Sulla
panchina
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Personaggi:
FRATELLO, SORELLA, 1ª AMICA, 2ª AMICA (Le tre ragazze
indossano pantaloni).
SCENA:
Un giardino pubblico. Al centro, una panchina -
Il Fratello, in tuta e con lo zainetto in spalla, passeggia
nervosamente davanti alla panchina, sbirciando ogni tanto
l’orologio. Dopo un po’ si sente la voce della Sorella che,
fuori scena, saluta la mamma.
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SORELLA:
Ciao, mamma. (Entra in scena) |
FRATELLO:
Sei scesa, finalmente! |
SORELLA:
Ma devi sempre protestare? |
FRATELLO:
Mi sembra logico. Stai sempre davanti allo specchio. Impieghi
ore per prepararti! |
SORELLA:
Ho il diritto di mettermi in ordine, o anche questo ti dà
fastidio? (Entrambi si siedono sulla
panchina) |
FRATELLO: La
prossima volta non ti aspetto, così la mamma, da sola, non ti fa
uscire. |
SORELLA:
Guarda che, al ritorno dalla scuola, TU hai mangiato e ti sei
seduto comodamente a vedere la televisione... |
FRATELLO:
E che, mi perdevo la partita della Nazionale? |
SORELLA:
…IO, invece, ho dovuto sparecchiare la tavola, lavare i piatti,
stirare, lavare la biancheria… |
FRATELLO: Quante storie per quei quattro
stracci che lavi. |
SORELLA: Tra i quali, ci sono anche i tuoi
“profumati” calzini! |
FRATELLO: Va be’, lasciamo stare… |
SORELLA: Sì, lasciamo stare. Voi fratelli
volete solo comandare ed essere serviti. |
FRATELLO: (Si alza, depone lo zainetto
sulla panchina, ne esamina il contenuto) Io vado a giocare a
pallone. E tu, che fai? |
SORELLA: (Seccata) Aspetto le mie
amiche per andare a cinema. Ti dispiace, per caso? |
FRATELLO: Ma guarda… ho dimenticato le
scarpette a casa. Uffa! (Guarda la sorella, esitando, poi le
si rivolge con tono deciso) Vammele a prendere! |
SORELLA: Che cosa? Ma sentilo! Le
scarpette sono tue, perché dovrei andarle a prendere io?
FRATELLO: E allora, a che serve avere una
sorella? |
SORELLA: Non sono la tua serva. |
FRATELLO: Sei donna: devi ubbidire! |
SORELLA: Ah! ah! Ha parlato il grand’uomo. |
FRATELLO: O ti muovi o sono schiaffi! |
SORELLA: E provaci!
(Gli fa balenare le unghie di entrambe le mani
davanti agli occhi) |
FRATELLO: E va bene. Ci vado io. Ma non la passi liscia.
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SORELLA: E che mi fai? |
FRATELLO: Dirò alla mamma... |
SORELLA: Che le dici, sentiamo? |
FRATELLO: (Andando via) … che ti sei fermata a parlare
con Enzo... |
SORELLA: Se ti prendo… (Si siede.
Prende lo specchio dalla borsetta, si controlla la pettinatura) |
1ª AMICA: (Arriva trafelata) Ciao, sei qui da molto? |
SORELLA: (Si alza) Ciao. No, da pochi minuti. |
1ª AMICA: Sediamoci un po’… ho fatto una corsa… Per il cinema è
ancora presto (arriva la seconda amica). Ciao. |
2ª AMICA: Ciao. Sono l’ultima ad arrivare. Ho dovuto lavare i
piatti e accompagnare il mio fratellino dalla nonna. Sbaglio o
ti vedo un po’ nervosa? |
SORELLA: Nervosa? Sono furiosa per colpa di mio fratello. |
1ª AMICA: Che ti ha fatto, quel “meraviglioso” ragazzo? |
SORELLA: Meraviglioso? Se vuoi, te lo regalo. |
2ª AMICA: Ma dai, lo sai come sono i fratelli. |
SORELLA: Lo so. Non fanno niente dalla mattina alla sera. Con la
scusa che sono maschi, in casa non alzano un dito. Però vogliono
comandare. |
1ª AMICA: Il fatto è che non c’è parità tra ragazzi e ragazze:
se sei donna e hai un fratello più grande, gli devi ubbidire
perché è più grande; se è più piccolo, lo devi accontentare
perché è più piccolo... |
2ª AMICA: Ė sempre la solita storia: la DIFFERENZA tra uomo e
donna. |
1ª AMICA: E pensare che siamo nel Duemila. La nonna, però, dice
che ai suoi tempi era molto peggio. |
2ª AMICA: Tua nonna ha ragione. Nel passato le donne avevano
molti doveri e pochi diritti. Facevano lavori umili e pesanti
per i quali erano pagate meno degli uomini. Non avevano
autonomia: dipendevano completamente dai mariti. Non potevano
nemmeno votare: nei Paesi nordici hanno conquistato questo
diritto nei primi anni del ‘900; in America nel 1920; in Italia
solo nel 1946. |
SORELLA: E brava la professoressa! Come
fai a sapere tante cose? |
2ª AMICA: A scuola stiamo studiando la nascita dei movimenti
femminili. Ho approfondito l’argomento con una ricerca, perché
dovevo essere interrogata. |
1ª AMICA: Dal momento che sai tante cose, è vero che nel passato
le ragazze non venivano nemmeno mandate a scuola? |
SORELLA: Beate loro... |
2ª AMICA: Ė vero. Al massimo facevano le elementari. |
1ª AMICA: Ecco perché scienziati, scrittori, artisti e altre
celebrità del passato sono tutti uomini. |
SORELLA: A scuola ci andavano solo i
maschi! |
2ª AMICA: Finalmente le donne si sono ribellate e hanno
conquistato l’accesso all’Università e a tutte le professioni.
Ho sentito alla televisione che oggi la legge ci assicura pari
opportunità rispetto agli uomini. |
1ª AMICA: (Dubbiosa) Secondo me, le discriminazioni ci
sono ancora. Tante persone continuano a credere che l’uomo sia
un essere superiore… |
FRATELLO: (Arrivando dal fondo, con
tono beffardo) … e la donna un essere IN-FE-RIO-RE! |
RAGAZZE: (In coro) SPI-RI-TO-SO! |
FRATELLO: Per me è giusto che sia così.
(Si rivolge al pubblico) Siamo noi che portiamo i pantaloni! |
SORELLA: (Indicando i pantaloni suoi e
quelli delle amiche) Guarda che adesso i pantaloni li
portiamo anche noi. |
RAGAZZE: (In coro) Ė FINITA LA
PACCHIA! |
Gli attori si allineano e
salutano il pubblico. Musica e sipario. |
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AUTORI
DEL TESTO TEATRALE |
Gli alunni della classe III A della S.M.S. "Luigi
Settembrini" di Gioia Sannitica (CE) - A.s. 1995-96 |
Italia Sabrina
ANTONUCCI
Michele
ANTONUCCI
Tania
ANTONUCCI
Antonia
CANCELMO
Daniela
DEL GRECO
Lidia
DELLI FRANCI
Egidio
DI CHELLO
Adriana
DI VIRGILIO
Enrico
FATTORE
Ivan
GIZZI
Giuseppe
MARRA
Mafalda
MARRA
Mirella
MATTEI |
Giuliana
Pia MELILLO
Anna
Sefora ORSINO
Raffaella
PASCALE
Amelinda
PERNA
Antonio
RACCIO
Carmen
RACCIO
Enzo
RACCIO
Massimo
RACCIO
Valerio
ROMANO
Luca
TAMMARO
Valentina
UZZO
Mariacristina VIOLETTO
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Coordinatore: Prof. Vittorio
CIVITILLO
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