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Le altre Iliadi

Oltre al racconto insuperabile di Omero, altri testi di straordinario interesse hanno descritto la vicenda di Troia

 

 

Le nozze di Peleo e Teti

Francesco Chiappinelli

 

Soltanto Ditti Cretese, tra gli autori tardolatini e medievali che si occupano di Troia, si interessa al mito delle nozze tra Peleo e Teti. Ne parla nei Ritorni degli eroi greci : Assandro, un amico fedele di Peleo, racconta ai messi di Neottolemo questa antica storia, ma non esiste più nulla del vecchio mito, che diviene un evento del tutto umano, come farebbe il naturalista Evemero. Teti è la figlia di Chirone, che non è più un centauro e si fa chiamare Nereo, e gli invitati prendono i nomi degli dèi e delle dee.

 

Dictys, Ephemerides belli Troiani VI, 7.

Assandrus … Peleo consenserat : notusque adeo eius domus, uti inter caetera originem etiam nuptiarum Pelei cum Thetide Chironis filia, Chrysippo atque Arato narrauerit. Qua tempestate multi undique reges acciti domum Chironis, inter ipsas epulas nouam nuptam magnis laudibus ueluti deam celebrauerant, parentem eius Chirona appellantes Nerea, ipsamque Nereida. Et ut quisque eorum regum qui conuiuio interfuerant, choro modulisque carminum praeualuerat, ita Apollinem Liberumque, ex feminis plurimas, Musas cognominauerunt : unde ad id tempus conuiuium illud deorum appellatum.

 

“Assandro infatti si era accordato con Peleo ed era entrato con lui in tale amicizia che potè raccontare a Crisippo e Arato, inviati di Neottolemo, tra le altre cose, anche la storia autentica del matrimonio tra Peleo e Teti. In quell’occasione Chirone invitò da ogni parte molti principi nel suo palazzo, e durante il banchetto questi avevano celebrato la giovane sposa con grandi lodi come una dea, chiamando Nereo suo padre Chirone e Nereide lei. E a seconda che ognuno di quei re che parteciparono al convito fosse bravo nella danza e nelle musiche dei canti, lo soprannominarono Apollo e Bacco, e molte tra le donne le chiamarono Muse. E così da allora sino ad oggi quello fu chiamato banchetto degli dèi.” 

 

 

 

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