pilus, i, m.

somnus, i, m.

nu

nu

nu

nu

iattu

iócu

pilu

sónnu

un

un

un

un

gatto

gioco

pelo

sonno

Latino

Dialetto: nu

Italiano: uno

stolidus, a, um

spiritus, i, m.

stomachus, i, m.

Arabo zir

nu

nu

nu

nu

štòrdu

špirdu

štòmmucu

ziru

uno

uno

uno

uno

stolido

spirito

stomaco

ziro, bidone per l'olio

Latino

Dialetto: n'

Italiano: un

anulus, i, m.

annus, i, m.

octo, indecl.

ursus, i, m.

n'

n'

n'

n'

anégliu

annu

òttu

ursu

un

un

un

un

anello

anno

otto

orso

 

 

8.2 Femminile. L'articolo indeterminativo femminile è na, eliso ( n') davanti a parole che cominciano per vocale.

 

L'ARTICOLO INDETERMINATIVO

Femminile

Latino

Dialetto: na

Italiano: una

femina, ae, f.

porca, ae, f.

soror, sororis, f.

buris,is, f.

na

na

na

na

femmëna

pòrca

sòra

ura

una

una

una

una

donna

pòrcaxxii

sorella

bure

Latino

Dialetto: n'

Italiano: un'

anima, ae, f.

area, ae, f.

oliva, ae, f.

hostia, ae, f.

n'

n'

n'

n'

anima

aria

auliva

ostia

un'

un'

un'

un'

anima

aia

oliva

ostia



 

9. L'articolo determinativo neutro lu.


In una vasta area dell'Italia meridionale, che va dall'Umbria meridionale e le Marche meridionali fino alla zona di Napoli, Bari, Matera, hanno avuto esito tutti e tre i generi del dimostrativo latino ille - illa - illud.

    Oltre alla distinzione ille lupus, illa rosa, qui si è conservata anche la distinzione illud vinum, per i nomi neutri, attestata da una forma di articolo diversa da quella del maschile. In quest'areaxxiii «s'è sviluppata per i concetti collettivi esprimenti prodotto o sostanza (esclusi quelli di genere femminile), che non hanno plurale, una particolare forma di articolo, nettamente distinta da quella del maschile. Non sono soltanto gli antichi neutri latini (vinum, sale, mel, lac, lardum, serum, ferrum ecc.) che richiedono l'articolo 'neutro', ma anche parecchi antichi maschili (panis, caseus, piscis, sanguis)xxiv».

    Nel dialetto di Gioia Sannitica la forma dell'articolo determinativo neutro è lu, eliso (l') davanti a vocalexxv.


 

 

10. Nomi neutri in dialetto.

 

Sono di genere neutro in dialetto, e quindi richiedono l'articolo lu, (l'):

 

10.1 nomi di prodotto o sostanza, sul tipo di quelli già indicati: lu vinu, lu salu, lu mèlu, lu lattu, lu lardu, lu séru, lu férru, lu panu, lu casu, lu sangu, l'ógliu, l'acituxxvi ecc.;

 

10.2 aggettivi sostantivatixxvii che esprimono concetti astratti: lu bónu 'il bene', lu malu 'il male', lu bèllu 'il bello', lu bruttu 'il brutto'; che indicano colori: lu niru, 'il nero', lu russu 'il rosso'; che indicano sensazioni di caldo, freddo o dati climatici: lu cauru 'il caldo', lu friddu 'il freddo', lu frišcu 'la frescura'; che indicano il nome di dialetti o lingue: lu giuiésu, lu faicchianu, lu latinu, lu francésu; ecc.

 

10.3 pronomi possessivi che indicano beni di proprietà: es. lu miu 'il mio', lu tóvu 'il tuo', lu sovu 'il suo', lu nóštru 'il nostro'; lu vóštru 'il vostro'xxviii;

 

10.4 verbi sostantivatixxix: lu magnà 'il mangiare', lu véve 'il bere', ecc.


 

 

11. Derivazione latina dei nomi neutri.

 

11.1 Nomi derivanti da neutri latinixxx.

 

Neutri in latino

Neutri in dialetto

Maschili in italiano

acetum, i, n

argentum, i, n.

butyrum, i, n.

*caementum, i, n.

plumbum, i, n.

corium, ii, n. (e m. corius, ii)

ficatum, i, n.

fel, felis, n.

fenum, i, n.

ferrum, i, n.

gypsum, i, n.

lardum, i , n.

lac, lactis, n.

lignamen, minis, n.

mel, mellis, n.

mustum, i, n.

oleum, i, n.

hordeum, i, n.

aurum, i, n.

pascuum, i, n.

piper, piperis, n.

pratum, i, n.

coagulum, i, n.

granum, i, n.

decoctum, i, n.

origanum (-on, -us), i, n.,m.

serum, i, n.

sebum, i, n.

stagnum, i, n.

*tabacum, i, n.

toxicum, i, n.

trifolium, ii, n.

venenum, i, n.

vinum, i, n.

viscum, i, n.

*zyncum, i, n.

saccharum, i, n.

sulphur, uris, n.

l'

l'

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

l'

lu

l'

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

acitu

argèntu

burru

cimèntu

chiummu

córiu

féchëtu

fèlu

fénu

férru

géssu

lardu

lattu

lignamu

mèlu

muštu

ógliu

óriu

òru

pašcónu

pépu

pratu

quagliu

ranu

rëcòttu

réulu (régunu)

séru

sivu

štagnu

tabbaccu

tóssucu

trëfógliu

vëlénu

vinu

višcu

zincu

zuccuru

zulfu

l'

l'

il

il

il

il

il

il

il

il

il

il

il

il

il

il

l'

l'

l'

il

il

il

il

il

il

l'

il

il

lo

il

il

il

il

il

il

lo

lo

lo

aceto

argento

burro

cemento

piombo

cuoio

fegato

fiele

fieno

ferro

gesso

lardo

latte

legno, legname

miele

mosto

olio

orzo

oro

foraggio

pepe

prato (foraggio)

caglio

grano

decotto

origano

siero

sego

stagno

tabacco

veleno

trifoglio

veleno

vino

visco

zinco

zucchero

zolfo



 

11.2 Nomi derivanti da maschili latini.

 

Maschili in latino

Neutri in dialetto

Maschili in italiano

caseus, i, m.

calor, is, m.

focus, i, m.

limus, i, m.

panis, is, m

lapillus, i, m.

sal, is, m. e n.

sanguis, is, m.

sapo, onis, m.

sol, solis, m.

sucus, i, m.

thynnus, i, m.

tofu, i, m.

succus, is, m.

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

casu

calóru

fócu

limu

panu

rapigliu

salu

sangu

sapónu

sólu

sugu

tónnu

tufu

zucu

il

il

il

il

il

il

il

il

il

il

il

il

il

il

cacio

calore

fuoco

limo

pane

lapillo, pozzolana

sale

sangue

sapone

sole

sugo

tonno

tufo

succo



 

11.3 Nomi derivanti da femminili latini.

 

Femminili in latino

Neutri in dialetto

Maschili in italiano

laurus, i, f.

lu

lauru

l'

alloro

 


 

11.4 Nomi neutri derivanti da aggettivi latini sostantivati.

 

Agg. sost. neutri in latino

Neutri in dialetto

Maschili in italiano

exuctum, i, n.

calidum, i, n.

clarum, i, n.

frigidum, i, n.

nigrum, i, n.

politum, i, n.

crassum, i, n.

russum, i, n.

(ob)scurum, i, n.

spurcum, i, n.

umidum, i, n.

l'

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

lu

l'

assuttu

cauru

chiaru

friddu

niru

pulitu

rassu

russu

šcuru

špórcu

ùmmuru

l'

il

il

il

il

il

il

il

lo

lo

l'

asciutto

caldo

chiaro

freddo

nero

pulito

letame

rosso

scuro

sporco

umido

 


 

12. Nomi neutri di altra derivazione.


L'articolo lu non è richiesto solo dai termini che risalgono al latino ma - per analogia - anche da parole prese da altre lingue, sia antiche che moderne; così pure dai termini scientifici di nuova creazione, indicanti sostanze scoperte in epoca recente, qualora vengano dialettizzati.

 

12.1 Nomi neutri di origine non latina: lu bròru, lu cafè, lu cuttónu, lu tè, lu turrónu, lu trinciàtu, lu frišcu, lu giallu, lu jancuxxxi , ecc.;

 

12.2 Nomi neutri di origine scientifica dialettizzati: l'azòtu, lu bariu, lu calciu, lu carbòniu, lu clòru, lu fluóru, l'idrògënu, lu magnèsiu, lu murcuriu, lu nèon, l'ussigënu, lu platinu, lu plutòniu, lu putassiu, lu radiu, lu siliciu, lu sòdiu, lu titaniu, l'uraniuxxxii, ecc.


 

 

13. Nomi sia neutri che maschili.

 

Alcuni nomi - infine - possono essere usati sia come neutri che come maschili, in relazione al significato che assumono nel contesto della frase. A differenza dei neutri, i maschili ammettono sia il plurale che l'articolo indeterminativo. Riportiamo alcuni esempi.

 

Neutro - Singolare

Maschile - Singolare / Plurale

lu

lu férru pesa

il ferro è pesante”

u / i

u férru r'a lumbrella

la stecca dell'ombrello”

plurale: i férri r'a lumbrella

lu

lu giuiésu

il (dialetto) gioiese”

u / i

u giuiésu

il (cittadino) gioiese”

plurale: i giuèsi (antico: giuisi)

lu

lu prusuttu è bónu

il prosciutto è buono”

nu

nu prusuttu appisu

un prosciutto appeso”

 

    Nella frase lu férru pésa 'il ferro è pesante' - ad esempio - lu férru, neutro, è inteso come sostanza; nella frase: i férri r'u falignamu “i ferri del falegname”, i férri, al maschile, sta invece per 'attrezzi'.

    Ancora: lu prusuttu, neutro, indica la sostanza alimentare ed ha solo il singolare mentre u prusuttu (pl. i prusutti / lë prësóttë) - oppure, indeterminato, nu prusuttu) - indica la coscia del maiale essiccata e salata, ma anche - in senso anatomico - la natica, l'anca (më fa malë rént'u prusuttu “mi duole l'anca”).

    Nel dialetto di Gioia Sannitica abbiamo riscontrato anche un termine neutro derivante da un femminile latino: lu lauru 'l'alloro' (dal latino laurus, i, f.) col significato sia di sostanza usata per aromatizzare alimenti che di pianta di alloro.



 

14. Importanza del dialetto.


Terminiamo questo primo approccio con il dialetto di Gioia Sannitica con alcune considerazioni di carattere generale. Nel passato il dialetto era sufficiente per rappresentare tutti gli aspetti della vita di una comunità, per esprimere i sentimenti, i bisogni, le aspirazioni di gente semplice, che in maggioranza non sapeva né leggere né scrivere e aveva scarsi contatti con il mondo esterno.

    Più tardi, quando i rapporti con altre comunità sono diventati più frequenti e si sono moltiplicati gli interessi culturali, si è sentito il bisogno di una lingua di comunicazione comune, che fosse compresa in ogni angolo della penisola. Al dialetto si è allora affiancata la lingua nazionale, appresa prima a scuola, dai libri, dai giornali, poi anche attraverso la radio, il cinema, la televisione.

    Oggi, in un mondo diventato villaggio globale, anche la lingua nazionale comincia a risultare insufficiente e si sente il bisogno di un mezzo di comunicazione che abbia caratteri di sovranazionalità, per consentire rapporti a livello planetario. Questo ruolo è stato assunto dall'inglese mentre nel passato, per oltre mille anni, lingua internazionale e della cultura è stata in Europa il latino.

    In questa prospettiva, i dialetti hanno ancora un ruolo? Ha senso continuare ad usarli e, addirittura, studiarli? Crediamo di sì. L'apprendimento di una lingua sovranazionale non significa che noi italiani abbandoneremo la nostra lingua, né che altri popoli abbandoneranno la loro. Le individualità nazionali, regionali, locali andranno invece, per quanto possibile, salvaguardate, per evitare una omologazione che si risolverebbe in un impoverimento culturale generale.

    I dialetti rappresentano una parte non piccola di queste individualità. Studiarli e ricostruirne la storia equivale a studiare e ricostruire un frammento del passato ancora vivo nel nostro presente.


 

© VITTORIO CIVITILLO


 

Bibliografia essenziale


 

Gerhard Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, 3 voll., Torino, 1968

Gerhard Rohlfs, Studi e ricerche su lingua e dialetti d'Italia, Firenze, 1972

C.Grassi - A.A.Sobrero - T.Telmon, Fondamenti di dialettologia italiana, Bari, 1997

E.T.Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino, 1985

Giacomo Devoto, Dizionario etimologico, Firenze, 1968

Salvatore Battaglia, La formazione dell'italiano, Napoli, 1967

Salvatore Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, Torino, 1986


 


 

Note


 

i Geograficamente, i dialetti italiani sono divisi, dalla linea ideale La Spezia-Rimini, in settentrionali (gallo-italici e veneti) e centro-meridionali (toscani, centrali, meridionali). Per una analisi dettagliata, v. Gerhard Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, 3 voll., Torino, 1968.

ii Accusativi, rispettivamente, di ovum, i; pirus i; corium, ii, taurus, i. Le parole neolatine ricalcano generalmente il caso accusativo, nel quale la -m finale, già in eopoca classica, non si sentiva nella pronuncia.

iii Questa è una conquista che richiede anni di studio: nonostante le somiglianze lessicali e fonetiche il latino ha una struttura talmente diversa da quella dell'italiano da renderne l'apprendimento difficile come quello di una lingua straniera.

iv "Un altro importante confine dialettale è quello che divide l'Italia centrale dai dialetti del Mezzogiorno… sorpassata una linea che si può tirare da Ancona, passando per Rieti, ai colli Albani sotto Roma, entriamo in una zona di più antica romanità… Qui solo sopravvive il neutro latino…". G.Rohlfs, Studi e ricerche su lingua e dialetti d'Italia, Firenze, 1972.

v Sono neutri, in vari dialetti meridionali, nomi collettivi indicanti prodotto o sostanza che erano neutri in latino, ma anche molti che in questa lingua erano maschili. Cfr. Rohlfs, GLI, cit., § 419. "La persistenza del neutro è dovuta da un lato allo sfruttamento dell'opposizione tra singolativo e collettivo, dall'altro alla volontà di distinzione tra concreto ed astratto". C.Grassi - A.A.Sobrero - T.Telmon, Fondamenti di dialettologia italiana, Bari, 1997.

vi Nel IV sec. a. C. nel territorio in cui sorge Gioia Sannitica (alle falde del Massiccio del Matese, a pochi chilometri dalle antiche Telesia e Allifae) si parlava la lingua osca. Il latino vi si impone gradualmente, a seguito delle vittorie dei Romani nelle guerre sannitiche (343-290 a.C.) e della conseguente romanizzione delle terre conquistate. Telesia fu inclusa dai Romani nella tribù Falerna, Allifae nella tribù Teretina. v. E.T.Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino, 1985. Recentemente (1999) è venuta alla luce a Gioia Sannitica un'epigrafe recante i nomi di due personaggi, Vario e il figlio Marco, appartenenti alla tribù Falerna (FAL).

vii In mancanza di regole grammaticali scritte, di vocabolari o di una tradizione letteraria che serva da modello, i dialetti non conoscono la standardizzazione delle lingue ufficiali; non hanno quindi regole fisse ma sono soggetti a continue modificazioni che ne hanno determinato una estrema frammentazione. Il fenomeno non è limitato ai grandi agglomerati o ad aree geografiche particolarmente estese ma si riscontra anche in piccoli centri. A Gioia Sannitica già nell'uso degli articoli determinativi si riscontrano notevoli differenze tra le varie zone del comune. "Una parlata viva, fosse anche la più modesta, non è nulla di compatto e non è identica per tutti i parlanti che la usano". Grassi - Sobrero - Telmon, op. cit.

viii Si dice lu vinu perché i nomi di prodotto o sostanza sono neutri. Il dialetto di Gioia Sannitica distingue il maschile u focu (concreto) dal neutro lu focu (astratto). Es. u focu s'ha štutatu 'il fuoco si è spento', in opposizione a lu focu 'e l'infernu 'il fuoco dell'inferno'.

ix Vedi nota n.5. Per un repertorio di nomi dialettali neutri v. § 10 del presente lavoro.

x L'articolo neutro lu, nel dialetto di Gioia Sannitica, deriva dal neutro latino ILLUD. Oggi, soprattutto fra i giovani, l'uso di lu va scomparendo, a favore della forma maschile u. Il genere grammaticale neutro (che viene identificato proprio dall'articolo) sembra quindi in via di estinzione anche in dialetto, analogamente - e sia pure in ritardo - a quanto è avvenuto nelle lingue neolatine in generale. Si noti che, mentre ai nomi neutri spesso viene attribuito l'articolo maschile, non avviene mai il contrario: lu viene attribuito sempre a nomi neutri, mai a maschili, a conferma della sua specificità.

xi Salvatore Battaglia, La formazione dell'italiano, Napoli 1967.

xii Nei dialetti dell'area geografica citata alla nota n. 4 dà esiti anche il neutro illud (da ille - illa - illud).

xiii In altre zone la l dell'articolo si è palatizzata: gliu, glio, ju, jo, glie, gli, ji. Rohlfs, GLI, op. cit., § 418, pagg. 106-108..

xiv Da non confondere con r'u (de ud'ur'u), corrispondente alle preposizioni articolate italiane 'del', 'dello': es. a casa r'u nonnu 'la casa del nonno', a casa r'u ziu 'la casa dello zio' (femm. r'a: a casa r'a nonna, a casa r'a zia). Le forme ru, ra, ri, re dell'articolo - derivate anch'esse da ille - illa (attraverso ll > r ) - sono presenti in vari dialetti meridionali. Cfr. Rohlfs (GLI cit. § 420: Forme sporadiche dell'articolo nell'Italia meridionale). Nella Calabria settentrionale l'articolo suona ru, ra, ri, re nella preposizione articolata: u munnu 'il mondo', ma a ru munnu 'al mondo', a ra casa 'a casa'. Gallo (prov. Caserta): ru kuanë, 'il cane', ri chiuovë, 'i chiodi' (oppure rë kuanë, rë chiuovë); ma gl'uortë 'l'orto'. A Trevico (prov. Avellino) ri è femminile plurale: ri llèvina 'le legna', r'ova 'le uova'.

xv Davanti a gn si usa, regolarmente, u: es. u gnurantu 'l'ignorante'. Le parole italiane dialettizzate rientrano nella regola generale: 'lo psicologo' diventa u psicolugu; 'lo gnocco' (in dialetto cavatu, cavatégliu) diventa u gnoccu. ecc.

xvi Da pronunciare con suono palatale, come 'gl' di 'egli' o di 'foglia'. Es. gl'annu (pronuncia gliànnu), 'l'anno', gl'omu (pronuncia gliòmu), 'l'uomo'.

xvii Le vocali i ed u davanti ad altra vocale a volte hanno valore di consonante. Si noti la differenza di pronuncia e di articolo tra i jénchi 'i giovenchi', e gl'ìuci 'gli elci' (latino iuvencus,i, m. e ilex, ilicis, f.).

xviii Da non confondere con r'i (de id'ir'i), corrispondente alle preposizioni articolate italiane 'dei', 'degli': es. a casa r'i nonni 'la casa dei nonni', a casa r'i zii 'la casa degli zii'.

xix Da pronunciare con suono palatale, come il singolare (v. nota n. 16). Es. sing. gl'ainu, pl. gl'aini (pronuncia gliàinu, gliàini), 'l'agnello', 'gli agnelli'.

xx Dalla forma le, con ammutimento della vocale ( le ). Forma variamente diffusa in Valle d'Aosta, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata.

xxi Da le (come a da la) per caduta della consonante. Forma diffusa in Liguria e in singoli punti del Veneto, delle Marche, del Lazio, della Campania.

xxii Striscia di terreno sopraelevata tra due solchi paralleli. Pascoli: "Nelle porche uguali, / come un velluto verdicava il grano". D'Annunzio: "Il grano involandosi dal pugno … cadeva su le porche umide ugualmente ripartito". Salvatore Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana, Torino, 1986. Nel significato di femmina del maiale sia in italiano che in dialetto è più comune 'scrofa', dal latino scrofa, ae, f.

xxiii Citiamo da G. Rohlfs, GLI, cit., § 419, pag. 109.

xxiv Il Rohlfs peraltro nota (GLI, cit., § 419, pag. 109) che pane e sanguen sono attestati in latino anche come neutri, il primo in Plauto, il secondo in Ennio. Per un quadro delle forme assunte dall'articolo neutro nell'area interessata al fenomeno, riportiamo alcuni degli esempi raccolti dallo studioso tedesco. A S.Felice Circeo si usa l'art. ju per il maschile (ju canë), lu per il neutro (lu melë, lu lattë, lu lardë, lu panë). A Gallo (Caserta), l'articolo maschile è ru o gl', l'articolo neutro è lë (lë casë, lë pepë, lë lattë). A Nemi (Roma), l'articolo maschile è u (u jóvitu 'il gomito'), il neutro o (o mèle, o latte, o casu, o granu, o pépe). A Norcia, il maschile è ru: ru cane; il neutro è lo: lo mele. Nell'antico campano, nell'antico aquilano, a Rieti, a Servigliano (AP), lu è maschile, lo è neutro. Nelle Marche meridionali, lu, ru sono maschili, lo, ro neutri. In molte zone, invece, il neutro è "riconoscibile nella forma speciale dell'articolo illud, il quale produce la geminazione della consonante iniziale: lo llatte, lo mmèle, lo ssale, lo bbino…contro i maschili: lo cane, lo patre, lo frate, lo lupo (da illum)". G.Rohlfs, Studi e ricerche…op. cit. I, pag. 28

xxv In due comuni confinanti con Gioia Sannitica (Cusano Mutri e Faicchio) le forme dell'articolo neutro sono u davanti a consonante, l' davanti a vocale; le forme del maschile sono i davanti a consonante, gl' davanti a vocale. Cusano, neutro: u vinë 'il vino', l'acitë 'l'aceto'; maschile: i cuanë 'il cane', gl'ócchië 'l'occhio'. Faicchio, neutro: u vinu, 'il vino', l'ógliu 'l'olio'; maschile: i canu 'il cane', gl'ócchiu 'l'occhio'.

xxvi Nel dialetto di G.S. il collettivo piscis 'il pesce' (come sostanza alimentare) viene invece reso con il maschile plurale: i pisci.

xxvii Neutri in latino, perché si ottengono dal neutro dell'aggettivo: dall'agg. bonus, bona, bonum deriva bonum, i, n. 'il bene, ciò che è buono'; da malus, mala, malum deriva malum, i, 'il male'; da niger, nigra, nigrum deriva nigrum, i, n. 'il nero'; da frigidus, frigida, frigidum deriva frigidum, i, n. 'il freddo', ecc.

xxviii Invece si userà u per il maschile: es. u miu, se è sottinteso, ad es., u canu; a per il femminile: es. a mia, se è sottinteso, ad es., a casa, ecc. "Il pronome possessivo, in fondo, non è altro che un aggettivo possessivo sostantivato; e la prova è che esso richiede sempre davanti a sé l'articolo determinativo; ed è risaputo che l'articolo è il segno del nome e non del pronome", Fernando Palazzi, Novissima grammatica italiana, Milano - Messina, 1962. Nel dialetto di Gioia Sannitica lu è anche forma pronominale neutra, corrispondente al pronome italiano 'lo': es. lu sacciu 'lo so', lu tengu 'ce l'ho', riccéllu 'diglielo'. I pronomi confermano la presenza, nel dialetto di Gioia Sannitica, dei tre generi grammaticali. Infatti, si usa il pronome personale u se ci riferisce a nome maschile: (fràtumu) u salutu rimàni '(mio fratello) lo saluto domani'; a se ci si riferisce a nome femminile: (sòrëma) a salutu rimani '(mia sorella) la saluto domani'; lu se ci si riferisce a nome neutro: (chestu) lu sapévu '(questo) lo sapevo'. Come l'articolo determinativo, anche i pronomi u, a, lu derivano dal pronome aggettivale ille, illa, illud: es. maschile illum video, u véru ('vedo lui'); femminile illam video, a veru ('vedo lei'); neutro illud video, lu veru ('vedo ciò'). E ancora: pigliatìgliu, pigliatélla, pigliatéllu. Oppure, latino istum, istam, istud: dialetto chistu, chesta, chestu ('questo', 'questa', 'ciò') e chissu, chessa, chessu ('codesto', 'codesta', 'codesta cosa'); latino illum, illam, illud: dialetto chigliu, chella, chellu (quello, quella, quella cosa).

xxix Neutri anch'essi in latino. Es. legere est pulchrum 'il leggere è bello'.

xxx Nelle tabelle sono inclusi nomi la cui derivazione dal latino si percepisce a colpo d'occhio. Di molti altri (derivanti da altre lingue, oppure ancora dal latino, ma in modo meno evidente) diamo solo l'elenco: lu mugliuriniu 'il miglio', lu randiniu 'il granturco', lu cannulu 'la canapa', lu réulu 'l'origano, lu štrattu 'il concentrato di pomodoro', lu suffrittu 'il soffritto', lu crìsciutu 'il lievito' lu pruvulonu 'il provolone, lu frišcu 'la frescura', lu 'mbusu 'il bagnato', lu lurciu 'la sporcizia', lu suruntu 'l'unto', lu largu 'spazio aperto', lu štrittu 'spazio stretto', ecc.

xxxi Franco brodh 'brodo'; turco kavhe 'caffè'; arabo qutum 'cotone'; francese thé 'tè'; spagnolo turrón 'torrone'; franc. ant. trenchier 'trinciato'; longobardo frisk 'fresco, frescura'; franc. antico jalne 'giallo'; germ. blank 'bianco', ecc.

xxxii Dal fr. azote, abbr. del gr. azotikós 'non produttore di vita'; fr. baryum (XIX sec.), der. del gr. barýs 'pesante'; lat.*calcium, ii, n.; lat. carbo, -onis con suff. -io; fr. chlore (XIX sec.), dal gr. khlorós 'verdastro'; ecc.

 

 

 

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