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LUIGI CHIAPPINELLI
NOTE SUI NOMI DI LUOGO DELL’AVELLINESE
(SAMNIUM, anno LXI n. 1-4, 1988)
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La verdeggiante vallata dominata dal Monte Partenio, dove sorge l’industre città di Avellino, e il variegato e fertile territorio della sua provincia presentano una stratificazione di nomi di luogo che rivelano stanziamenti etnici e fatti culturali particolarmente indicativi e illuminanti. Quali indicatori dell’evoluzione storico-culturale e socioeconomica del territorio si pongono in primo luogo i toponimi[1] (i centri abitati costituenti Comune sono contraddistinti con il carattere corsivo). Basi prelatine che hanno sopravvivenza anche nel lessico sono rappresentate in topp. (non tutti necessariamente anteriori alla romanizzazione), quali: Morra De Sanctis; Morroni: mòr(r)a ‘altura’; ‘cumulo di sassi’; Pennini: pennino ‘pendenza, pendio’ (Nittoli 166): * penna ‘sommità’; M. Felascosa: falasca «festuca elatior» < * f- (+ ōsus); V.ne e M. Raiamagra; Raia dell’Acera; M. Raialonga: raja ‘rosa di macchia’ ‘smilace’ < rhadia; Campo di Londra: lontro, londro ‘fango, melma, pozzanghera, palude’ < londino-; Lagni: lagno ‘acque stagnanti’ < lat. med. Langnum (in nesso con gli idronimi del tipo Clanis); coste del Gàudo; Piano del ≈: gaura, ‘ricettacolo d’acqua, canale’ < * gauro -. Altre basi, prive di riflessi lessicali, sono rappresentate in topp. quali Faliesi, montagna che sovrasta il paese di Contrada: * fala ‘altura’; M. Mattina; Mattinella: * mata ‘dosso’; Acqua Ausiello: * ausa ‘fonte’; Fiume Sabato; Torrente Sava; Piedisava: * saba ‘fossa’; Calitri: * cal- ‘fortezza’. Il Lago di Laceno e il T.te Lacinolo possono essere confrontati con il Lacinium promunturium (Plin., n.h. III 97) = gr. Lakínion ákron (Capo delle Colonne), Lacenium (Tab. Peut.), le cui uscite richiamano etnici come Car-ac-eni (Samnium), top. come Lor-ac-ina (Latium). Il fiume Úfita è stato accostato all’Aufidus (odierno Ofanto) e al F. Ufente presso Sezze, Lt. Sicuramente osco2 - * solofris in questa lingua corrisponde al lat. saluber – è il nome di Solofra (e insieme del f. Solofrone e del T.te Solofrana), dalla conca amena e irrigua su cui sorge. Una forma oschizzata * tufus per tub-, in Tufara, Tufo. Da mefitis / meph- ‘esalazione mefitica’3 – personificato e divinizzato in o. sotto la forma Mefit<ei>, v. Ernout – Meillet s. v. -, dipendono i microtopp. Sorg.te Mefite; Mefitinella. Virgilio nel VII libro della sua opera maggiore offre una connotazione dell’antica città o. di Abella, l’odierna Avella: ...maliferae moenia Abellae... : non dovè sfuggire al poeta di origini contadine l’importanza sotto il profilo agrario – caratteristica questa che si vedrà comune a molti altri nomi – di questo antico centro. Altrettanta importanza riveste per la storia della città il cippo abellano che conserva il testo in lingua o. di un trattato concluso tra Avella e Nola alla metà del 2o sec. a. C. Il nome di Abella e il cognome lat. Abellius possono accostarsi a quello di Abellinum, centro principale degli irpini, che sorgeva sul sito dove sorge oggi Atripalda e che controllava le comunicazioni fra Campania e Puglia. Altre città importanti degli irpini erano Aquilonia (od. Lacedonia), Compsa (Conza), Taurasia (Taurasi), Aeclanum (Mirabella Eclano), quest’ultima sulla via Appia4. La presenza di Roma, con Abellinum conquistata nel corso delle guerre sannitiche e divenuta capoluogo della colonia Veneria Livia Augusta Alexandrina Abellinatium, lascia tracce cospicue, come documentano anche, per altro verso, le testimonianze archeologiche, soprattutto ad Avella, Atripalda, Mirabella. Sul versante toponomastico, probabilmente antichi alcuni dei nomi spiegabili direttamente da voci lat., che non hanno continuatori nel lessico dial.: Postecchia: posticula ‘porticella di dietro’; Serrapolla; M. Serrapullo: pullus ‘putre solum, quod Campani pullum vocant’ Colum. Rr. 10, 18, tipo presente anche nel Salernitano: Vallepolla, e vivo nel cal. puddu ‘soffice, molle’; Ima: imus ‘la (parte) più bassa’; Pago del Vallo: pagus ‘villaggio’; Paganico: paganicus ‘del villaggio’, col suff. derivativo – icus; V.ne di Angri: ancrae «convalles»; Fullone: fullo ‘gualcheraio’ (o piuttosto camp. Fuddone ‘giaciglio di lepre’); Selvidoniche: silvae dominicae ‘boschi padronali’; Domicella: domus ‘casa’; Contr.da Speca; Serro la Speca: specus (anche femm.) ‘grotta’; Coste del Suoglio: solium ‘tinozza’ (elemento ant. della topon. tosc. per indicare bacino, abbeveratoio DEI V 3529); Salza Irpina; T. Salzola: salsus ‘salato’; Lapìo: lapideus ‘di pietra’; Palata: palatus ‘fortificato con pali’; le Terrate: lat. med. terratum, cfr. cal. terrata ‘ricovero per capre’, DEI V 3765; Bagnoli: balneolum ‘piccolo bagno’; Ajello del Sabato: agellus ‘campicello’; Cellole: cellula, dimin. da cella ‘dispensa’; cervinara dal lat. tardo cervinaria «cella vinaria» ‘cantina per la conservazione del vino’; forse Can.le Burchio, se può collegarsi a lat. tardo burca ‘pozza d’acqua melmosa; chiavica’ (Glosse), per cui v. DEI I 637. All’antichità dell’insediamento (vetus “vecchio”) fa riferimento Castelvetere sul Calore, anche se castellum, dimin. di castrum “accampamento”, è di uso più recente rispetto al termine classico per «città fortificata”: oppidum, per es. ° Oppido e M. O. – Unità insediative minime saranno state all’origine Preturo di Montoro Inferiore, Petruro di Forino e Petruro Irpino, di cui si hanno documentazioni sia nel Codice Diplomatico Cavese che nei Regesti dell’Abazia di Montevergine; praetorium è la «casa signorile di campagna». Notevoli i nomi prediali, designanti i fondi (praedia) assegnati ai soldati e al personale amministrativo delle colonie, nuclei talora di successivi insediamenti abitativi. I nomi degli antichi proprietari risultano da top. e microtop., per es., in Ariano e ° M. Arianiello: Arius; Aterrana: Aterius, Banzano di Montorio Superiore e Banzanello: Bantius, Baiano, Baianus, etn. di «Baiae»; ° Bairano: Varius; Caggiano: Gavius; Cairano; Carius; Candida: C-; Cassano: Cassius; Carpignano; Carpin<ius>; ° Fontigliano: Fontilius; ° Grignano: Agrinius; ° Luzzano: Luttius; ° Masciano; V.ne M.-: Mascius, Marzano di Nola: Martius; Montemarano: Marius; Mugnano del Cardinale: Munius; ° Pignano: Pinius; Sirignano: Serenius. Direttamente da nomi pers. Lioni: Leo, -onis; Bellizzi: Bellicius, e, con suff. –anum, ° M. Vellizzano e V.ne -; Forino: Furinus; ° M. Sabatino: Sabatinius; Savignano: Sabinianus; Taurano: Tauranus. Di epoca successiva il n. pr. camp. Sparanus, deriv. in –anus del lat. volg. spera “speranza”: ° V.ne Sparaniello. Traccia di un culto del dio Mercurio si rinviene in Mercogliano: *Merculianus, alterazione da Mercurianus. Molti i top. che hanno riscontro in voci dial. di origine lat.: vesàccia ‘bisaccia’: lat. tardo bisaccia (Glosse), -um (Petronio): Bisaccia; chianca ‘macelleria’: planca «pietra piana di forma pentagonale»: Chianche; vado ‘callaja, valico, passo’, Nittoli 241: vadum ‘guado, passaggio’: ° Vado del Corno; nap. futo ‘cupo, fondo, cavo’: fundus «profondo»: ° V.ne Futo; parula «palude» «luogo coltivato ad ortaggi»: ° Paludisi, Parolise; nap. ant. tuoro «colle»: torus «altura»: ° M. Tuoro; Tuori; Tora; Torella dei Lombardi; Montoro (tautologia). Caratteristiche legate alla posizione topografica o a condizioni del suolo sono altresì all’origine di nomi quali Contrada: * contrata [regio] «posta di fronte»; Grottolella: grupta; Montella: mons; Summonte, che nelle R.D. appare come «de Summonte, in Summonte»: da sub-montem «sotto il monte», tipo di larga diffusione, simile a Succhivo presso S. Angelo d’Ischia: sub-clivum «sotto il pendio»; Montaguto e M. Acuto: acutus «aguzzo»; Montecalvo e ° M. Calvello: calvus nel senso di «privo di vegetazione»; Montefusco: fuscus ‘oscuro’; Prata di Principato Ultra e Pratola Serra: prata e pratora «i prati»; ° Cisino, Cesinali: caesa [silva] «tratto di selva abbattuta»; Lavinella: labina «frana»; Pescone della Grassa: pesco, peschio ‘roccia’ <lat. med. pesculus; T. Isca: dial. isca: i[n]sula; V.ne della Scafa: scapha <σκάϕη «truogolo», in senso geomorfico «inghiottitoio»; ° M. Chiaine: *plagia <τά πλάγια, cfr. Piaggine (SA.)= le Chiaìne. Altre categorie toponimiche ben rappresentate sono quelle indicanti: a) misure, tipi di coltura o contratti agricoli: ° Tierzi; Quadrelle; Rotondi; Quindici; i Cugni: cuneus «cuneo»; ° Versura: versura da versus, p.p. di vertere; ° V.ne delle Lenze: irp. lenza ‘sottile striscia di terreno’: linteum ‘striscia di lino’ ‘pezzo di tela’ Farè, Postille italiane al REW, Milano 1972 [Farè], 5072; ° Font.na dello Scuorcio; Scorziello; forse Scuozzo: med. scorcius, scorsus, scortius, da scortea ‘sacco di pelle’; ° Ripe del Moggio: modius «moggio» («misura di terreno determinata dalla quantità di semi di cui quel terreno è capace», Codice Diplomatico Barese I); ° Difesa di Luzzano: defensa «terra recintata»; ° Sozze; Sozze di Sotto: irp. suozzo ‘pari, uguale’: socius ‘compagno’ Farè 8056, «parte uguale di terreno»; ° Ciesco Nicola: nap. cesca ‘zolla erbosa’ («potrebbe ben rappresentare un cèspica», Farè 1476: caespes-ite); ° Campore: campora «i campi» plurale analogico in –ora; ° Pastine: pastinum ‘terreno divelto, scassato e zappato’ (oltre che particolare tipo di contratto agricolo); Melito, meletum. b) Voci relative alla flora: Lauro, laurus, «alloro»; ° le Croci di Acerno; Piano l’Acernese (+ ensis): acernus «di acero»; ° Alvano: avell. alvano ‘Alnus glutinosa’ Penzig, Flora popolare italiana, Genova 1924, II, 21 [Penzig]: lat. tardo albarus ‘àlbaro’ «pioppo bianco»; ° Celzi: celsa (morus) ‘gelso’; ° V.ne di Calende; Bocca di C.-: nap. calenne ‘calendula officinalis’ calendae; ° Orno: ornus «frassino»; ° Profico: p.- (Napoli) ‘ficus carica’ Penzig, I 199: caprificus ‘fico selvatico’; Sorbo Serpico (veramente «infestato da serpi»?), S. – di Montella: sorbus ‘sorbo’; ° Piano dell’Occhio; Montocchio: opulus «loppio»; Nusco: nusco ‘lichene, musco (piante parassite)’ Nittoli 155, che concorda con piem. musch. nusch «Muscari racemosum» Penzig I 307; parimenti fortuita potrebbe essere l’omofonia zùncolo (Verona) ‘heleocharis palustris; scirpus holoschoenus, s. palustris’, Penzig, II 615: Zungoli; ° V.le Zùccolo. Fra i collettivi, °Orneta; Calabritto: calabrix «biancospino»; °M. Faito e M. Faggeto: *fagetum «faggeta»: °Filettone: filectum per fili – ‘felceto’; ° M. Rovitello: rubetum ‘roveto’; ° Salaconito (e V.ne del Salaco): irp. salekone salcio saligastro: *salcium (per salix ‘salcio’), Farè 7542; ° V.ne Schiti: aesculetum, da aesculus ‘specie di quercia’; ° Goleto, nome di una collina presso S. Angelo dei Lombardi, sulla quale sorge l’Abazia – ora in rovina – fondata da S. Guglielmo di Vercelli nel 1132-1138: collett. dal nome di pianta irp. goglia «sala», lat. tardo gulia. c) Voci relative alla fauna: Sturno: sturnus ‘stornello’ e Pietrastornina: sturnius ‘grigio come uno stornello’; Capriglia: caprilia; ° T. Cervaro; M. Cervarulo: cervarius lupus ‘lupo cerviero’; ° Cervino: cervinus «di cervo»; ° Fossa Lupara: luparia; Volturara: vultur «avvoltoio»; ° Bosco di Boiara: bovaria. La pila «recipiente di legno o di pietra mobile o fisso...per abbeverare gli animali»: p. – («mortaio, truogolo») spiega i microtop. ° Pila della Toppa; Fosso della Pila; il Pilone. Molti gli angionimi di epoca cristiana, per es., ° M. S. Domenico; S. Sossio; S. Biagio; S. Stefano del Sole; S. Lucia di Serino; S. Potito Ultra; S. Mango sul Calore: magnus ‘grande’: S. Angelo dei Lombardi (- I Lombardi in epoca med. designavano i Longobardi, dai quali la città fu fondata - ), ecc. Distrutta dai Goti di Totila, Avellino in seguito fece parte del ducato longobardo di Benevento: tracce di questa fase storica nella topon. si rinvengono, oltre che nei sopra menzionati S. Angelo dei Lombardi e Atripalda – dal nome proprio germ. Atrepaldo-, in Grottaminarda e Montefredane, composti con i personali Maynard e Frido, in ° Sala: long. s. – ‘corpo di spedizione’ poi, ‘unità di insediamento’; Vràida: braida ‘pianura’, termine introdotto dagli Italiani Sett. al seguito dei Normanni (Sabatini); ° Gaggione (pr. Guardia!): gahagi ‘bosco bandito’; ° Guarana: nap. gualanë ‘mezzadro’ da waldanus, formato su germ. – lat. wardianus. Riconducibile ad un pers. sarà anche Flùmeri: in castello Fromarii, a. 1191, Reg. Montev. I. n. 855; castri Fulmari, a. 1308 – 1310, R.D. 5355; de Flamaro, a. 1328, R.D. 5372, cfr. Filimari, CDLI, II, passim; notario Fromari, a. 1185, CDV VIII 174. Ad elementi franco-normanni risalgono invece verosimilmente Castelfranci, Castellum Franci nell’a. 1187; (da Franco il ° V.ne Francone); Monteforte che prese il nome dai principi di Montfort; Altavilla che riflette il nome della normanna Hauteville; Montefalcione, fondato dai Normanni, che appare nei Regesti di Montevergine come «Monte felzone» e nelle Rationes Decimarum come «de Montefalzono» e che trova corrispondenza formale in un cognome franc. ant.: Montfauçon; Ciardelli Inferiore <Richard, fr. <Richardus. L’organizzazione fondiaria di impronta feudale si manifesta in top. quali ° Fiego di S. Potito; Fievo la Botte; merid. fe(g)u «feudo» <prov. Feu, a. fr. fieu. Greci fu ripopolato nel 1552 da un gruppo di Albanesi: ancor oggi vi si conservano le costumanze e vi si parla la lingua del «Paese delle Aquile»; il nome si ripete in ° Piana dei Greci; Grieci; Grecia (cogn. Grieco). Ad antica famiglia risale il nome di Gesualdo: castellum Gisoaldi, a. 1142 CDV II 248 n.1. Interessanti i top. da cognomi, - alcuni in origine soprannomi -, quali Andretta (Andrecte, gen. a. 1308-1310, R.D. 5476): Andreas + ittu, STC 220; Bonito, Bonitus n. pr. CDC I 72, dall’agg. bonus ‘buono’, Morlicchio, 91 n. 84; Senerchia: cal. sett. sinìrchiu ‘avaro’ da Seneca n. pr. per contaminazione con arsenicum. Designazioni antifrastiche sono Luogosano (= in Acquaputrida, a. 1308-1310, R.D. 5415), Villanova del Battista (=Pulcarini, Porcarini, a. 1308-1310, R.D. 1328, forse collegabile alla serie di top. da Bulgaro, Sabatini). Dentecane è propagginazione, con deformazione popolare, dell’antica Venticano; cfr. il fitonimo. nap. diente de cane «cyperus esculentus» «c. olivaris» Penzig I 156. Nomi di dubbia o difficile interpretazione appaiono infine Moschiano (cfr. top. v. il Muschiano = Muscal- <Musculius, TV, 22; Caliano di Montorio Sup. (cfr. top. tosc. Caliano confrontato con dal Pieri con Caligiana: forse da Calidius); ° Bosco di Montagliano; Pernosano; Sazzano, Sicciano, che potrebbero essere dei prediali; ° Piano di Verteglia; T. Orata; Oscata; M. Ramantico; Chiascio (che è omofono con l’affluente di sinistra dell’alto Tevere collegato con il Classis, la Claserna, v. S.E. IV 1930, 224); Fiumara di Tànnera; F.na Vèrdica; M. Carvarosa (composto con carava - <carra ‘pietra’?) cfr. Massarosa (Lucca): Massa Grausi, Sabatini 82 n.1; M. Luceto; Postellone da cfr. col top. sal. Postiglione; V.ne Farullo (da fara?); V. del Demosito; Casalbore (Casalis Alboli, a. 1308-1310, R.D. 5296, cfr. cogn. Albulus Th.); ° M. Vernacolo (cfr. Ternacula ‘terra proprietas, alodis’ D.C.); Serro Zùnzolo; M. e Contr. da Origlio; Roccabascerana (Rocce Quassarane, gen., a. 1308-1310, R.D. 4684; de Rocca Quassanarum, a. 1327, ibid. 5028; Rocca Vassarana, a. 1445, Fonti Aragonesi VII 41, cfr. pers. long. Gauseramius); ° T. Laosento; (da cfr con Osento, corso d’acqua di Abruzzo e Marche e con Ausente, Ausentiello della Campania: * ausa ‘fonte’); T. Dei Tronti, da collegare al f. abr. Tronto: Truentus. Serino (il comune è formato da varie frazioni, nessuna delle quali ha il nome di S.-; la sede comunale è a Sala, E. I.XXXI, 441): cfr. monte Sirino, presso cui nasce il f. Sinno, anticamente Siris, che è anche il nome di una città lucana ricordata da Plinio con l’etn. Sirini, Nissen I 336, II 914; dial. sett. seriöla, lat. med. seriola ‘canale artificiale’ ‘gora, fosso’ DEI s. v., top. Seriòla, Serina, affluente dell’Ambria, il cui nome non è separabile da quello del Serio (DTL 502): i. e. * sreu – ‘scorrere’ etimo dato da H. Krahe anche per il Sero, ma v. Battisti, Sostr. 40. Manocalzati [dial. manikaozáti]: Manicalciati, a. 1269, Scandone II 32 Cfr. un feudo pr. Cosenza De Scalziatis, a. 1424, Reg. Canc. Ang. XXXIV. Non convince una derivaz. da calceati (Manicalciati, a. 1269 Scandone II 31) nè quella proposta dallo stesso Scandone, Profili 55: male calvati, cioè irsuti, sulla base di una forma documentaria a. 1038 Loco Malecalbiati. Potrebbe ipotizzarsi una versione popolare antifrastica di Magnifrid, se un tale person. longob. corrisponde al Malfridum, di cui abbiamo notizia da un docum. dell’a. 1146, come dominum de Sancto Barbato, da identificare con l’attuale fraz. omonima di Manocalzati (CDV III 356 e n. 2).
LUIGI CHIAPPINELLI
NOTE
Per non appesantire il testo, riunisco in appendice la maggior parte delle forme documentali e osservazioni storico-linguistiche relative ai nomi via via trattati, con indicazioni bibliografiche. Per le basi prelat., v. C. Battisti, Sostrati e parastrati nell’Italia preistorica, Firenze 1959 [Battisti, Sostr.]; G. Alessio, Contributo alla preistoria, alla protostoria e alla storia della Lucania, Napoli 1962, corso accademico [Contrib.]; G. Devoto, Scritti minori II, Firenze 1967; Problemi di sostrato nelle lingue indoeuropee, Pisa 1983 (vol. miscell.). Ausiello: v. D. Silvestri, Ancora a proposito di elementi ‘non indoeuropei’ nelle lingue germaniche, Filologia Germanica, XXVII-XXIX, 1985-86, 589-604, dove viene riesaminata la serie Ausa. F. Sabato: cfr. top. tosc. Sàbbata (<sabbatum ‘sebbene rimanga incerto il motivo dell’applicazione’), TTM 358. Faliesi: su etr. fala (falae dictae ab altitudine), top. tosc. ant. portus Faleria (<Falesia), mod. Falterona, Faltona, v. Battisti, Sostr. 138-139; Devoto, S.E. XIII, 1939, 311 ss. Calitri. È situato su un colle che si eleva tra la vallata dell’Ofanto (l’antico Aufidus fl., dial. Óffete, in carte med. Aufentum) e quella del suo affluente Cortino E.I. VIII, 420. Castellanus calitri (Reg. canc. Ang. II, VIII, 27, 90; 1269); Terram caletri (II, VII, 201, 774; 1269); caletrum S. Maria (II, IX, 225, 4; 1269); calitrum, consia (VII, XXI, 242, 163; 1271); de Calitro (XII, LXIII, 66, 210; dic. 1274); hominibus Calitri (XII, LXIII, 80, 280, magg. 1275). Cfr. Caletra città in Etruria, donde il nome Caletranus ager (Liv. 39, 55, 9; Plin. 3, 5, 8, par. 52), da una base medit. * cal- che troviamo, per es., nel top. celtiberico Caladunum, l’odierna Cala in Portogallo, ecc. F. Ùfita: l’accostamento, già operato dall’Alessio, è ripreso da G. Rohlfs, Studi e ricerche su lingua e dialetti d’Italia, Firenze, 1972, 54. Solofra. G. Alessio, Aevum XVII (1943), 88 ss.; Contrib., 23; Lexicon, 382. Avella (de Avella, a. 1324, R.D. 4325). Anche ° Valle l’Avella; Avella. O. Abellanùs ‘Abellani’, lat. nux avellana, Walde – Hofman Lateinisches etymologisches Wörterbuch, Heidelberg 1938-563. Avellana πovτίkόv Isid. orig. 17, 7, 24; Caper gramm. VII 107, 6: Abellanae nuces et abellinae; REW 1718: abellinus. L’italico ha conservato i nomi della mela e del melo attestati nel vocabolario i.-e., rimpiazzati in Italia dal nome medit. malum designante un frutto migliorato, Ernout-Meillet, 3. Per la città fr. di Avallon [<prescelt. Aballo(n)] = pometo, cfr. irl. aball ‘pomum’, v. S.E. XV (1941), 221-222. Sul Cippo Abellano, v. Popoli e civiltà dell’Italia antica, Roma 1978, vol. 6°, 853-856 (A.L. Prosdocimi). Per le città degli Irpini, v. G. Devoto, Gli antichi Italici, Firenze 19673; E. T. Salmon, Il Sannio e i Sanniti, Torino 1985. Aquilonia: aquilonius, agg. di aquilo ‘vento del nord’ Cic. De N.D. 2, 19, 50; Plin. 17, 2, 2; Aquilonia Hirpinorum ( Ptol. 3. 1. 62) Tab. Peuting. 6; o. Akudunnia. Per la localizzazione su rilievo (Monte Varano?) e possibile connessione con il tipo lessicale acqua, v. Silvestri 72 e n. 23; R. Tullio, Aquilonia e Monte Vairano, Atene e Roma, XXXIV, fasc. 2-3, 1989, 87-96. La forma med.: Carbonarie, gen., a. 1308-1310, R.D. 5506, si riferisce alla odierna Aquilonia. Taurasia: castri Taurasie, gen., a. 1308-1310, R.D. 5413. Anche in Liguria top. Taurasia. Tαυρήσιον (vecchio nome del Sannio) è una derivazione in -s- da * taur -‘monte’- (Battisti, Sostr. 59 e W. Schulze, Zur Geschichte Lateinischer Eigennamen, Berlin 1904 [Schulze], 234: *Tauresius, allato a Taurius); D. Silvestri, Taurasia Cisauna e il nome antico del Sannio, La Parola del Passato, 33, 1978, 167-180. Mirabella Eclano. La prima v. designa ‘luogo dove si ha un belvedere’, cfr. DTP 218. ‘Aeclanum va inteso come ‘città degli Aeclani’ dove Aeclanum non può essere d’origine diversa da quella della città apula di Aecae (Troia), nome che risalirebbe allo strato laziale-ausonico della Puglia’, Battisti, Sostr. 364. Conza: de Cunse, CDC, 3°, 8, a. 994; de cumpsie, ibid. 4°, 75, a. 1006; in provincia consana, a. 1308-1310, R.D. 5452. Per l’uscita, cfr. Tempsa (<Tĕmĕsa). Per la radice, v. AAA. XLII, 1948 (G. Alessio). Postìcchia (37 C2; 37 D3): Lexicon 328. Serro la Speca: Lexicon 385. Lapìo: de petra apium, a. 1308-1310, R.D. 4683; Lapigium, a. 1370, Reg. Montev. IV n. 3684. V. però Sabatini, 37. Cervinara: Cervinarie, gen., a. 1308.1310, R.D. 4770; Servinarie, gen., a. 1328, R.D. 5131. Cfr. AGI XV, 1901, 338; Lexicon 92. Calore: Calor Liv. 24, 14: c. –come attributo dell’acqua, cfr. Colda, fraz. di Sondrio, DTL 184, o come ardore del vento caldo, cfr. Ardóre, STC 29. Per il tipo praetorium, v. «Atti e memorie del VII Congresso Internazionale di Studi Onomastici», Firenze 1963, vol. II, parte 2a, 9; TTM 355. Prediali. Ariano: in episcopatu Arianensi, a. 1308-1310, R.D. 5258. Caggiano: anche Comune in prov. di Salerno, top., anche cogn. cal. e S. Nicolò di C. – nei pressi di Taverna, DTOC 36 e 293; Caggianito (Costa) (41 B6), etn. col suff. gr. –ίτης. Gabiano, DTP 168; Gabbiano, DTP 240. Dallo stesso pers. Gavius, con vj reso con jv per metatesi, Caivano (NA). Cairano: Cayrani, a. 1308-1310, R.D. 5474. Carianus CIL VI 14398, Schulze 114 n. 1. Cfr. Cajano TVA 133, più volte (19 E 1, 470) (19 F 2, 794). Cassano, Top. id. in Calabria, STC 809, Piemonte, DPT 117, Lombardia, DTL 155. Mugnano del Cardinale. Anche Mugnano di Napoli. Cardinale indica probab. ‘relativo al cardo, - inis’. Savignano: poco probabile la corrispondenza con la forma, verosimilmente corrotta, de Sarmihano, a. 1328, delle R.D. 5105. Sirignano: cfr. Serignano, TTM 132. Sparaniello: v. G.D. Serra, Lineamenti di una storia linguistica dell’Italia medioevale, Napoli 1954, II, 214-215. Dallo stesso antropon. Sparanise (CE). Mercogliano: Merculiani, gen., a. 1328, R.D. 5239. Cfr. in Lombardia Mercugnano, DTL, s.v. Montefusco: in Monte Fuscolo, a. 1308-1310, R.D. 4730; cfr. TV 80; TVA 291 e Montebruno, DPT 225 (l’agg. bruno, con riferimento a colore, ricorre spesso nella toponom.: es. Campobruno, Roccabruna, TVA 275). Ma la forma document., piuttosto che a un diminut., fa pensare al nome pr. Fuscus, Fusculus, per cui v. E. Morlicchio, Antroponimia longobarda a Salerno nel IX sec. I nomi del Codex Diplomaticus Cavensis, Napoli 1985, 223 [Morlicchio]. Per il tipo pesco, v. C. Battisti, Il tipo «Pescopagano» nella toponomastica dell’Italia centro-meridionale e il nome di «Paestum», in «Atti e Memorie» cit., vol. I, parte 1a, 160-179. Categoria topon. a): per questi e altri termini di misure agrarie mediev., v. G.B. Pellegrini, Terminologia agraria medioevale, in Settimane di studio del Centro Ital. di Studi sull’alto M. Evo, Spoleto 1966, 605-661; per gli aspetti storici, G. Fasoli, Castelli e signorie rurali, ibid., 531-567. Campore: campora modellato su litora (:litus) ecc. Per la diffusione del tipo, molto comune, v., ad es., DTL 135, DPT 110 s.v. Campino, STC 702. Categoria topon. b): Acerno: Lexicon, 1 s.v.; Calabritto G. Alessio, A.R. XXV, 381; Lexicon, 62 s.v. ° Cisino: v. Gentile, Aspetti, 12 s.v Cesa. Nusco: Nusci, gen., a. 1230-31, C. Carucci, Codice Diplomatico Salernitano del sec. XIII, Subiaco 1934, I, 157. Zungoli: Zunculi, a. 1269, Scandone II 32 e de monte qui zungla dicitur (terae Nuceriae), CDC VIII 180. Gli accostamenti ai fitonimi presenti anche in area settentr. sarebbero legittimi se i nomi dei due insediamenti fossero stati imposti da Ital. Settentr. al seguito dei Normanni. Goleto: v. M. Greco, Toponomastica lucana nei documenti medioevali, in «Atti e memorie» cit., vol. II, parte 2a, 102. Anche ° Goglie, 161 III NE, Capriati al Volturno. La base è aculeus, v. M. Pfister, I continuatori di Aculeus ‘pungiglione, spina della pianta’ nell’Italiano, in Scritti linguistici in onore di G. B. Pellegrini, I-II Pisa 1983, 831 ss. (long. * gullja? Merlo IDV107). Per i top. di origine long., fondamentale F. Sabatini, Riflessi linguistici della dominazione longobarda nell’Italia mediana e meridionale, Firenze 1963 [Sabatini]; per nap. gualanë, Lexicon, 448 s.v. waldemannus. Gualano, Lingua Nostra, XXV, 2, 1964 (F. Sabatini). Flúmeri. Distinto il top. lig. Fumeri <Fredemer, G. Petracco Sicardi – R. Caprini, Toponomastica storica della Liguria, Genova 1981, 113. Castelfranci: la forma docum. nei Registri dell’Archivio della Zecca di Napoli, v. L. Palmieri, La Storia di Castelfranci, Napoli 1970, 14. Atripalda: monte Atropaldo, a. 1086, CDV III, 179-80 n.1 Cfr. top. Tripaldo (25 bis, E4). (Adro Fö. 183; Sabat. 84). Grottaminarda: cfr. il sistema montuoso delle Mainarde; top. Castellum Mannardi, Castelmenardo (CB), CDL, a. 1123. Villanova del Battista: denominazione recente di Polcarino (Porcarini, gen., a. 1328, R.D. 5309; Pulcarini, gen., a. 1308-1310, R.D. 5289), forse collegabile alla serie dei top. da Bulgaro, Sabatini 47 e n. 1. Senerchia: Lexicon 373 s.v. Seneca. Dentecane. Su Venticano, cfr. Samnium, a. XXVI, n. 1-2 (A. Zazo). Per il n. del Tronto, v. D. Silvestri, La toponomastica antica della regione abruzzese e le congruenze onomastiche italo-balcaniche, estr. Da Topothesia. Aistí in onóir T.S.O. Máille, Gaillimh 1982.
Bibliografia essenziale (v. anche i titoli cit. nelle Note). Oltre ai grandi repertori come il Thesaurus Linguae Latinae [Th.], il Glossarium mediae et infimae Latinitatis del Du Cange [D.C.]; il Dictionnaire etymologique de la langue latine. Histoire des mots4 di A. Ernout e A. Meillet [Ernout-Meillet]; il Romanisches etymologisches Wörtebuch del Meyer-Lübke3 [REW]; il Dizionario etimologico italiano di C. Battisti e G. Alessio [DEI] e le opere toponomastiche dell’Alessio: Saggio di toponomastica calabrese, Firenze 1939 [STC]; del Rohlfs: Dizionario toponomastico ed onomastico della Calabria, Ravenna 1974 [DTOC]; dell’Olivieri: Toponomastica Veneta, Venezia-Roma 19612 [TV]; Dizionario di Toponomastica Lombarda, Milano 19612 [DTL]; Dizionario di Toponomastica Piemontese, Brescia 1965 [DTP]; del Pieri: Toponomastica delle valli del Serchio e della Lima, in AGI, Suppl. V, Torino 1898 [TSL]; Toponomastica della valle dell’Arno, Roma 1919 [TVA]; Toponomastica della Toscana meridionale e dell’Arcipelago Toscano, Siena 1969 [TTM], mi sono valso per quest’articolo della seguente bibliografia in particolare:
MICROTOPONIMI CORRISPONDENTI IN ZONE CONTERMINI
BENEVENTANO: Alvanella; Cacciano; Cassano; Cesche; Cesco di Lúccaro; Cese; Cesine; Costa Faito; M. Faitello; Felette; Galano; M. Gaudello; Gugliete; Guglitiello; Isca Rotonda; Ischia di Mosca; V.ne Lagno; Leschito; Lischitella; Luzzano; la Mofeta; Pàstene; Pennino; Pescogliatti; Pesco lo Sasso; Sala; V.ne Acquasala; Scafa; Sirignano; Tufariello; Tuoro Felasco; Tuoro Verro; Vadofrasso; Vadolato. CASERTANO: Calabritto; Cesa; Cescheto; Ciesco cupo; P.ta Falasca; Filetti Pertecale; Goglie; Lauro; le Campole; Londri; Lontro degli Schiavi; Pescheta; Pesco lo Sasso; Pescopagano; Pratella; Rio Pastenelle; Sala; Sava; Savignano; Schito; Schitoli; M. Soglio; C.le Solio; le Tora; M. Tuoro.
INDICE DELLE ABBREVIAZIONI
a. anno; agg. aggettivo; ant. antico; avell. avellinese; cal. calabrese; camp. campano; Can.le canale; cogn. cognome; collet. collettivo; Contr.a contrada; deriv. derivato, derivativo; dial. dialettale; docum. documenti, documentario; es. esempio; etim. etimologia; etn. etnici; f. femminile; F. fiume; F.na fontana; F.te fonte; fr. francese; gen. genitivo; gr. greco; germ. germanico; ibid. ibidem; id. idem; idr. idronimo; i. e. indoeuropeo; it. italiano; lat. latino; long. longobardo; M.-; M.te monte; med. medioevale; medit. mediterraneo; merid. meridionale; microtop. microtoponimo; n. neutro; nap. napoletano; o. osco; p.p. participio passato; pers. personale; pl. plurale; pr. presso; probab. probabilmente; R. Rio; S. San; sal. Salernitano; settentr. settentrionale; sic. siciliano; Sorg.te sorgente; suff. suffisso; T.; T.te torrente; top.; topon. toponimo, toponomastica; tosc. toscano; v. voce; veneto; V.la villa; V.le valle; V.ne vallone; * = voce ricostruita. 2 Come è noto, gli Irpini erano una delle tribù italiche di stirpe osca stanziate in età storica in parte della regione che prese complessivamente il nome Samnium. 3 Il termine ‘forse pre-italico’ per Ernout-Meillet, è riportabile alla radice indoeuropea * medh -, all’origine dei convergenti significati di ‘mediazione’ e ‘inebriamento’, v. P. Poccetti – Mephitis e D. Silvestri – Mephitis, in «AIΩN» 4, 1982, Sez. Ling., 237 – 60; 261 – 66; R. Antonini, Dedica osca a Mefite Aravina dalla Valle d’Ansanto, in «AIΩN» 3, 1981, Sez. Arch. St. Ant., 55 – 60. Quanto ad Ansanto, già Serv. Aen. 7, 125: Ansancti valles id est undique sancti. 4 Nel suo viaggio a Brindisi lungo questa strada, Orazio, Sat. I, 5, 79, ricorda l’accoglienza nella vicina Trivici villa (Trevico: tres vici ‘tre centri abitati’), accoglienza gradita, nonostante il fumo dei rami ancor verdi brucianti nel camino dell’osteria offendessero i suoi occhi malati. A Trevico sono state rinvenute le iscrizioni di CIL IX 1401 – 1411; 6279 – 6280. |
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NOTE SUI NOMI DI LUOGO DELL’AVELLINESE - Versione in PDF |
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