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Sperimentazioni Didattiche | ||
Poesie in 3ª Media
Raccolte dal Prof. VITTORIO CIVITILLO
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Barumini. La classe III-A dell'anno scolastico 1971-72: Eugenia Pistincu, Paola Lai, prof. Vittorio Civitillo, prof.ssa Leone, Agnese Casula, Francesco Ghiani, Antonello Piras, Bruna Zara, Ernestina Ghiani, Rosella Caddeo, Graziella Serra, Salvatore Piga, Franco Melis, Teresa Abis, Giampaolo Schirru. Nella foto manca l'alunna Antonella Mura. |
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PRESENTAZIONE. Le poesie raccolte in questo volumetto sono state composte da alcune mie alunne di terza media di Barumini, Cagliari, durante l'anno scolastico 1971 - 1972. In qualità di insegnante di lettere, mi sono limitato a concordare con le autrici qualche taglio, quando i componimenti erano prolissi, e qualche lieve correzione.
Non credo sia importante analizzare, e tanto meno «giudicare», le poesie da un punto di vista formale o dei contenuti. Esse vanno prese e apprezzate per quello che sono: un tentativo di interiorizzare ed esprimere in forma poetica contnuti vari e liberamente scelti.
Basterà notare che l'insistenza sui temi sentimentali è tipica dei quattrodicenni e che l'assenza, per il momento, di contenuti più «impegnati», dipende dal fatto che tutti i ragazzi della III - A abitano in un piccolo centro rurale e provengono da ceti sociali rurali.
Nel sottoporre alla cortese attenzione di quanti si interessano alla scuola questo modesto tentativo di valorizzare capacità espressive a volte insospettabili negli alunni, ringrazio il Preside della Scuola Media Statale «Ettore Pais» di Barumini, dott. prof. Antonio Valentino, che mi ha indirizzato verso un insegnamento stimolante e creativo, invece che piattamente ripetitivo, e tutti i ragazzi della III - A che, con il loro entusiasmo, hanno contribuito a portare avanti l'esperimento. VITTORIO CIVITILLO |
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Elenco poesie
AGNESE CASULA: Vacanze - Arrivederci, estate - Preghiera - La mia gattina - Ricordi di una vecchia - L'amore - Orfano - Bellezze del creatore - Dicembre.
EUGENIA PISTINCU:Un vecchio.
GRAZIELLA SERRA: La vigilia di Natale - La morte della nonna - Un giorno di solitudine.
MARIA ERNESTINA GHIANI: Stagioni sarde - Emigrante.
TERESA ABIS: Il primo regalo - Uomo solo - La madre del carcerato - L'amore - Buoni e cattivi. |
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Agnese Casula |
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VACANZE
La scuola è finita, le aule sono vuote, i banchi hanno uno strato di polvere.
La scopa. gli strofinacci per le pulizie, stanno riposando. I professori sono in vacanza.
Gli alunni non pensano che, fra tre mesi, i bidelli torneranno a spolverare i banchi.
PREGHIERA
O Signore, fa' che anche quest'anno trascorra nella pace, che la scuola sia bella e che nel nostro cuore ci sia l'amore. Fa' che gli uomini non si odino ma si aiutino. Grazie, o Sigore, per tutto ciò che farai! Grazie.
RICORDI DI UNA VECCHIA
La mia giovinezza è passata in fretta come il vento. Dolci ricordi ci sono nella mia mente, ma è passato il tempo dell'amore, delle corse sui prati, della mia primavera. Ora ci sono i miei figli che pensano all'amore e alle cose che io non posso più fare.
ORFANO
Tu sei un orfano. Non hai mai conosciuto l'affetto, l'amore e la premura che una mamma ha per un figlio.
Ora cerchi dei volti cari che ti diano l'affetto che non hai mai conosciuto.
Non hai una casa tua, dove il fuoco ti riscaldi. Non sentirai mai una ninna nanna.
Ma la cosa che più desideri è la tua mamma.
DICEMBRE
È arrivata la neve, sono spariti i prati fioriti e il sole dell'estate.
Nessuno ricorda più le vacanze, il tempo della vendemmia e degli alberi ingialliti.
Ora c'è silenzio per le strade e si scorge il fumo dei camini, mentre cade la neve.
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ARRIVEDERCI, ESTATE
Arrivederci, estate, ricomincia la scuola. Ci ritroveremo, sui prati fioriti, a far le passeggiate, a coglier margherite.
Ora c'è l'autunno, coi suoi doni e i suoi frutti. Le castagne scoppiettano nella brace e le foglie secche degli alberi, ormai spogli, servon da letto agli animali della foresta.
Tornerà anche l'inverno e ci porterà le piogge e la neve. Tornerà la primavera con il suo tiepido sole.
E finalmente arriverai tu, estate, tempo di gioia e di vacanze.
LA MIA GATTINA
La mia gattina si chiama Micetta ed è, di pelo, un poco scuretta. Tutto il giorno gioca senza posa e soltanto la notte si riposa.
È così divertente guardarla giocare che il tempo in un baleno fa passare. Spesso però combina dei guai che io vorrei non facesse mai.
Se la sgridi, fugge all'impazzata e resta offesa per una intera giornata. Corre, salta, zigzagando va, scende e sale di qua e di là.
Questa è la mia gattina, molto piccola ma molto carina: l'immagine della giocondità, dell'allegria e della felicità.
L'AMORE
L'amore è una luce che si accende nel cuore dell'innamorato.
A volte è come una pianta: se non lo si cura e alimenta, appassisce e muore.
Ma quello vero non muore mai e fa che due anime gemelle trovino insieme la vita che avevano sempre sognato.
BELLEZZE DEL CREATORE
Stamane io scorsi un uccello volare in cielo, molto bello: cantava la serenata alla compagna amata.
Oggi scorsi un insetto: era carino e piccoletto, di quando in quando si posava sui fiori e il nettare succhiava.
La sera io scorsi un bel viso: era di un bimbo, coglieva un fiordaliso. Aveva gli occhi azzurri, riccioli d'oro.
All'alba vidi le stelle e la luna spegnersi, e i monti, che la notte smbrano giganti, ritramutarsi in rocce.
Sono tutti capolavori del Creatore. |
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Eugenia Pistincu |
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UN VECCHIO
Povero vecchio, siedi vicino al caminetto, ormai cadente. Sei debole, malato e infelice, vittima di una dura vecchiaia che non meriti, dopo aver lottato per tanto tempo. Adesso gli anni ti sembrano secoli perché, in più, soffri. Aspetti la morte, ma non hai paura di lei perché, ormai, non hai uno scopo per vivere. La vita ti ha ringraziato così. |
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Graziella Serra | ||
LA VIGILIA DI NATALE
In una piccola capanna, dei bimbi poveri e abbandonati non sapevano che cosa fosse il Natale e non avevano mai ricevuto dei regali.
Portai delle palline, alcuni doni e un albero, e la misera capanna sembrò, ad un tratto, una splendida sala.
Fuori soffiava un vento gelido e tra le fessure entrarono dei fiocchi di neve. Ma posandosi sull'albero divennero splendide stelline.
UN GIORNO DI SOLITUDINE
Era una bella giornata, ma dentro di me sentivo qualcosa che mi rendeva triste e mi faceva piangere. Volevo star sola.
Mi avviai per una strada che portava in un grandissimo campo, e mentre camminavo chiedevo a me stessa perché ci odiamo, rendendoci la vita più difficile di quanto già sia.
E tutto quello che mi stava intorno, gli alberi, le foglie, gli uccelli, coi loro movimenti, sembrava volessero rispondere alla mia domanda.
La strada non finiva mai e in questo lungo cammino incontravo alberi tristi e spogli e alberi tanto allegri. Come la nostra vita, in cui si incontrano gioie e dolori.
Alla fine del viaggio vidi una sola pianta, ma tanto bella che sembrava Dio sul suo trono, e il grande campo la sala dove Egli ci dovrà giudicare, dandoci il premio o il castigo |
LA MORTE DELLA NONNA
Ero ancora piccola e un giorno, seduta accanto alla nonna morente, la guardai, con gli occhi gonfi di lacrime. E dentro il mio cuore sentivo una voce che mi diceva: «Tua nonna morirà. Ricordati che morirà».
Era morta. Non poteva più raccontarmi le belle favole e addormentarmi con le ninne nanne.
Dal dolore me ne andai e le strade dove ogni giorno passavo per recarmi da lei erano diventate più tristi.
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Maria Ernestina Ghiani |
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STAGIONI SARDE
D'inverno, quando piove e nevica, la gente, accanto al fuoco, piena di brividi e di freddo, ascolta il maestrale.
In primavera, si svegliano tutti gli animali, i fiori e le piante. La campagna è animata da canti di gioia, dopo il lungo sonno.
In estate, le città rimangono spopolate, ma i centri balneari, le campagne, i monti, sono pieni di gente che va e che viene.
L'autunno è la stagione più triste: gli alberi ingialliscono e gli uccelli non rallegrano più il lavoro degli uomini, nei campi.
L'aria è umida, il cielo grigio. |
EMIGRANTE
Al tuo paese non trovi lavoro, devi emigrare. Non vuoi, ma devi farlo: davanti a te vedi tua moglie, i tuoi figli, che ti chiedono da mangiare. Ma vedi anche una barriera, che ci sarà sempre, dovunque andrai, e sono le persone, l'ambiente, il clima.
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Teresa Abis |
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IL PRIMO REGALO
Mi regalasti un fiore. Che gioia per me: lo tenevo vicino, per paura che sparisse.
Aveva un profumo che penetrava nel profondo del cuore.
Era proprio il tuo regalo, il tuo primo regalo.
LA MADRE DEL CARCERATO
Si vede andare verso il carcere una donna non giovane, un po' sciupata per gli anni e sofferente.
Ha gli occhi gonfi di lacrime, che invano tenta di nascondere. Entra in una cella: là è prigioniero suo figlio. Lo abbraccia.
Egli le chiede perdono, le dice di avere fiducia, di rimetterlo alla prova.
Col suo animo di madre, lei gli crede! E lo perdona.
L'AMORE
Un giorno io provai per te un sentimento fino allora ignoto. E non sapevo che cosa mi capitasse.
Quel sentimento mi rendeva la più bella.
Fu come se all'improvviso, dentro di me, si accendesse una luce, tanto viva che illuminava tutto il mio cuore
Era l'amore |
UOMO SOLO
Un uomo solo tu sei: hai passato gli anni d'infanzia in un posto dove esiste solo ordine, pulizia, studio. Dove non hai imparato a conoscere la gente.
Ora, per te, il mondo è uno sconosciuto. Sai che ti manca qualcosa, un qualcosa che non hai mai avuto. Ma speri.
Un giorno, forse, troverai anche tu qualcuno che ti voglia bene.
BUONI E CATTIVI
Tu, o nero, un giorno più d'oggi, venisti giudicato una bestia. Come bestia ti trattavano, come bestia, alcuni, ti trattano ancora.
Ancora oggi senti dai bianchi: «È solo un nero!». E non sanno che anche un nero pensa, e soffre.
Ma tu non puoi essere diverso: le bestie non hanno un'anima, tu l'hai; le bestie non hanno sentimenti, tu ne hai.
E verrà un giorno che saremo insieme, è là non ci saranno bianchi e neri, ma buoni e cattivi.
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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitillo. info@giornaliscolastici.it |