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Il 9 Agosto 2008 a Barumini (CA)  Festa dei 50enni

Elenco neo50enni

di Barumini

 

Teresa ABIS

Maria Paola ALEDDA

Rosella CADDEO

Maria Carmine CAMEDDA

Paolo CARRACOI

Agnese CASULA

Maria Giuseppina CONCU

Giampaolo CORDELLA

Lucia PACE

Silvana FADDA

Vincenzo FADDA

Maria Lucia FRAILIS

Emilio GHIANI

Francesco GHIANI

Ernestina GHIANI

Claudio LOI

Vincenzo LOI

Maurizio LOI

Giuseppe MARRAS

Greca MARRAS

M. Gabriella MARONGIU

Pietro MARZUOLO

Angela MASALA

Sergio MAZZA

Giuseppina MELIS

Antonella MIGHELI

Claudio MOI

Antonella MURA

Franco MULARGIU

Anna Maria PES

Roberto PICCONI

Salvatore PIGA

Maria Cristina PINTUS

Antonello PIRAS

Bruno PIRAS

Eugenia PISTINCU

Gabriella SANNA

Luigi SANNA

Fernando SERGI

Maria Bernarda SERGI

Francesca SERGI

Gesuino TODDE

Marina TOLU

Maria Giuseppina VINCI

Anna Maria ZACCHEDDU

Anna ZEDDA

Pietro ZEDDA

 

9 Agosto 2008 - Saluto del prof. Vittorio Civitillo agli ex alunni neo50enni di Barumini

 

   Carissimi alunni della classe IIA della Scuola Media "Ettore Pais" di Barumini - anno scolastico 1970-71 - riuniti oggi per festeggiare il vostro primo cinquantennio di vita. Come quella mattina di tanti anni fa in cui, avendovi come primi alunni, iniziavo la mia attività di insegnante di lettere, comincerò dall’appello (prima il cognome, poi il nome, come si usa a scuola):  Abis Teresa, Casula Agnese, Caddeo Rosella, Ghiani Ernestina, Ghiani Francesco, Lai Paola, Melis Franco, Mura Antonella, Piga Salvatore, Piras Antonello, Pistincu Eugenia, Serra Graziella, Schirru Giampaolo, Zara Bruna.

 

   Sì, ricordo ancora i vostri nomi e ricordo i vostri volti di allora, così come sono rimasti impressi nelle foto scattate nei circa due anni che sono stato vostro insegnante e in tanti flash della memoria che ancora mi riportano a quello che è stato un periodo importante della mia vita. Venire in Sardegna, nella magica terra dei nuraghi, luogo che richiedeva sedici ore di navigazione per essere raggiunto, per me era già un’avventura, ma Barumini ha superato ogni mia aspettativa, offrendomi una ospitalità indimenticabile, della quale ringrazio attraverso voi tutte le persone che ho conosciuto, con un pensiero particolare per quelle, carissime, che non ci sono più.

 

   Il primo ricordo che conservo di quella classe II-A è la vostra risata quando, facendo la prima volta l’appello, mentre eravate tutti in silenzio, intimiditi dalla presenza del nuovo insegnante, ma anche pronti a darne un giudizio che poteva essere inappellabile, sbagliai il cognome di Agnese (“Càsula ...”. “No, professore: si dice Casùla...”); anche io scoppiai a ridere, e subito tra noi scattò l’intesa. Ricordo, ancora, il pomeriggio in cui non so quanti di voi mi chiedeste di salire sulla mia macchina e vi portai (meglio: mi portaste) a visitare il nuraghe. Ricordo che, durante le vacanze di Natale, dal Continente, inviai una cartolina di auguri a ognuno di voi (mi ero procurato per tempo i vostri indirizzi). Ricordo l’ultimo tema che vi ho assegnato, dopo averne a lungo discusso in classe: “L’uomo giusto è quello che agisce ispirato dall’amore e guidato dalla conoscenza. Illustrate questo pensiero del filosofo inglese Bertrand Russell”. Troppo arduo per ragazzi di dodici anni? No. Ho sempre creduto che gli unici semi che non producono frutto sono quelli che non vengono seminati, mentre i semi vigorosi, con il tempo, diventano alberi. Ricordo, e conservo, infine, la bellissima lettera con tutte le vostre firme e le bambole in costume sardo che mi inviaste dopo che ebbi il trasferimento e lasciai la Sardegna.

 

   Scrivo e ricordo avendo davanti agli occhi della mente i volti di quelle foto, ma sono consapevole che le persone a cui Agnese, a mio nome, oggi, sabato 9 Agosto, sta leggendo queste parole, sono profondamente cambiate. Gli anni sono passati, avete attraversato stagioni della vita che vi hanno maturato, altre ne attraverserete, che vi plasmeranno ancora, nell’animo, oltre che nell’aspetto.

 

   Quei ragazzi delle foto, dunque, non ci sono più? Esistono solo nei luoghi che la memoria protegge dal tempo? In questa occasione dovrei rivolgermi ai neocinquantenni di oggi, invece che ai dodicenni di ieri? No. Quei ragazzi esistono ancora, anche se non ne siete consapevoli. Sono dentro di voi e ancora vi parlano. Potete sentirli ogni volta che provate l’entusiasmo di un nuovo progetto, ogni volta che guardate al futuro con la fiducia che esso vi appartiene.

 

   E allora, mentre termino questo mio saluto augurandovi ogni felicità per i prossimi secondi cinquanta anni della vostra vita, è a quei ragazzi che sono in voi che faccio ancora una volta l’assegno per casa. Il compito che vi invito a svolgere è il seguente: “Recuperate un vostro sogno giovanile, che magari avete accantonato per sfiducia nelle vostre forze, apatia, fatalismo - oppure createvene uno nuovo - e impegnate tutte le vostre energie per realizzarlo.”

 

   Al prossimo incontro, che spero avvenga di persona e non in maniera epistolare, vorrò leggere nei vostri occhi un lampo di intesa, dal quale capirò che avrete svolto il compito nel migliore dei modi.

 

   Buona festa e arrivederci a presto.

 

   Gioia Sannitica, 09/08/2008                                                                               Vittorio Civitillo

 

Poesie in 3ª Media

Composte da alunne della Scuola Media "Ettore Pais" di Barumini nell'a.s. 1971-72.

   
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