Vittorio Civitillo | |||||
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il Dialetto di Gioia Sannitica |
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L'IMPRONTA LATINA IN UN DIALETTO ALTO CAMPANO | |||||
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Latino e Dialetto |
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Dal latino pastinum all'italiano antico pàstino e al dialettale pàstënu / pàstunu Vittorio Civitillo |
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Nei dialetti sono ancora vive molte parole derivate dal latino che in italiano sono uscite dall’uso. Ė questo il caso del termine dialettale pàstënu / pàstunu, lat. pastinum, it ‘pastino’.
I termini italiani: ‘pàstino’, ‘pastinare’, ‘pastinato’, ‘pastinatore’, ‘pastinazione’; dialettali: pàstënu, pàstunu, pàstinu, pàstënë, pastënegliu, pastënèlle, pastunà e i toponimi: Pàstina, Pàstine, Pastinello, Pàstena, Pàstene, Pàstino, Pàstani, derivano dal latino pastinum, ‘zappa’, ‘marra’.
Lo scrittore latino Giunio Lucio Moderato Columella nel ”De Re Rustica”, un trattato in dodici libri sull’agricoltura nelle aree mediterranee dell’impero, scrive: (3, 18) pastinum autem uocant agricolae ferramentum bifurcum, quo semina panguntur, unde etiam repastinari dictae sunt uineae ueteres, quae refodiebantur: «Chiamasi poi dagli agricoltori gruccia (pastinum) un ferro a due branche, con cui si caccian giuso le pianticelle; donde ancor fu detto repastinari il cavar di nuovo la terra al piè delle vecchie vigne»[i].
Da pastinum, in latino, derivano: pastinare ‘zappare, ‘scassare’; pastinatio ‘zappatura’; pastinator ‘zappatore’; repastinatio ‘seconda zappatura’; repastinatum ‘terreno zappato’; repastinare ‘dissodare’.
1. TESTIMONIANZE LATINE
L. Iunius Moderatus Columella, De Re Rustica, (3, 5): isque bipalio prius subigi debet, quae est altitudo pastinationis, cum in duos pedes et semissem conuertitur humus, ac deinde tripedaneis relictis spatiis, per quae semina excolantur, in singulis ordinibus, <qui> ducenos quadragenos pedes optinent, sesceni malleoli pangendi sunt: «Egli è dunque il più acconcio a semenzajo di viti un suolo mediocre, e discretamente asciutto; e questo si dee prima scioversar colla vanga alla profondità d’un divelto, nel quale per due piedi e mezzo in giù si svolta la terra; indi lasciati intervalli di piedi tre, da coltivar colle pianticelle, per ogni fila, che comprende ducenti quaranta piedi, hanno da porsi ottanta magliuoli: del qual numero ne risultano in un giugero intero tremila dugento piante».[ii]
(3, 15): Seritur ergo prius emundata inoccataque et aequata pastinatione, macro solo quinis pedibus inter ordines omissis, mediocri senis: «Nettato dunque prima, erpicato ed agguagliato il divelto, si fa la piantagione, lasciando tra le file, in magro terreno, cinque piedi, in mediocre sei»[iii].
(3, 18): quare pangendi optima est ratio recti malleoli, cuius imum caput, <cum> consertum est bifurco pastini, angustis faucibus ferramenti facile continetur ac deprimitur: «Per lo che ottima è la maniera di piantar diritto il magliuolo, di cui l’inferior capo, allogato che sia tra le due branche della gruccia, facilmente nell’angusta imboccatura del ferro vien trattenuto, e cacciato a basso».[iv]
(3, 18): Sed Iulius Atticus praetorto capite et recuruato, ne pastin[at]um effugiat, praedictum semen emersit. pastinum autem uocant agricolae ferramentum bifurcum, quo semina panguntur, unde etiam repastinari dictae sunt uineae ueteres, quae refodiebantur: «Ma Giulio Attico, intorta prima e ricurvata la testa del magliuolo, perché non rifugga alla gruccia, così lo interrò. Chiamasi poi dagli agricoltori gruccia ( pastinum ) un ferro a due branche, con cui si caccian giuso le pianticelle; donde ancor fu detto repastinari il cavar di nuovo la terra al piè delle vecchie vigne; ché tal era la denominazione propria de’ vigneti zappati ogni anno; l’uso presente, ignaro dell’antichità, ogni terra smossa, che s’appresta per vigne, chiama repastinatum»[v].
(11, 2): haec tamen in agro sicco surculis conserendis minima pastinationis mensura est. «Questo scavo è il minimo che si debba praticare con la zappa a due denti in un terreno secco per il trapianto di alberi fruttiferi».
L. Iunius Moderatus Columella, De Arboribus, VI. De generibus uinearum et operis pastini uariis: «I tipi di vite e i diversi tipi di scavo».
Iustinianus, Digesta Iustiniani, (24, 3): plane si nouam uillam necessario exstruxit uel ueterem totam sine culpa sua conlapsam restituerit, erit eius impensae petitio: simili modo et si pastina instituit: «Certo se ha costruito una nuova villa per un parente o avrà restaurato quella vecchia caduta senza sua colpa, potrà chiedere il rimborso di quella spesa; così anche se ha cominciato il lavoro di dissodamento».
2. TESTIMONIANZE IN LATINO MEDIOEVALE[vi]
PASTINA, Pastinum, Terra pastinatione renovata - PASTINATUM, vocant agricolæ ferramentum bifurcum quo semina panguntur - PASTINATIO, Pastus porcorum. - 1. PASTINARE, Pascere (sic) - Pastinare, colere, plantare, fodere, firmare; et proprie pertinet ad vineas plantandas: unde hoc Pastinatum, id est, vinea novella. Item, Pastinatum, sicut ait Isidorus in fine Ethymologicarum, vocatur agricolæ ferramentum bifurcum, quo semina panguntur, id est, plantantur. Quidam dicunt Pastinare, idem quod Paxillare. - 2. PASTINARE, Columellæ, est agrum fodere. - 3. PASTINARE, Plantare, conserere. Cum horto in circuitu ejusdem ecclesiæ, et terra Pastinata arboribus olivarum et nucum et ceterorum pomorum pomiferorum, fructiferorum vel infructiferorum.
3. TESTIMONIANZE IN ITALIANO
Dal latino pastinum sono derivate, nell’italiano antico, le voci ‘pàstino’, ‘pastinare’, ‘pastinato’, ‘pastinatóre’, ‘pastinazione’, di cui riportiamo di seguito le attestazioni tratte dal “Grande Dizionario della Lingua Italiana” (GDLI), della editrice Utet.
Pàstino, sm. Ant. e letter. Pastinazione. Crescenzi volgar.: Del mese di settembre ovvero d’ottobre ne’ luoghi aridi; di gennaio, di febbraio e di marzo ne’ luoghi umidi, far si dee il pastino ovvero la coltura dove la vigna si dee piantare. Marino: Di pastini ben culti ampi giardini. Spolverini: Con il soccorso alterno / del riposo e del pàstino, … / … / con minor costo e maggior pro s’appesta / a la vedova terra il nuovo letto. 2. Piantagione, coltura. Di pastino (con valore aggett.): coltivato in terreno bene dissodato. Anonimo toscano: Anch’è caulo lassativo per infermi. Togli cauli di pastino e mettili nel brodo dove sia stato cotto il cappone e cocili bene e mettivi poco sale. Luna: [s. v. Botri]: ‘Botri’: l’uva in Sicilia, detta ragina però. Tira alla selvaggina, detta labrusca, da la quale per una scrofa avezza a mangiare di quella in un forteri sen fo grassa più dell’altre: il porcaro se avide del fatto e gustandon esso, li sappe buona, piglione una pigna e la presentò a Bacco, re del paese, e come che gli era ingegnoso, ne fé uno pastino e trovò l’uso del vino. G. G. Belli: I cavoli, precipuo frutto degli orti, servivano anticamente di simbolo alla cultura della fanciullezza, considerata quasi pàstino di pianterelle. Figur. M. Ricci: Nella santa benedizione e sacrifici di V. P. raccomando a me e tutta questa vigna o novo pastino del Signore. Voce documentata nel lat. mediev. (nella forma dimin. pastinellum ‘terreno pastino’, nel 740, a Spoleto) e nella toponomastica tosc., dal latino pastĭnum (nei signif. ‘marra’, ‘terreno lavorato con la marra’ e ‘il lavoratore con la marra’), di etimo incerto (forse da connettere con pangere ‘ficcare’). Pastinare, tr. Ant. e letter. Dissodare, scassare un terreno. – Anche assol. Crescenzi volgar.: Il luogo che a questo arboscello sarà deputato si doverà pastinare ovver vangare. Ramusio: Fanno certi monticelli di terra tondi per ordine, come pastinano nel regno di Toledo le vigne, e spezialmente in Madrid, dove si pongono e pastinano i sarmenti a compasso. Lalli: Né sapean far di gran quattro pagnotte, / né accoppiare insieme un par di buoi / o pastinar, come oggi usiam noi. Nomi: Fariaci a forza pastinare il ranco, / cavar le fosse e pascolar l’armento. F. Casini: Il travaglio maggiore di ripurgare il terreno da que’ macchioni, che furon nidi di velenose ceraste, il pastinarlo, il disporlo alla coltivazione, fu opera di più robusti operai che lasciarono a’ successori i frutti di lor fatica. G. B. Graziani: Abbiamo procurato di farlo [il campo] pastinare minutamente più e più volte. 2. Piantare, conficcare. Statuti del comune di Ascoli (1387) [Rezasco]: in fundo socto terra sia pastinato [il delinquente] con lu capo voltato de sotto, sì che in tucto mora. = Voce dotta, lat. pastinare, denom. da pastinum Pastinato-1 (part. pass. di pastinare), agg. Dissodato, zappato (un terreno). – Anche al figur. Crescenzi volgar.: Si deono i suoi noccioli [del pesco] … in luoghi pastinati porre. D. Bartoli: O vigna santa, fondata nel proprio conoscimento, piantata su la croce di Cristo, innaffiata del suo prezioso sangue, pastinata da’ martiri. 2. Sotterrato, sepolto (un oggetto). Esopo volgar.: Figlioli miei, io me parto da questa vit. Li miei beni tucti sono pastinati in la vigna. Pastinato-2, sm. Stor. Nel medioevo, contratto agrario che stabiliva che il concessionario di terreni paludosi e incolti aveva l’obbligo di livellare i fondi, dissodarli, piantarvi alberi da frutto e viti; per tutto il periodo di tempo stabilito da tale contratto, egli non pagava canone, ma non poteva abbandonare il terreno e, alla scadenza, qualora avesse voluto restare sul terreno, doveva sborsare in natura un affitto al concedente, il quale si appropriava di diritto di tutte le migliorie apportate al terreno. = Voce dott, latino pastinatus –us ‘dissodamento’, deriv. da pastinare. Pastinatóre, sm. Stor. Concessionario di terre da bonificare nel contratto di pastinato. Pastinazione, sf. Ant. Dissodamento, scasso. Crescenzi volgar.: Della pastinazione e disposizion della terra nella quale la vigna è da piantare.
4. TESTIMONIANZE IN DIALETTO[vii]
FRIULI VENEZIA GIULIA: «Trieste: siamo nella fascia costiera sotto Santa Croce, una zona tutta a pastini, con un sentiero fra le vigne… qua a Trieste, i pastini si intendono come i terrazzamenti»[viii]. SARDEGNA: «pàstinu s.m. vigneto nuovo, recente. Como ’innennamus su pastinu ora vendemmiamo il vigneto nuovo. Custu es vinigheddhu de su pastinu questo è vinello del nuovo vigneto. || lat. pastinum»[ix] – TOSCANA: «Pastina, in dialetto Pastnà, dal latino PASTINUM che si traduce in "terreno lavorato con la marra"»[x] – PUGLIA: «pastino = terra coltivata»[xi] – LAZIO: «pastinati = tecnicamente contratti di colonia perpetua ad meliorandum, di origine medioevale, tipici del basso Lazio, tanto che si identificano come specifici di quest’area.»[xii] - PUGLIA: «pastunu = vigna giovane»[xiii] - CAMPANIA (AV): «pastunu = podere»[xiv] - CAMPANIA (BN): «Pàstino: terreno fertile, coltivato ad alberi da frutto, forse col pastino, pastiniello, ferro biforcuto per piantagione»[xv] – CAMPANIA (CE), Gioia Sannitica: pàštënu / pàštunu (rilevazione del sottoscritto) - CAMPANIA (CE): «Pastino (o Pasteno) (dall’attrezzo per dissodare): nome di varie località. Nel XVI secolo: pastino o pastina aveva il significato di ampi terreni (terreno arborato). Pàstino infatti significa: terreno fertile, coltivato ad alberi da frutto, forse col pastino, pastiniello, ferro biforcuto per piantagione»[xvi] - CAMPANIA: Capri (NA): «Pastena, vicoletto. Il nome deriva da "pastino", attrezzo da lavoro in ferro biforcuto adatto a dissodare la terra. E' collegato a "pastinato" cioè a quel tipo di contratto agrario che prevedeva la bonifica delle terre incolte e introdotto dai Benedettini intorno al 580, specie in Campania.»[xvii] - LAZIO (FR): «La frazione di Pastenelle»[xviii] - LAZIO (ROMA): «pàstinu (vigneto giovane)»[xix].
5. CONCLUSIONE
I termini ‘pastino’, ‘pastinare’, ‘pastinazione’, ‘pastinatore’ sono entrati nell’italiano antico come voci dotte, di uso letterario, che traducevano le corrispondenti forme latine. A ciò deve aver contribuito anche il loro uso in campo giuridico, per l’esistenza di un contratto, il pastinatus, che in alcune zone regolava i rapporti tra il proprietario di un terreno e i contadini che si assumevano il carico di metterlo a coltura. A un certo punto però – come documenta il GDLI[xx] – la parola ‘pastino’ e gli altri termini della stessa area semantica non sono stati più usati in italiano, tanto che nei moderni vocabolari[xxi] sono registrati come termini obsoleti.
Il temine latino pastinu(m) è rimasto invece in uso nei dialetti, nelle forme già ricordate (pàstënu, pàstunu, pàstinu, pàstënë, pastënégliu, pastënèlle, pastunà=verbo): nella toponomastica minore per designare località o piccoli appezzamenti di terreno adibiti - un tempo o ancora oggi - a vigneti, frutteti, orti e nella toponomastica maggiore – con desinenza normalizzata in -o sul toscano/italiano, – nel nome di città più o meno grandi, a ricordo del fatto che nei luoghi dove queste attualmente sorgono, in tempi antichissimi c’erano foreste, paludi, lande desolate, conquistate alla coltura e all’insediamento umano con il lavoro indefesso di generazioni di contadini, a forza di muscoli e con l’uso di attrezzi semplici ma efficaci. (14-05-2012)
[i] L’Agricoltura di Lucio Giunio Moderato Columella volgarizzata da Benedetto Del Bene, vol I, Verona, MDCCCVIII. [ii] L’Agricoltura”. cit. [iii] L’Agricoltura”. cit [iv] L’Agricoltura”. cit [v] L’Agricoltura”. cit [vi] Du Cange, et al., Glossarium mediæ et infimæ latinitatis. Niort : L. Favre, 1883-1887. [vii] Le testimonianze sono desunte dal Web, attraverso l’esplorazione di siti di storia, tradizioni, usi e costumi locali, indicati in nota come fonti. [viii] http://www.atrieste.eu/Forum3/viewtopic.php?f=11&t=5657&start=20 [xii] http://italia.indettaglio.it/ita/lazio/frosinone_cervaro_pastenellepacittisprumaro.html [xvi] http://asmvpiedimonte.altervista.org/Cimino_Luigi/La-toponomastica-rurale-antica-di-Valle-Agricola.html [xvii] http://www.capridream.com/topoanacapri.htm [xviii] http://italia.indettaglio.it/ita/lazio/frosinone_cervaro_pastenellepacittisprumaro.html [xix] http://www.poetidelparco.it/index.php?pag=9&id_profilo=537 [xx] Grande Dizionario della Lingua Italiana, Utet, Torino [xxi] v., ad es., il Grande Dizionario dell’Uso, Utet, Torino
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