Giornali Scolastici Online |
Sperimentazioni Didattiche | |||
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Prima edizione Maggio 1973 |
Seconda edizione Dicembre 1982 |
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Poesie composte da alunni della scuola media Luigi Settembrini di Gioia Sannitica nell'anno scolastico 1972-73. | |||
10/06/2008 - Incoraggiato dal favore con cui sono state accolte queste «Poesie nella Scuola Media» già al loro primo apparire, le ripropongo per i lettori di Internet, convinto che l'opera, trentacinque anni dopo la pubblicazione della prima edizione, conservi in pieno la sua freschezza di contenuto e il suo valore didattico. Vittorio Civitillo |
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VITTORIO CIVITILLO
POESIE NELLA SCUOLA MEDIA
COMPOSTE DAGLI ALUNNI E CURATE DALL'INSEGNANTE
PRESENTAZIONE |
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Le poesie raccolte in questo volumetto sono state composte da alunni della scuola media «Luigi Settembrini» di Gioia Sannitica, durante l'anno scolastico 1972-'73, e sono un esempio dei risultati che si possono ottenere incoraggiando gli allievi a manifestare, attraverso la libera composizione e sperimentazione, le loro capacità creative. L'iniziativa non è stata imposta dalla cattedra ma è nata spontaneamente, negli alunni, a seguito dello studio di poesie di autori contemporanei e della constatazione di come essi, a differenza dei poeti del passato, non osservino precise regole di accento azione, rima, numero di sillabe e disposizione in strofe, bastando, per la creazione poetica, la disponibilità dell'artista ad investire di emozione lirica i temi che di volta in volta affronta e la padronanza del mezzo espressivo. L'apparente facilità della composizione poetica, svincolata dalla necessità di imparare ed applicare «regole», e l'incoraggiamento rivolto ai ragazzi a cimentarsi in essa, facevano nascere ben presto le prime «poesie». Erano componimenti a volte poco chiari, appesantiti da elementi dispersivi e inutili. Contenevano errori di ortografia e improprietà di linguaggio. Il taglio dei versi era approssimativo o del tutto inesistente, e così pure la disposizione in strofe. Presentavano, però, una freschezza e genuinità di ispirazione che andavano valorizzate, anche per non spegnere, con un atteggiamento di sufficienza, l'entusiasmo degli autori. Concordavo, pertanto, con questi la correzione degli errori di ortografia e di forma, la sostituzione di espressioni eccessivamente dialettali e un taglio più ordinato dei versi, badando, soprattutto, a non fare aggiunte e a non modificare il contenuto, che andava rispettato al massimo e in ogni caso. In questo modo le modificazioni rimanevano un fatto quasi esclusivamente tecnico ed era minore il rischio di far apparire all'autore come cosa non sua il prodotto della correzione. Essendo, però, questa un fatto sempre soggettivo, e pertanto discutibile, in fondo ad ogni pagina della presente opera, sotto la poesia corretta, viene riportata quella originale, trascritta con assoluta fedeltà fin negli errori di ortografia. Ciò per dar conto dell'entità e della natura delle correzioni; per attestare l'autenticità delle poesie; per offrire al lettore la possibilità di interpretare correttamente i contenuti da me eventualmente fraintesi e alterati; per mostrare, infine, quanto sbagliato sarebbe l'atteggiamento di chi, leggendo frettolosamente alcuni originali, esprimesse una valutazione negativa solo in base agli errori di ortografia e di proprietà linguistica, e si lasciasse sfuggire la vera ricchezza di questi componimenti, e cioè i contenuti, le immagini, il sentimento che il ragazzo ha voluto esprimere. Lo spunto per le singole composizioni è stato offerto, nella maggior parte dei casi, dal lavoro scolastico e dallo stimolo che gli allievi ne hanno ricevuto a guardare con occhio critico e consapevole la realtà che li circonda e a manifestare il proprio mondo interiore. Da ricerche, considerazioni e letture sul paese e le sue caratteristiche di piccolo centro rurale, sulla famiglia, sul lavoro, sui poemi epici, sulla primavera, sull'ecologia, sono nate, ad esempio, le poesie che hanno per argomento le frazioni, il castello medievale, l'ambiente umano e il paesaggio; gli affetti familiari e il mistero della morte; le attività dei contadini e i disagi dell'emigrazione; i personaggi più affascinanti del mondo omerico; il risveglio periodico della natura e i danni che ad essa arrecano l'inquinamento e la caccia. Su questi, e altri argomenti, è stato svolto in classe il normale lavoro di ricerca, discussione ed esposizione scritta e orale. Le poesie sono state un'attività aggiuntiva, e del tutto volontaria, effettuata dagli alunni quando rimanevano particolarmente colpiti da un argomento oggetto di studio o quando desideravano comunicare esperienze, interessi, stati d'animo particolari, di cui la scuola non aveva chiesto la manifestazione, ma che urgevano loro dentro. L'attività è stata incoraggiata, quindi, non nella speranza di scoprire o creare dei poeti, ma per lasciare spazio all'esperienza dell'allievo, onde farlo sentire parte attiva nel processo educativo ed aiutarlo, attraverso la libera indagine e manifestazione del proprio mondo interiore, a maturare la coscienza di sé e a crescere come persona. Prof. VITTORIO CIVITILLO
VALIDITÀ DI UN ESPERIMENTO DIDATTICO
La validità dell'esperimento di libera attività creativa da parte degli alunni, che qui viene presentato, è comprovata da quanto affermato dal Legislatore negli atti istitutivi della nuova Scuola Media. Nella «Premessa» generale ai programmi, infatti, è affermata esplicitamente la necessità di incoraggiare le «libere forme di esperienza espressiva e creativa» degli alunni, nonché quella di «favorire la responsabile libertà degli insegnanti nell'inventiva didattica, effettivamente rivolta a raggiungere le mete dell'istruzione di base». II valore delle «libere attività» è chiarito nel «Commento alla legge», ove si dichiara che esse «giovano, indubbiamente, alla formazione di una personalità più completa», «permettono all'alunno di cimentarsi in applicazioni di suo gradimento» e «giovano agli insegnanti per studiare gli interessi che emergono» e, quindi, per comprendere ed aiutare meglio gli allievi a realizzarsi. Quanto alle mete che l'insegnamento dell'italiano deve conseguire, la «Premessa» afferma che esse consistono nell'«assicurare terminalmente agli alunni chiarezza di pensiero, possesso adeguato della lingua nazionale e capacità di esprimersi in essa». Mete che vanno conseguite, secondo le «Avvertenze» al programma di italiano, dedicando, tra l'altro, «cure attente» agli «esercizi di composizione» i quali «trarranno argomento dal mondo esterno sul quale si aprono gli occhi dell'alunno o dal suo mondo interiore, e assumeranno, di volta in volta, la forma di descrizione, relazione, cronaca, diario, ecc ». Alla luce di questi principi, mi sembra di poter affermare che le poesie qui pubblicate si inseriscano con pieno diritto fra le attività non solo permesse, ma esplicitamente richieste dal Legislatore, per l'attuazione di una Scuola veramente nuova e a misura dell'allievo. Dott. Prof. ANDREA IANNOTTA Preside della Scuola Media Statale «Luigi Settembrini» di Gioia Sannitica (Caserta) |
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PARTE PRIMA: POESIE IN PRIMA MEDIA |
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GIOIA SANNITICA
Gioia Sannitica, un nome che non potrò mai dimenticare.
Gioia Sannitica, un piccolo gruppo di casette.
Gioia Sannitica, paese mio natio.
Mario Grandetti
ORIGINALE: Gioia Sannitica, / un nome che non potrò / mai dimendicare. / Gioia Sannitica, / un piccolo gruppo / di casetta. / Gioia Sannitica , / Oh mio paese natio.
LA MIA FAMIGLIA
La mia famiglia è formata di undici persone, tra le quali c'è a chi voglio bene e a chi non voglio bene.
Essa è la più numerosa del paese ed io sono contento perché quando ci riuniamo vicino alla tavola facciamo a chi finisce prima
e quando usciamo per andare in campagna, chi con la zappa e chi con altri attrezzi, sembriamo dei guerrieri che vanno contro il nemico.
Michele Pascale
ORIGINALE: la mia famiglia è formata / di undici persone il / quale c'era a chi voglio bene / e a chi non gli voglio bene, / sono molto contento perche / quando ci riuniamo vicino / alla tavola facciamo a chi / finisce prima. La mia famiglia / più grande al mio paese e / io sono molto condento / perché quando usciamo che / andiamo in campagna chi / con la zappo chi con atri / attrezzi sempriamo dei guerrieri / che andiamo contro il / nemico.
LA MIA TERRA
Cara mia terra ora che ti dovrò vendere ad altri, non vorrei,
perché ho molti ricordi legati a te, specie quello di mio padre che è morto.
E anche il ricordo di amici che un giorno non riconoscerò più, perché ci separeremo, dopo dodici anni.
E il ricordo di un pony che avevo con me, ed anche lui è dovuto andare al macello;
e della cagnetta, molto bella e giocherellina, la quale è morta.
Domenico Lanna
ORIGINALE: Cara la mia terra ora che / ti dovrò vendere ad altri ed io non / vorrei perché ci ho molti ricordi su di te / specie quello di mio padre che è / morto. / E anche il ricordo di amici che / un giorno non li riconoscerò più perchè / ci separeremo dopo 12 anni. / E anche il ricordo di un pony / che avevo con me e anche lui e dovuto / andare al macello, e della cagnetta / molto bella e giocherellina, la quale / è morta.
LA CASETTA TRISTE
Povera casetta, perché sei così triste? Perché piangi sempre?
Ci sono tanti monelli vicino a te e ognuno di loro prende una pietra della tua cara fabbricazione.
Quando sei nata eri tanto contenta e contento era chi è vissuto nelle tue stanze.
Adesso sembra che hai vergogna di stare vicino a delle ville.
Ma non piangere, perché ci sarò io a farti bella e ritornerai come prima.
Marisa Di Virgilio
ORIGINALE: Tu povera casetta, / perché sei cosi triste, / perche piangi sempre / ci sono tanti monelli vicino a te / ognuno di loro si prende una pietra / della tua cara fabbricazione quan-/ do sei nata eri tanto contenta e / contento chi ha vivuto nelle tue / stanze sempra che hai vergogna / di star vicino a delle ville ma non / piangere che ci sarò io per farti / bella e ritornerai come prima.
AUTUNNO
Sei arrivato tu, autunno, noi ragazzi non possiamo più uscire, perché incomincia a fare freddo.
Gli alberi sono spogli e non si vedono più molte specie di uccelli che hanno bisogno dei paesi caldi.
Si vede solo qualche passero sui tetti delle case e qualche pettirosso sugli alberi, e il loro cinguettio sembra una musica.
I ragazzi vanno a scuola ed io sento una ferita sopra al cuore perchè penso che deve arrivare l'inverno.
Michele Pascale
ORIGINALE: Sei arrivato tu autunno / noi ragazzi non siamo / condendi perchè non / possiamo uscire più fuori / perche incomincia a fare / freddo gli alberi sono spogli, / non si vedono più molte / specie di uccelli perche loro / anno bisogno dei paesi caldi / si vede qualche passero che / cinquetta sui tetti delle case / e pur qualche pettirosso su / qualche albero che con il / suo cinquettio sembra una / musica. Si sentono i / ragazzi che vanno a scuola / e subito sento una / ferita sopra al cuore / perche sendento i ragazzi / che corrono e subito / penso che deve arrivare l'inverno.
LA PRIMAVERA
Me ne sono accorta subito che sei arrivata tu, primavera, perché la mattina, quando ancora dormo,
sento gli uccelli che cantano sul davanzale della finestra e mi fanno svegliare con il loro dolce canto.
Corro subito per vederli, ma appena mi sentono scappano, forse perché hanno paura che io li voglia uccidere.
Ma io vorrei solo accarezzarli, e non altro.
Enrichetta Santagata
ORIGINALE: Me ne sono accorta subito / che sei arrivata tu primavera. / Perché la mattina, quando io / ancora dormo, sento gli uccelli / che cantano sul davanzale della / finestra. Mi fanno subito svegliare / con il suo dolce canto. / Corro subito alla finestra, / per vederli come cantano / ma appena mi sentono / scappano, perché forse / hanno paura che io / li volessi uccidere. / Ma io li vorrei fare solo delle carezze / e non altro.
LA CORRENTE ELETTRICA
Oh, corrente elettrica, tu sei la mia luce!
Di notte, alcune volte te ne vai e nel mio cuore c'è tanta voglia di rivederti.
Quando ti rivedo, rivolgo lo sguardo a Dio e gli dico: « Grazie, per avermi ridato la luce! ».
Angelo Maddaloni
ORIGINALE: Oh corrente elettrica tu sei / la mia luce. di notte alcu- / ne volte te ne vai e nel / mio cuore c'è tanta voglia / di rivederti quando ti rivedo rivolgo lo / sguardo a Dio dicendogli grazie, / per avermi ridato la luce.
MADONNA
Oh, Madonna, quanto è bella la tua veste rosa, lunga fino alle caviglie!
La tua corona brilla come oro, sopra un velo celeste che ti copre la testa,
ed hai molti oggetti d'oro di cui i fedeli ti hanno fatto dono.
Assunta Cusano
ORIGINALE: Oh! Madonna quando è / bella la tua veste rosa lunga / fino alle caviglie. / La tua corona brilla come / oro, sopra un velo celeste / che ti copre la testa. / Tu hai molti oggetti d'oro / che persone ate hanno fatto / dono.
I FUCILI AUTOMATICI
Uomo che costruisci sempre nuove armi per uccidere gli animali,
non pensi che verrà un giorno che ci sarai solo tu nel mondo
e non sentirai più nemmeno un uccello cantare?
Mario Grandetti
ORIGINALE: Oh uomo che costruisci sempre / nuove armi per uccidere gli / animali, non pensi che verrà / un giorno che sarai solo tu / nel mondo e non sentirai nemmeno / un uccello cantare.
ETTORE
Sentisti urlare e il tuo cuore incominciò a battere perché sapevi che era
il tuo valoroso nemico che veniva per vendicare la morte dell'amico, che tu avevi ucciso.
Avesti paura e capisti che anche il tuo destino era giunto.
Michele Pascale
ORIGINALE: Sentisti urlare e il tuo / cuore incomincio a battere / perchè tu sapevi che era il / tuo valoroso nemico, che veniva per venticare la morta del / suo amico che tu avevi ucciso. // Appena tu vedevi che il / tuo nemico ti / veniva incontro avesti paura / e forse ti pensasti che / era meglio che gli dicevi / che se tuo padre andava / a chiedere il tuo / corpo glielo doveva dare / ma lui era morto nervoso / e tu capisti che anche il tuo / destino ti era raggiunto.
LA PARTENZA DEI MIEI GENITORI
Sapevo che quel treno che scappava veloce doveva portarmeli via.
Salutai, con due grosse lacrime sul viso, la mamma e il papà.
Non potevo staccare lo sguardo da quel treno che scappava lontano.
Li piansi tanto, anche se sapevo che dovevano farlo per vivere e, soprattutto, lo facevano per me.
Li salutai con angoscia e tenni il dolore per me.
Elisabetta Melillo
ORIGINALE: Poesia. La partenza dei miei genitori. Svolgo. Sapevo che quel treno che scappava / veloce doveva portarmeli via. / Salutai con due grosse lacrime / sul viso la mamma e papà. / Non potevo staccare lo sguardo / da quel treno che scappava lontano. / Li piansi tanto anche se sapevo che / dovevano farlo per vivere e soprattutto / lo facevano per me. Li salutai con / angoscia e tenni il dolore per me.
AZZURRA
Azzurra era una cagnetta che beveva ancora latte materno quando, in un giorno brutto,
la trovai per una strada solitaria e la portai a casa.
La cagnetta beveva molto latte col biberon,
però un mattino la trovai morta e mi dispiacque molto non vederla più camminare per la casa.
Domenico Lanna
ORIGINALE: Azzurra era una mia piccola cagnetta che / beveva ancora latte materno e in un giorno / brutto la trovai per una strada solitaria / la presi e me la portai a casa. / La cagnetta beveva molto latte col biberon / però un mattino la trovai morta e mi / dispiaceva molto non vederla / più camminare per la casa.
IL PALLONE
Eri giovane e bello e correvi per i prati insieme a me.
Adesso, però, hai un buco e sei sgonfio e tutto ciondoloni.
Non servi più e sei scontento.
Alessandro Maccanico
ORIGINALE: Eri giovane e bello corre / per i prati in sieme a me ma / però ora ciai un buoco e sei / sgonfio e tutto a ciondoIoni non / servi più e sei scontento.
NATALE
Natale, sei arrivato! C'è tanta felicità in noi.
Natale, ogni anno ci fai ricordare del nostro Signore Gesù.
Annamaria Ciarleglio
ORIGINALE: Natale sei arrivato cè / tanta felicità in noi. / Natale ogni anno ci / fai ricordare del nostro / Signore Gesù.
PRIMAVERA
E' arrivato! E' arrivato San Benedetto, con le sue rondini, coi suoi fiori e con le sue giornate piene di sole splendente. E' arrivata la primavera!
Michele Barone
ORIGINALE: Poesia. Primavera. E arivato! / San Benedetto con le / sue rondini, coi suoi fiori e con / le sue giornate piene di sole / splendente. E' arrivata la primavera.
IL MIO GREGGE
Povero gregge, sei molto dimagrito perché adesso vado a scuola e non ti posso più portare al pascolo dalla mattina alla sera, ma devi aspettare il mio ritorno.
Michele Pascale
ORIGINALE: Il mio gregge e piutosto / grande ed io sono molto / condendo quando lo porto / al pascolo perchè mi diverto / a vedere come brucano / l'erba. // Povero gregge adesso sei / molto dimacrito perché / io adesso vado a scuola / e non vi posso portare più / al pascolo dalla mattina alla / sera ma dovete aspettare che / io ritorna da scuola.
DUE NOVEMBRE
Il due novembre, i cimiteri sono pieni di gente che va a visitare i propri defunti.
C'è chi piange, forse perchè ha perduto la persona più cara;
c'è chi prega, inginocchiato davanti alle tombe dei propri cari;
e c'è qualcuno che ride piano piano, senza farsi notare,
forse perchè crede di potersi di nuovo ritrovare vicino alle persone
che da sempre ha amato.
Elena Barone
ORIGINALE: Ogni anno, il due novembre, ricorre la / commemorazione dei defunti. Tutti / i cimiteri del mondo sono pieni di gen- / te che viene e che va a visitare i propri / defunti. C'è chi piange, forse per- / ché ha perso la persona più cara al / mondo, poi c'è chi prega inginocchian- / dosi davanti alle tombe dei propri / cari: prega forse per salvare le loro / anime. C'è qualcuno che ride piano / piano, senza farsi notare dagli altri / forse perchè pensa di potersi di nuo- / vo trovare vicino alle persone che da / sempre ha amato.
IL MIO CANE
Il mio cane è nero e quando vengo dalla scuola lui mi aspetta e certe volte mi salta addosso e mi sporca il cappotto.
Quando mi spoglio viene vicino al mio letto e mi tira i calzini.
Quando andiamo sull'erba e mi corico per terra lui mi salta addosso e mi tira i capelli.
Questo è il mio cane, un po' buffo.
Domenico Lanna
ORIGINALE: Il mio cane e nero e quando / vengo dalla scuola lui mi / aspetta e certe volte mi salta a dosso / e mi sporca il cappotto. / Quando mi spoglio viene vicino il mio / letto e mi tira i calzini. / Quando usciamo vado sull'erba / e mi corico per terra lui mi salta a dosso e mi tira / i capelli. / Questo e il mio cane / un po' buffo.
SAN MICHELE
Quanto sei bello sopra questo altare!
Sei adorno di oggetti d'oro e tra le mani hai una spada, con la quale uccidesti il nemico.
Ora stai in una chiesa e ogni domenica tanta gente è vicino a te.
Marisa Di Virgilio
ORIGINALE: Quanto sei bello sopra a questo altare / sei pieno di oggetti d'oro, / tra le mani hai una spada / il quale uccidesti il nemico e ora sta / in una chiesa tanto grande è ogni domeni- / ca hai tanta gente vicino a te.
LA MORTE DI MIA ZIA SUORA
Era un giorno di primavera, quando è morta.
Di lei ricordo quando veniva a Gioia e raccontava le favole, come la nonna.
Ma un giorno sfortunatamente morì, lasciando nel nostro cuore una spina
di cui non possiamo liberarci perchè ci voleva e le volevamo bene.
Così finì la sua vita.
Carmelina Melillo
ORIGINALE: Era un giorno di primavera / quando è morta. / Il suo ricordo e quando / veniva a Gioia e raccontava / favole come la nonna / Ma un giorno sfortunatamente / morì, lasciando una spina / nel nostro cuore, di cui non / possiamo liberarcene, perche / ci voleva e le volevamo bene. / Così finì la sua vita.
LA NATURA MUORE
O natura vivente, l'uomo ti sta distruggendo
perchè si vuole divertire e non sa che voi animali piccoli siete indifesi.
O natura vivente, l'uomo ti vuole proprio
distruggere.
Mario Grandetti
ORIGINALE: Oh natura vivente / l'uomo ti sta distruggento / perchè lui si vuole divertire / e non sa che voi animali piccoli / sieti indifesi. / Oh natura vivente / l'uomo ti vuole proprio distruggere.
PRIAMO
Eri vecchio e debole però il coraggio non ti mancò perché volevi che l'anima di tuo figlio riposasse in pace.
Achille era nella tenda e ti parlò un po' crudamente.
Però tu, con dolci parole, lo facesti commuovere ed egli ti restituì di cuore il corpo di tuo figlio,
morto per amore della sua città.
Michele Pascale
ORIGINALE: ASTIANAT Eri vecchio e debole però / il coraggio non ti manco, / perché volevi che l'anima / di tuo figlio riposasse in pace. / L'uccisore di tuo figlio era / nella tenta, e tu piano / piano ti avvicinasti, però / lui appena vi vidde penso / al fatto che voleva fare a tuo / figlio. Ivi parlo un po crudele / perché ne era sicuro che / non ti avrebbe dato il corpo / morto, però tu con le tuo / dolci parole lo facesti com- / muovere e lui con cuore / ti diete il corpo di tuo figlio / morto per l'amore della / sua citta
IL MIO PAESE
Il mio paese non è un gran che ma un po' così.
Adesso è diventato un bel paesetto perché il Comune, e soprattutto il Sindaco, si è deciso a farlo aggiustare ed esso si è un po' civilizzato.
Però a me non piace lo stesso.
Elisabetta Melillo
ORIGINALE: Il mio paese. Svolgo. Il mio paese / non è un gran ché / ma un pò così. / Adesso è diventato / un bel paesetto / perche il comune e / sopratutto il « sindaco » / si è deciso a farlo aggiustare un pò. / Ed ora è un pò civilizzato. / Però a me non piace lo stesso.
IL MIO LAVORO
Io lavoro nei boschi. E' un lavoro molto pesante e un po' pericoloso.
Ormai mi sono abituato e lo faccio volentieri, anche se è un lavoro fastidioso.
Ma tutti i boschi, quando arriva il mese di maggio, incominciano a verdeggiare perchè fa molto caldo, ed io mi diverto di più.
Enrico Di Virgilio
ORIGINALE: Io lavoro i boschi, / e un lavoro molto pesante, / e un po pericoloso. / Ormai mi sono abbituato, / e lo faccio volentiere, / anche se è un lavoro fastidioso. / Ma tutti i boschi, / quando arriva il mese di maggio, / incominciano a vertegiare, / perché fa molto caldo. / E io mi diverde di più.
LA PRIMAVERA
La primavera è tornata portando fiori, erbe ed animali. La natura si è risvegliata dal suo lungo sonno,
le rondini e gli altri uccelli tornano ai loro nidi e li aggiustano con fango e paglia.
Tutto sembra più bello, specialmente la natura, e i bambini possono uscire a giocare.
Almerinda Iannotta
ORIGINALE: La primavera è torna- / ta portando fiori, erbe e / animali. / La natura si è risvegliata / dal suo lungo sonno. / Le rondini e gli / altri uccelli tornando ai / loro nidi, e li aggiusteran- / no con fango e paglia. / Tutto sembrerà / più bello, specie la / natura, e i bambini / possono uscire a gio- / care.
AUDUNI
Il mio paese mi piace molto perché non ha molti abitanti però è ben riunito e ci sono le strade per ogni gruppo di case.
In mezzo c'è una bella chiesetta col campanile alto e la gente che viene e si ferma dice: « Com'è bella
questa chiesetta così lavorata! ».
Enrichetta Santagata
ORIGINALE: Mi piace molto, perche non ha / molti abitanti, però è ben riunito / ci sono le strade per ogni gruppetto / di case / In mezzo c'è una bella chiesetta / con campanile alto./ E la gente che viene / e si ferma, dicono com'è bella questa / chiesetta così lavorata.
IL MIO CAPRETTO
Quando tu nascesti io ero contento. Ma adesso sono scontento perché tua madre è morta.
I capretti di un'altra capra sono protetti dalla madre, ma tu sei minacciato. Poi, il buon latte di tua madre non lo bevi più ma bevi quello di una mucca
che non ti fa crescere come ti faceva crescere quello di tua madre perché il buon Dio ad ogni animale ha dato il latte buono e apposta per far nutrire il suo figlioletto.
Ora, per te, sono dispiaciuto.
Michele Pascale
ORIGINALE: Poesia. Il mio capretto. Quando tu nascesti / io ero contento. Ma adesso / sono scontento perche tua / madre è morta. I / crapetti di un'altra / capro sono adorati dalle / pecore ma tu sei minacciato / dalle pecore. Poi il buon / latte di tua madre non / lo bevi più, ma bevi quello / di una mucca che non ti / va crescere come ti faceva / crescere tua madre. Perché / il buon Dio ad ogni / animale gli a dato il latte / buono e apposta per fare / nutrire il suo figlioletto. / Or per te sono dispiaciuto.
ASTIANATTE
Astianatte, tu che sei figlio di un grande eroe, ora sarai scordato da tutti
e se vorrai bere o mangiare
te ne daranno così poco che non servirà a niente.
Domenico Lanna
ORIGINALE: ASTIANATI Astianati tu che sei figlio di un grande ero ora / sarai scordato da tutti e se vorrai bere o mangiare / te na daranno cosi poco che non servira a niente.
POVERO ALBERO
Povero albero, eri così grande che nessuno poteva raggiungere i tuoi rami.
Chiunque passava ti dava uno sguardo.
Ed ora, dove sei? A terra, in tanti pezzi!
Poveri rami, tanto belli, che ora stanno bruciando sul fuoco.
Marisa Di Virgilio
I ORIGINALE: Povero albero, / eri cosi grande che nessuno ti poteva / raggiungere, / chi meglie passava, / ti dava uno sguardo, / E ora, dove sei? / A terra, in tanti pezzi, / Poveri rami tanto belli / e ora stanno bruciando vicino al fuoco.
IL MIO SALVADANAIO
Salvadanio, prima eri bello e in te vi erano tanti soldini, ma tu non li volevi cacciare ed io ti ruppi e adesso stai lì, per terra, tutto frantumato.
Mario Grandetti
ORIGINALE: Oh salvadanaio prima tu eri / bello e in te vi erano tanti / soldini, ma tu non li volevi cacciare / ed io ti ruppi e adesso lì per / terra stai tutto frantumato.
PRIMAVERA
Dopo tanti giorni di pioggia è arrivata la primavera coi suoi bei fiori e i prati verdi.
Gli uccelli sono tornati dai paesi freddi e cinguettano sui rami degli alberi.
I bambini sono contenti ed escono all'aperto.
Essi giocano a rimpiattino e sono come degli uccellini.
Alfonsina De Crescenzo
ORIGINALE: Dopo tanti giorni di pioggia è / arrivata la primavera, coi / suoi bei fiori e prati verdi. / Gli uccelli sono arrivati dai / paesi freddi, e cinguettano sui / rami degli alberi. / I bambini sono contenti, ed / escono all'aperto. / Essi giocano a rimpiattino e sono / come degli uccellini.
AL CIMITERO
Stavo mettendo dei fiori al mio nonno morto quando vidi una tomba piccola e senza un fiore.
Capii subito che c'era un ragazzo: presi due fiori e glieli misi davanti.
Mi sentii felice, avendo fatto quell'azione, e me ne andai contento.
Alessandro Maccanico
ORIGINALE: Stavo mettendo dei fiori a mio / nonno morto quando / mi girai vidi una / tomba piccola e senza un fiore / e capi subito che c'era un ragazzo / presi due fiori e c'è li misi / davanti. / Mi sentii felice / avendo fatta quell'azione / e me ne andai contento.
INTER INTERINA
Sei molto carina e piena di gioventù e quando segni un gol i tuoi tifosi saltano dalla gioia. Inter Interina, sei molto visparella ma ricorda di non farti mai bucare dalla tua squadra avversaria!
Angelo Maddaloni
ORIGINALE: Inter Interino. Sei molto carino e / pieno di Gioventù e quando / Segni un gol. I tuoi tifosi saltan / dalla gioia. / Iter Interino sei molto visparello / e ricorda di non farti mai / sbucare dalla tua squadra avversaria.
NATALE
E' ritornato il Natale e noi bambini siamo contenti perché ognuno di noi aspetta il proprio regalo.
Sono contenti anche i bambini che si trovano in ospedale perché anche loro avranno un regalo.
Intanto, per passare il tempo, guardano quel grande albero che è posto in ogni corsia.
Michele Pascale
ORIGINALE: E ritornato il natale / ed noi bambini non / siamo più scondenti / ma piùtosto condenti / perché ogniuno di noi / aspetta il proprio regalo. // Sono condenti anche i / bambini che si trovano / in ospedale perché anche / loro avrano un regalo / e per passar tempo si / mettono a quardare quel / grande albero che sta posto / ad ogni corsie.
GLI UCCELLI
Voi, uccelli, non sapete la vostra fine ma i cacciatori vi stanno distruggendo perché uccidono milioni di uccelli all'anno.
Noi cerchiamo di proteggervi ma invano perché non ci sono le leggi. E intanto vi uccidono per gioco o per tiro al bersaglio.
Marcello Pascale
ORIGINALE: Poesia. Gli uccelli. Voi uccelli non sapete la vostra / fine tutti i cacciatori vi stanno dis- / truggendo e uccidono milioni di uccelli all'anno. Noi cerchiamo di prote- / gervi ma e invano perché non / vogliono ubbidire alle leggi, questi / vi uccidono per gioco, o per fare / tiro al bersaglio.
L'ALBERO
Oh, albero, sei stato abbattuto dagli uomini!
Avevi un secolo ma ora non conti più e ti metteranno al fuoco perché sei molto secco.
Annamaria Ciarleglio
ORIGINALE: Oh albero sei stato / abbattuto dagli uomini. // Avevi un secolo ma / ora non conti più. // Gli uomini ti metta / al fuoco perchè sei molto / secco.
GENNAIO
Una mattina di gennaio mi svegliai ed era sempre lo stesso, con la neve, con la pioggia.
Ma ad un tratto mi ricordai che era il cinque, giorno molto bello perché precede l'Epifania, che noi ragazzi aspettiamo con ansia.
Domenico Lanna
ORIGINALE: In una mattinata di Gennaio mi svegliai / ed era sempre lo stesso: con la neve, con la / pioggia. / Ad un tratto mi ricordai che era il 5 / per noi ragazzi era il girno molto bello / perché il 6, giorno seguene era l'epifania che / i ragazzi aspettavano con ansia.
IL TAGLIO DEL BOSCO
Povero bosco! Adesso che non ci sei più tu la montagna mi sembra morta.
Specialmente adesso che è caduta la neve ho guardato e non ho più visto
i tuoi rami. Soltanto neve. E subito ho pensato a quei robusti alberi che c'erano prima.
Però vedrai che, col passare del tempo, sarai di nuovo come prima.
Michele Pascale
ORIGINALE: IL BOSCO Povero bosco adesso che non / ci sei più tu mi sempra / una cosa morta perche / maggiormente adesso che / e fatta la neve ho / guardato e non ho visti / più quei alberi / soltanto la neve e subito / ho pensato a quei robrusti / alberi che c'erano prima / pero vedrai che con il / pasar del tempo sarai / dinuovo come prima.
PER LA MIA SQUADRA
Inter, sono tanti anni che tifo per te, ma vedo che incominci a perdere sempre.
Oh, Inter, a me dispiace molto lasciarti ma vedi, io sono fatto così!
Mario Grandetti
ORIGINALE: Inter, sono tanti anni che tifo per te, / ma vedo che tu incominci a perdere / sempre. / Oh inter a me dispiace molto lasciarti / ma vedi io sono così.
CHIESETTA
Eri la chiesetta più bella. Ogni mattina avevi tanta compagnia, tante vecchiette che ti venivano a visitare. Ora, sei restata sola.
Marisa Di Virgilio
ORIGINALE: Eri la chiesetta più bella. / ogni mattina / avevi tanta compagnia, / tante vecchiette, / che ti venivano a visitare, / Ora sei restata solo
PASSERO
O passero che sei caduto dal nido, io non posso fare nulla per riportarti nella tua calda casa.
Non riuscirò ad arrivarci, o passero dalle penne color marrone scuro!
Domenico Lanna
ORIGINALE: Oh passero che sei caduto dal nido e io non posso far / nulla per riportarti nella tua calda casa. / Non riuscirò ad arrivarci oh passero dalle penne color / marrone scuro.
GLI UCCELLI
Gli uccelli danno vita alla natura, ma se i cacciatori li uccidono, addio natura, senza più i bei canti di uccelli melodiosi e canterini, come canarini e cardellini.
Michele Barone
ORIGINALE: Gli uccelli danno vita alla natura / ma se i cacciatori li uccidono addio natura senza sentir i bei canti / degli uccelli melodiosi e canterini / come canarini e cardellini.
CASELLE
Vecchio paese formato da tante case vecchie, io da te non mi ci trovo male.
Noi ragazzi, la sera, chiassosi e contenti, corriamo per le strade deserte
e la notte i genitori e tutta la gente, dormono tranquilli, senza sentire rumori di macchine
perché a te, vecchio paese, non ti hanno aggiustato una strada.
Però vedrai, vecchio paese, che un giorno sarai pieno di turisti perché tu, di bello, hai soltanto quel vecchio castello.
Michele Pascale
ORIGINALE: tu vecchio paese formato / da tante case vecchie, / io di te non ci trovo / male soprattutto noi / ragazzi e alla sera / silenziosi e condenti / corriamo per le strade / e i genitori e tutta / la gende dorme tran- / guilla senza sentire / rumori di macchine / perché a te vecchio paese / non ti anno aggiusta- / ta una strada, pero / vedrai vecchio paese / che un giorno sarai / pieno di turisti / perche tu di bello / ciai soltanto quel / vecchio castello.
LA PARTENZA DI MIO ZIO
Non posso dimenticare il giorno che partì mio zio. Prima, eravamo tutti contenti
però, arrivato il momento della partenza, fummo assaliti dalla tristezza
perché non c'era più chi poteva scherzare con noi, la sera, accanto al focolare, e raccontare le fiabe ai nipotini più piccoli ed anche a me.
Enrichetta Santagata
ORIGINALE: Non posso dimenticarmi quel giorno quando / partì mio zio, prima eravamo tutti / contenti, però arrivato il giorno della / partenza fummo tutti scontenti, perché / non c'era più chi poteva scherzare / con noi la sera, accanto al focolare. / Tutti i nipotini più piccoli ci si mettevano / tutti intorno e si facevano raccontare / le fiabe. Ma partito non c'era più / chi poteva raccontare le fiabe / ne ai piccoli e neanche a me.
IL FIUME
Quando ero piccolo venivo a guardare come scorrevi lontano, nella valle, e giocavo con le tue acque limpide. Ma ora non vengo più perché sei sporco.
Alessandro Maccanico
ORIGINALE: Quando ero piccolo venivo / a guardarti come scorrevi lontano / nellla valle e io giocavo con / le tue acque limpide ma ora / non vengo più perché sei sporco.
LA CAMPAGNA
Oh, campagna, sei tutta spoglia! Il vento ha portato via le foglie dei tuoi alberi e frutti non ve ne sono più.
Mario Grandetti
ORIGINALE: Oh, campagna sei tutta / spoglia il vento ti ha por- / tato via tutte le foglie dei tuoi / alberi frutti non ve ne sono più. / Ricordo in estate quando eri / tutta verde e c'erano tutti quei / bei fiori, frutta abbondante ma / ora quando si sta avvicinando / il natale sei tutta spoglia.
IL CASTELLO
Tu sei là, o castello, sopra un'alta montagna, tutto roccioso e un po' abbattuto.
Sei là e ti mancano alcuni pezzi di te stesso: sei quasi cadente.
Molte persone vengono da te per divertirsi e fare delle gite.
Anche noi, insieme, compagne e compagni, verremo, un giorno, a divertirci da te.
Elisabetta Melillo
ORIGINALE: Tu sei là o castello sopra una / alta montagna, sei tutto / roccioso, sei stato un po' / abbattuto, sei là e ti manca- / no alcuni pezzi di te stesso, / sei quasi cadente. Molte per- / sone vengono da te per diver- / tirsi per fare le gite. Anche / io insieme a compagne e com- / pagni verremo un giorno / a divertirci da te.
CACCIATORI
Uccello che svolazzi e porti in bocca fili di paglia per costruirti il nido sugli alberi,
coverai le uova, da cui nasceranno bellissimi uccellini e sarai felice.
Ma poi torneranno i cacciatori i quali ti uccideranno ed è solo per la loro crudeltà che morirai
e i tuoi figli ti piangeranno come l'uomo piange colui che muore.
Domenico Lanna
ORIGINALE: Come sei bella primavera porti profumi / dolci e soavi, gli uccelli svolazzano e portano / in bocca i fili di paglia per costruirsi il nido / sugli alberi, per poi covare le uova da cui / nasceranno dei bellissimi uccellini e tu sarai / felice. / Ma poi torneranno i cacciatori i quali ti ucciderann- / no e solo per la loro crudeltà che / morirai e i tuoi figli ti / piangeranno come l'uomo piange / colui che muore.
MIO PADRE
Mio padre è una persona intelligente ed io gli voglio bene.
Prima, però, non gli volevo bene perché non capivo che quando mi dava le botte lo faceva per educarmi.
Ma adesso che capisco, prego il Signore che non mi faccia fare brutte azioni, perché sono grande.
Michele Pascale
ORIGINALE: Mio padre e una persona / molto intelligente e io / il quale voglio molto bene / ma prima non lo volevo / bene perchè non capivo / che quando mi dava le / botte me le dava per / educarmi e adesso che / capisco prego il signore / che non mi facesse / fare brutte azzioni perche / sono grande.
ROMA
Roma vince e perde le battaglie, ha paura ed ha coraggio ma alla fine conquista mezza Italia, dopo aver vinto Pirro e i suoi mostruosi elefanti che chiamavano buoi di Lucania.
Michele Barone
ORIGINALE: Roma vince e perde le battaglie ha / paura ed ha coraggio ma alla / fine conquista mezza Italia / dopo aver vinto Pirro coi suoi / mostruosi elefanti che sembravano / buoi di Lucania.
BAMBINO PICCOLO
Caro bambino, perchè sei così pallido? La tua mamma ti ha lasciato?
In questa misera culla stai come un uccello nel nido che pigola pigola sempre di più.
Finché non ritorna la tua mamma, tu piangi sempre.
Marisa Di Virgilio
ORIGINALE: Caro bambino perchè stai così pallido / la tua mamma ti ha lasciato? / in questa misera culla / Stai come un uccello / nel nido che / pigola pigola sempre di più / affinché non ritorna / la sua mammina / Cosi sei anche tu affinche non ritorna / la tua madre tu / piangi sempre,
LA MIA CASA
La mia casa è molto vecchia ma io spero che non l'aggiustino perché mi piace così e perché vi sono vissuto da quando son nato.
Della mia casa ho molti ricordi, come di quando è morta la mia cagnetta e ne ho avuto un dolore che conserverò per tutta la vita.
Domenico Lanna
ORIGINALE: La mia casa è molto vecchia e io spero che non la / aggiustiamo perché mi piace cosi e perché ci / ho vissuto da quando sono nato cioè 12 anni / e ho molti ricordi della mia casa, come / quando è morta la mia cagnetta ho avuto un / rancore che conserverò per tutta la vita.
POLIFEMO
Tu, o Ciclope mostruoso che mangi carne umana, ti sei fatto ingannare da un uomo come Ulisse che con la sua astuzia è riuscito a scappare.
Ormai sei stato accecato e non potrai più vedere la luce del giorno.
Invano pregherai tuo padre Nettuno di farti ridare la vista.
Assunta Longobardi
ORIGINALE: Tu o Ciclope mostruoso, / che mangi carne umana / ti sei fatto ingannare / da un uomo come Ulisse, / che con la sua astuzia è / riuscito a scappare. Tu ormai sei stato accecato, / e non potrai più vedere la luce / del giorno. / Invano pregherai tuo padre Nettuno / di farti ridare la vista.
LA CACCIA
La caccia è una rovina per tutta la terra perché ogni giorno muoiono migliaia e migliaia di uccelli e di animali indifesi.
L'uomo ha l'intelligenza ma é crudele perché fa cose sempre più potenti per distruggere la natura.
Angelo Maddaloni
ORIGINALE: La caccia è un malessere per / tutta la terra. Perchè? / Perchè a uccider la natura / non è mica bello. / Ogni giorno muoiono migliaia e / migliaia di uccelli ed animali / non è mica bello uccider anima- / indifesi! L'uomo è un animale / con intelligenza ma crudeli / perche fa cose sempre più poten- / ti per distruggere la natura.
I CONTADINI
La mattina, i contadini escono di casa presto, per andare a lavorare, e ritornano al tramonto.
A volte mi trovo sul balcone e li vedo ritornare, chi con la zappa sulle spalle, chi con un fascio d'erba per dar da mangiare alle mucche.
Ognuno torna alla propria casa ed è contento di aver fatto il proprio lavoro quotidiano.
Elena Barone
ORIGINALE: La mattina la gente esce di casa presto per / andare nei campi, ritornano al tramonto. Io / certe volte mi trovo sul balcone e li vedo / ritornare chi con la zappa sulle spalle chi con / un fascio d'erba per dare da mangiare alle / mecche, così ogni uno torna alla propria ca- / sa contento di aver fatto il proprio lavoro / quotidiano.
L'USIGNOLO
Usignolo, sei tutto solo perché i tuoi amici sono morti per la crudeltà dell'uomo.
Sei tutto triste: canti, ma sei l'unico a cantare e pensi che tra qualche giorno morirai anche tu.
Mario Grandetti
ORIGINALE: Oh, usignolo sei tutto solo / perché i tuoi amici son morti / per la crudeltà dell'uomo. / Sei tutto triste canti / ma sei l'unico a cantare, / e tu pensi che tra qualche / giorno morirai anche tu.
LA MORTE DI MIO NONNO
Sapevo che un giorno doveva morire, sapevo che egli tanto soffriva, sapevo che aveva un cuore affettuoso ma ormai malato.
E adesso non c'è più, anche se dentro aveva tanto affetto. Però egli aspetta tutti lassù, insieme a lui.
Elisabetta Melillo
ORIGINALE: Sapevo che un giorno / doveva morire, / sapevo che egli tanto soffriva / sapevo che aveva un cuore / affettuoso ormai malato / adesso non c'è più anche / se dentro c'era tanto affetto. / Però egli aspetta tutti / lassù insieme a lui.
PASSERO
Passero che volavi lentamente sugli alberi di casa tua e pigolavi ai tuoi figlioletti, non sapevi che un cacciatore ti stava guardando per sparare!
Alessandro Maccanico
ORIGINALE: Ho passero che volavi lentamente / su gli alberi e / pingolavi ai tuoi figlioletti. / Ma però tu non sapevi che / un cacciatori ti sta guardando / per sparare.
IL CASTELLO
Povero castello, povero e abbandonato, non hai più neppure un muro a livello: sono tutti rotti e storti!
Sì, tutto questo, però io penso che se il Comune avesse la possibilità di aggiustarti, avresti ancora degli splendidi saloni.
Michele Pascale
ORIGINALE: Povero castello povero e / abbandonato, non hai / più neppure una mura / a livello, sono tutte rotte / e storte. // Si tutto questo però io / penso che se il comune / sarebbe in possibilia di / aggiustarti penso che saresti / uno splendito salone.
PRIMAVERA
Finalmente sei arrivata primavera, coi tuoi prati verdi e fioriti!
Ti abbiamo aspettata per mesi e mesi, perchè quest'anno sei arrivata con un po' di ritardo e hai portato con te non solo poche giornate di sole, ma anche vento e pioggia.
Però adesso gli animali si ridestano per offrirti la loro gratitudine.
Questi animali che ogni anno sono sempre di meno, perchè l'uomo li distrugge, e verrà un giorno che non ce ne saranno più ad aspettarti.
Ines Massaro
ORIGINALE: Finalmente sei arrivata primavera, / con i tuoi prati verdi e fioriti. / Ti abbiamo aspettata per mesi e mesi / e quest'anno sei arrivata un po' con / ritardo portando con te non solo poche / giornate di sole, ma anche vento e pioggia. / Gli animali al tuo arrivo si ridestano / per offrirti la loro gratitudine. / Questi animali che ogni anno sono / sempre di meno perché l'uomo li / distrugge, arriverà un giorno che non / staranno più ad aspettarti.
LA MORTE DI UN MIO CARO AMICO
Dopo aver trascorso le vacanze lietamente, il giorno ventiquattro aprile ho avuto una brutta notizia che mi ha fatto piangere tutto il giorno: era morto il mio caro amico Antonio.
Ci conoscevamo da piccoli e io gli volevo molto bene. Era un ragazzo molto bravo e serio. Il Signore, però, l'ha voluto castigare e farlo morire perchè aveva una malattia di cuore e si sapeva che il Signore l'avrebbe portato con sé.
Io prego che diventi proprio un angelo del Signore e sia accolto in cielo, perché era molto bravo.
Enrichetta Santagata
ORIGINALE: Dopo ave trascorse le vacanze liete, / il giorno 24 aprile ho avuto una brutta / notizia. Che a me fece piangere per tutto / il giorno. / Era morto il mio caro amico Antonio, / ci conoscevamo da piccoli e io gli / volevo molto bene. Era un ragazzo molto / bravo e serio. Il Signore però, l'ha voluto / castigare e farlo morire perchè aveva / una malattia di cuore e si sapeva che / il Signore l'avrebbe portato con se. / E così la mattine del 24 aprile il Signore / l'ha voluto con se. / Io prego che diventa proprio un angelo del / Signore che lo accolga in cielo. Perchè / era molto bravo.
VENEZIA
Come sei bella, Venezia! Però stai sprofondando e se non correranno ai ripari forse nessuno più ti verrà a visitare e a spendere i soldi che prima guadagnavi e che erano la tua ricchezza.
Quando sono venuto io a vederti eri molto bella ma, pure, verrà un giorno che forse scomparirai.
Domenico Lanna
ORIGINALE: Come sei bella venezia però stai sprofondando. / E se forse se non correranno a / ripari nessuno poi ti verra a trovare e / spendere i soldi che pria quadagnavi e / i quali erano la tua ricchezza. / Io quando sono venuto a vederti / eri molto bella con tutte quelle / bellezze verra pur un giorno forse / scomparirai.
RADIOCRONACA
Mi trovo sotto le mura di Troia e sto nascosto sotto una botte mezza rotta.
Vedo che i Troiani lottano contro i Greci come leoni affamati e vedo che ad un Troiano gli è caduta la spada e acceca gli occhi a un Greco con le dita!
Vedo che i Troiani prendono i Greci perfino a calci!
Ma ecco che arriva Ettore, sguaina la spada, si mette a combattere in prima fila e stermina tutti i più forti!
Gennaro Salerno
ORIGINALE: Mi trovo sotto le mura di Troia, / e sto nascosto sotto ad una botte, / mezza rotta. Vedo che io Troiani / lottano contro i greci come leoni / affamati, e vedo che ad un troiano / gli e caduta la spada, e acceca gli / occhi ad un greco con le dita. / Vedo che i troiani prendono ai / greci perfino a calci. / Ecco che arriva Ettore sguaina / la spada e si mette ad a compattere in prima fila e / stermina tutti i più forti.
PARTE SECONDA: POESIE IN TERZA MEDIA
LA MORTE DI MIO PADRE
Era un giorno di luglio quando il Signore ha chiamato mio padre con sé.
Quel giorno fu per me giorno di tristezza e dolore perché ero molto affezionata a lui e conoscevo i sacrifici che faceva per mandare avanti la famiglia e vederci crescere robusti e sani.
Anche negli ultimi istanti della sua vita ci voleva vicino a lui e non ci voleva mai lasciare.
Ma, mentre gli stavamo intorno, il buon Signore l'ha chiamato con sé e l'ha portato nell'alto dei cieli.
Ogni volta che vado al cimitero, il dolore si f a più grande ed è come se egli mi parlasse e mi dicesse di essere buona, affinché anch'io un giorno, possa raggiungerlo in Paradiso.
E nel mio cuore si sente ancora la sua voce, che continua a parlare, sempre di più.
Però è solo un'impressione, perché i morti non possono parlare.
Gina Melillo
ORIGINALE: Era un giorno di Luglio / quando il Signore ha chiamato / mio padre con sé. / Quel giorno fu per me di tristezza e dolore. / Io ero molto affezionata / a mio padre perchè sapevo che lui faceva / ogni sacrificio per mandare avanti la famiglia, / per vederci crescere robusti e sani, / anche negli ultimi istinti della sua vita / ci voleva vicino a lui e non ci voleva / mai lasciare, ma mentre stavamo tutti / intorno il Buon Signore se l'ha chiamato / e se l'ha portato con se nell'alto dei cieli. / Ogni volta che vado al cimitero / il dolore si fa più grande, e come se / il corpo di mio padre mi parlasse / e mi dicesse di essere buona affinché / anch'io un giorno possa raggiungerlo / in Paradiso. Poi nel mio cuore si sente / ancora la sua voce che continua a / parlare sempre dì più, però è solo una / impressione perché i morti non possono parlare.
TEMPO PASSATO
Michele, eri il più caro compagno, eri bravo e gentile e ricambiavi le mie gentilezze.
Ora sei andato via, sei emigrato lontano dalla tua regione nativa.
Ma anche se sei lontano, mi è rimasto il ricordo di un caro amico.
Giacomo Cusano
ORIGINALE: Tu Michele, eri il più caro compagno, / eri bravo e molto gentile // amavi tanto il tuo amico. / Tu ricambiavi le mie gentilezze. / Ora sei andato via, / a emigrare lontano dalla tua / regione nativa. /. Ma pure adesso che tu sei / lontano da me mi è rimasto / il ricordo di un caro amico.
IL MIO PAESE
Il mio paese è un gruppo di casupole non certo bruttine ma piuttosto belline.
Una alta, una bassa, una brutta, una bella, una vecchia, una nuova, una rossa, una gialla.
Forman tutte le Caselle, piene di gente e poverelle. Ci sta pure una chiesetta che dirige Don Berretta.
Rina Raccio
ORIGINALE: Il mio paese / è un gruppo di casupole / non dico bruttine / ma piuttosto belline. // Una alta una bassa / una brutta una bella / una vecchia una nuova / una rossa una gialla. // Forman tutte le Caselle / pien di gente e poverelle / pure c'è una chiesetta / che dirige Don Beretta.
L'ALBERO
Era un giorno tanto triste. Guardando dalla finestra vidi un vecchio albero di noce.
A guardarlo mi faceva tenerezza e gli domandai: « Perchè mandi via le tue foglie »?
Ed esso così mi rispose: « Perchè adesso è tempo di riposare, per poi avere un nuovo abito
a primavera. Come quando la tua mamma si preoccupa di comprane un altro vestito quando il vecchio è rotto ».
Pasquale Gaetano
ORIGINALE: Era un giorno tanto triste; / guardando dalla finestra, vidi un vecchio albero / di noce. A guardarlo mi faceva tenerezza / e gli dissi: / « Perché mandi via le tue foglie? ». / Ed esso così mi rispose: / « Perché adesso è tempo di riposare, per poi / avere un nuovo abito a primavera; come / quando la tua mamma si preoccupa a comprare / un vestito quando l'altro è rotto ».
NOI DUE
Sto in classe senza far niente. I miei occhi sono lanciati dalla finestra.
Non sono triste ma felice perchè ti penso e tutto mi sembra bello.
Ma sarebbe più bello se tu stessi seduto accanto a me e contemplassimo insieme la nostra gioia.
Gina Melillo
ORIGINALE: Stò in classe senza far niente. / I miei occhi sono lanciati dalla / finestra. / Non sono triste ma felice perché / ti penso, e tutto mi sembra bello. / Sarebbe bello che tu stessi seduto / accanto a me e contemplassimo / insieme la nostra gioia.
CASTELLO
Castello che sorgi isolato, posto su una rupe che quasi,non ti regge più, tu che prepotentemente guardi giù, sta' attento, se no il tuo perimetro non ti regge più.
Stai all'indietro e fatti coraggio, ché anche se non molto reggerai il tuo tempo pur l'avrai.
Castello, su cui regnarono baroni e baronesse, giusti e prepotenti, or sei rotto e scalcinato ma anche tu qualcosa di bello ce l'hai: il tuo tempo.
Rina Raccio
ORIGINALE: Oh castello! / Che sorgi isolato / posto su una rupe / che quasi non ti regge più // Ot tu! / Che prepontemente guardi giù / stà attento se ho il tuo perimetro / non ti regge più // fatti coraggio, / stai all'indietro, / anche se non molto reggerai / il tuo tempo c'è l'avrai // Sei bello / ma isolato anche se a centinaia / e centinaia ti vengon ad ammirare // Oh castello! / su cui regnarono / baroni e baronesse / duca e duchesse // giusti e prepotenti / or sei rotto e scalcinato / ma anche tu / qualcosa di bello c'è l'hai / il tuo tempo.
VAGABONDO
Seduto su un prato ascolto la mia coscienza.
Mi dice: « Tu sei un vagabondo, non hai vergogna di niente. Cammini, cammini, senza meta.
Solo quando si mangia ti ritiri, "cuccio cuccio", come un ladro per rubare il pasto ».
Ed io a volte resto immobile e mi pento.
Giacinto Di Virgilio
ORIGINALE: Sedendomi su un prato, / ascolto la mia coscienza. / Mi dice tu sei un vagabondo, / non hai vergogna di niente. / Cammini cammini senza meta / solo quando si mangia ti ritiri / cuccio cuccio come un ladro, / per rubare il pasto. / Ed io a volte resto immobile / e mi pento.
AUDUNI
Ti voglio descrivere, mio dolce paese, come sei fatto e come sei bello.
Sci circondato dal verde degli alberi, sei illuminato dai raggi del sole.
O dolce paese, tu porti con te ricordi soavi, lieti e tristi di persone che sono vissute prima di me.
Gina Melillo
ORIGINALE: Ti voglio descrivere / mio dolce paese / come sei fatto / e come sei bello. / Sei circondato dal verde degli alberi / sei illuminato dai raggi del sole / Oh dolce paese / tu che porti con te / ricordi soavi, lieti, tristi, / di persone che sono / vissute prima di me.
MORTE
Oh, morte, tu un dì mi rincorrerai, ovunque io vada! Tu un dì mi chiamerai a te e se esiste un'anima, essa volerà verso un Signore nel quale, a volte, non credo.
Antonio Maggini
ORIGINALE: Ho morte, tu un dì mi rincorrerai / ovunque io vada, / Tu un dì mi chiamerai ha te / e se esiste un anima, / essa volerà verso un signore / al quale non credo, nella sua esistenza.
L'ORFANO
Te ne stai racchiuso nel tuo cantuccio, vicino a quel focolare che non riscalda.
Per te la vita è brutta e l'amore non significa niente. Ami solo la tua tristezza.
Ogni giorno che passa è per te un secolo. Sei soltanto un povero, piccolo orfano.
Gina Melillo
ORIGINALE: Te ne stai racchiuso nel tuo cantuccio, / vicino a quel focolare che non riscalda, / per te la vita è brutta / non sorridi mai, non giochi niente / ami solo la tua tristezza / e la tua solitudine. / Ogni giorno che passa per te è un secolo. / Sei soltanto un povero piccolo orfano.
DIO
Essere superiore, a volte, io non credo nella tua esistenza. Io, io ti vorrei vedere, sentire, toccarti, persino!
Perciò, Signore, se esisti, portami, portami con te, nell'aldilà, dove ti possa vedere, sentire e toccare.
Antonio Maggini
ORIGINALE: tu essere superiore, / io non credo, nella tua esistenza. / Io, io ti vorrei vedere, sentire, / toccarti per sino. / Perciò signore se esisti portami, / portami con te, nel aldilà dove ti possa / vedere sentire e toccare.
LUNA
La scienza, col tempo, é riuscita a venire da te, a farti una visita e a fare un giro sopra i tuoi terreni, per dire al mondo che tu, Luna, sei solo un pianeta senza vita.
Giacomo Cusano
ORIGINALE: Sei luna solo un pianeta senza / vita. / La scienza nel tempo è riuscita / a venire da te a farti una / visita. / E fare un giro sopra i tuoi terreni, e dire al mondo / che tu luna sei solo un / pianeta senza vita.
MIA NONNA
La mia nonna si chiama Speranza. E' molto vecchia e ammalata e sta nel letto da più di tre anni.
In ogni luogo in cui mi trovo penso sempre a lei e il mio cuore non è quasi mai felice, perchè penso a come soffre e al giorno in cui anche per me sarà lo stesso.
Speranza Gaetano
ORIGINALE: La mia nonna si chiama / Speranza è alta e grassotta ha 87 / anni. Lei vuole tanto bene / a me ed anche io a lei. E' molto / vecchie ed è ammalata sta / nel letto sono più di tre anni / ed io in ogni luogo che mi / trovo penso sempre a lei. Il mio / cuore non è quasi mai / felice perché penso a lei che / soffre ed arriverà un giorno / che anche io diventerò la stessa.
IL CIABATTTNO
Oh, ma che fretta, signor ciabattino, con quel martello sembri un mulino! »
« Tutte le scarpe devo aggiustare perché l'inverno sta per arrivare ».
Poveri chiodi! Dopo tanto lavoro, ad uno ad uno morranno anche loro
e in quelle suole dure e nere han detto addio alla primavera.
Pasquale Gaetano
ORIGINALE: Oh! ma che fretta signor ciabattino, / con quel martello sembri un mulino. / Tutte le scarpe devo aggiustare, / perché l'inverno sta per venire (o arrivare). / Poveri chiodi! Dopo tanto lavoro, / ad uno ad uno muoiono anche loro, / ma nelle suole dure e nere, / hanno detto addio alla primavera.
RICERCA DI QUALCOSA (Dio)
Da quando sono nato mi hanno detto che esisteva un Dio. Un Dio in cui dovevo credere. Ho creduto sino a ieri, ma oggi mi domando se quel Dio esiste. Non cerco più l'esistenza di quel Dio. Cerco qualcosa. Qualcosa che mi ridia fiducia, ma non più quel Dio d'infanzia. Qualcosa di più grande, ma anche di più piccolo, di più semplice, forse un uomo più maturo di me, ma meglio un dio *. Un dio * giovane che ci comprenda e ci faccia essere buoni e semplici.
Nicola Ciarleglio
NOTA DELL'AUTORE: * « dio: La parola "dio" con la lettera piccola non venga intesa come errore di ortografia. La parola "dio" con la lettera piccola sta a significare che questo dio non sarà un Dio con la lettera grande, ma un dio tanto giusto da farsi ritenere un dio con la lettera piccola ». La poesia è stata riportata nella forma originale, senza alcun intervento dell'insegnante nè sul contenuto, nè sulla forma, nè sull'ortografia, nè sul taglio dei versi.
VITA E MORTE
Vita, se sto male, tu sei una cosa per me inutile. Io non ti voglio, io sogno di morire giovane, perchè la morte, per me, è una cosa che ci elimina da una vita inutile, di sacrifici.
Perciò mi rivolgo a te: prendimi, o morte, se sto male; prendimi, o morte, non farmi soffrire.
Prendimi, o morte.
Antonio Maggini
ORIGINALE: vita se sto male, tu sei una cosa per me inutile. / Io non ti voglio, io sogno di morire, giovane / perché la morte, per me è una cosa che / ci elimina da una vita inutile, di sacrifici / perciò mi rivolgo a te, prendimi o morte / se sto male, prendimi o morte / non farmi soffrire, / prendimi o morte.
L'UCCELLO
Stamane, alzandomi, ho visto un uccello che volava.
Mi sono accostata e gli ho chiesto da dove veniva.
Mi ha risposto che veniva dal monte, dalle valli, dalle campagne, ed ha visto la bellezza del creato.
Gina Melillo
ORIGINALE: Stamane, alzandomi / ho visto un uccello che volava, / mi sono accostata / e gli ho chiesto da dove veniva. // Mi è stato risposto che veniva dal monte, / e dalle valli, dalla campagna, / ed ha visto la bellezza del creato.
LAVORARE ALL'ESTERO
Quando, dopo lunghi mesi di lavoro all'estero, torni, papà, una grande gioia mi riempie il cuore.
Ma quando, dopo poco tempo, riparti, un forte dolore mi assale.
E pregando il Signore che ti aiuti nel lavoro, dico: « Signore, fa' che torni presto mio padre! ».
Giacomo Cusano
ORIGINALE: Quando dopo lunghi mesi di lavoro all'estero, papà ritorni / una grande gioia mi prende / al cuore. / Ma quando dopo poco tempo / ritorni un forte dolore mi / prende al cuore. / Ed io pregando il Signore che ti / aiuti nel lavoro e ti faccia / tornare presto dico: « Signore fa / che torni presto mio padre ».
LA MORTE DI MIO NONNO
Ricordo quel giorno, giorno triste e lontano, quando mio nonno lasciò i suoi cari.
Prima di partire mi volle accanto a sé, mi disse: « Ti benedico ». Poi, nulla più.
Le urla, i dolori, lacrime versate all'infinito erano gli avvenimenti di quel giorno, triste e lontano.
Rina Raccio
La poesia è stata riportata nella forma originale, senza alcuna correzione da parte dell'insegnante.
IL PARROCO DEL MIO PAESE
Il parroco del mio paese non è alto e neppure basso, non è cattivo ma alquanto gentile, non è bello e neppure bruttino.
Fa il sacerdote non per mestiere ma per vocazione e lo f a molto bene, seguendo le orme di chi lo ha preceduto.
Un giorno, poiché portava il berretto, che non era solito portare, gli affibbiammo il nome di Don Berretta.
Rina Raccio
ORIGINALE: Il parroco del mio pase / non è alto neppure basso / non è cattivo alquanto gentile / non è bello neppure bruttino // fa il Sacerdote / non mestiere ma per vocazione / e lo fa per dabbene / seguendo le orme / di chi lo ha preceduto / un giorno portando il berretto / che non era solito portare / gli affibbiammo il nome di Don Berretta.
FESTA AL MIO PAESE
E' giorno di festa. Le strade e le piazze sono ornate di fiori e di lampadine variamente colorate.
Sulla piazza ci sono venditori di noccioline, di cocomeri e di giocattoli che si affannano a gridare la bontà della loro merce.
Dappertutto è un gridare, un urtarsi, un comprare, un vendere e mangiare. In tutte le persone regna l'allegria.
Ma, fra tanta allegria, c'è sempre qualcuno che soffre.
Pasquale Gaetano
ORIGINALE: E' giorno di festa; / le strade e le piazze sono ornate di festoni, di alloro, sparsi di fiori da cui pendono lam- / padine variamente colorate. Sulla piazza / ci sono venditori di noccioline, di cocomeri / e di giocattoli; mentre dei ciarlatani si / affffannano a gridare la bellezza della loro / merce. Per tutto è un gridare, un urtarsi, / un comprare, un vendere e mangiare. / In tutte le persone regna l'allegria, ma / fra tanta allegria c'è sempre qualcuno che / soffre.
LA MIA CASA
Anche per me, o casa, è giunta l'ora di salutarti:
devo emigrare in altri Paesi europei per cercarmi un lavoro, per guadagnare il mio pane quotidiano.
Devo emigrare per formarmi una nuova vita, un mio avvenire, un mio futuro.
Non ti scorderò mai, o casa mia, perché mi hai visto nascere, crescere e svilupparmi come una gazzella.
Gina Melillo
ORIGINALE: Anche per me, oh casa, / è giunta l'ora di salutarti / devo emigrare in altri paesi europei / per cercarmi un lavoro, / per guadagnare il mio pane quotidiano, / devo emigrare / per formarmi una nuova vita, / un mio avvenire, uno mio futuro. / Non ti scorderò mai / ho casa mia / perchè mi hai visto. nascere, crescere, e svilupparmi / come una gazzella.
UOMO (La Vita)
Uomo, tu vivi, scopri, progredisci, studi e fai tante altre cose belle e poi... Quando sei sul letto di morte pensi: « Che vita ho trascorso? E' questo il premio della mia esistenza!? Morire per avere trascorso una vita! ». E tirando le somme, quando ormai hai le idee offuscate dall'ultimo sonno, pensi: « Ho vissuto per la morte. L'ultima speranza è quella che questo grande, inaspettato premio mi consoli ».
Nicola Ciarleglio
La poesia è stata riportata nella forma originale, senza alcuna correzione o modificazione da parte dell'insegnante.
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NUMERO D’ORDINE DELLE POESIE | |||
Parte prima: POESIE IN PRIMA MEDIA | |||
1) Mario GRANDETTI 2) Michele PASCALE 3) Domenico LANNA 4) Marisa DI VIRGILIO 5) Michele PASCALE 6) Enrichetta SANTAGATA 7) Angelo MADDALONI 8) Assunta CUSANO 9) Mario GRANDETTI 10) Michele PASCALE 11) Elisabetta MELILLO 12) Domenico LANNA 13) Alessandro MACCANICO 14) Annamaria CIARLEGLIO 15) Michele BARONE 16) Michele PASCALE 17) Elena BARONE 18) Domenico LANNA 19) Marisa DI VIRGILIO 20) Carmelina MELILLO 21) Mario GRANDETTI 22) Michele PASCALE 23) Elisabetta MELILLO 24) Enrico DI VIRGILIO 25) Almerinda IANNOTTA 26) Enrichetta SANTAGATA 27) Michele PASCALE 28) Domenico LANNA 29) Marisa DI VIRGILIO 30) Mario GRANDETTI 31) Alfonsina DE CRESCENZO 32) Alessandro MACCANICO 33) Angelo MADDALONI 34) Michele PASCALE 35) Michele BARONE 36) Annamaria CIARLEGLIO 37) Domenico LANNA 38) Michele PASCALE 39) Mario GRANDETTI 40) Marisa DI VIRGILIO 41) Domenico LANNA 42) Marcello PASCALE 13) Michele PASCALE 44) Enrichetta SANTAGATA 45) Alessandro MACCANICO 46) Mario GRANDETTI 47) Elisabetta MELILLO 48) Domenico LANNA 49) Michele PASCALE 50) Michele BARONE 51) Marisa DI VIRGILIO 52) Domenico LANNA 53) Assunta LONGOBARDI 54) Angelo MADDALONI 55) Elena BARONE 55) Mario GRANDETTI 57) Elisabetta MELILLO 58) Alessandro MACCANICO 59) Michele PASCALE 60) Ines MASSARO 61) Enrichetta SANTAGATA 62) Domenico LANNA 63) Gennaro SALERNO |
Gioia Sannitica La mia famiglia La mia terra La casetta triste Autunno La Primavera La corrente elettrica Madonna I fucili automatici Ettore La partenza dei miei genitori Azzurra Il pallone Natale Primavera Il mio gregge Due Novembre Il mio cane San Michele La morte di mia zia suora La natura muore Priamo Il mio paese Il mio lavoro La primavera Auduni Il mio capretto Astianatte Povero albero Il mio salvadanaio Primavera Al cimitero Inter Interina Natale Gli uccelli L'albero Gennaio Il taglio del bosco Per la mia squadra Chiesetta Passero Gli uccelli Caselle La partenza di mio zio Il fiume La campagna Il castello Cacciatori Mio padre Roma Bambino piccolo La mia casa Polifemo La caccia I contadini L'usignolo La morte di mio nonno Passero Il castello Primavera La morte di un caro amico Venezia Radiocronaca |
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Parte seconda: POESIE IN TERZA MEDIA |
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64) Gina MELILLO 65) Giacomo CUSANO 66) Rina RACCIO 67) Pasquale GAETANO 68) Gina MELILLO 69) Rina RACCIO 70) Giacinto DI VIRGILIO 71) Gina MELILLO 72) Antonio MAGGINI 73) Gina MELILLO 74) Antonio MAGGINI 75) Giacomo CUSANO 76) Speranza GAETANO 77) Pasquale GAETANO 78) Nicola CIARLEGLIO 79) Antonio MAGGINI 80) Gina MELILLO 81) Giacomo CUSANO 82) Rina RACCIO 83) Rina RACCIO 84) Pasquale GAETANO 85) Gina MELILLO 86) Nicola CIARLEGLIO |
La morte di mio padre Tempo passato Il mio paese L'albero Noi due Castello Vagabondo Auduni Morte Orfano Dio Luna La mia nonna Il ciabattino Ricerca di qualcosa (Dio) Vita e morte L'uccello Lavorare all'estero La morte di mio nonno Il parroco del mio paese Festa al mio paese La mia casa Uomo (La vita) |
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Vittorio Civitillo, "Poesie nella Scuola Media, composte dagli alunni e curate dall'insegnante" - Fine | |||
Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitillo. info@giornaliscolastici.it |