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 Pag. 10  La Nostra Antologia N. 1 Maggio 1999

Un bagno

fuori programma

Una volta a mio padre è capitato un fatto molto divertente, cioè è caduto in una vasca. Erano gli ultimi giorni di maggio e io andavo ancora a scuola. Una mattina mia madre si alzò e, mentre stava andando nell'orto, vide che il terreno era pieno d’acqua.

  Immediatamente si ricordò che vicino casa passavano due tubi dell'acquedotto, i quali passavano anche sotto la terra da cui usciva l'acqua; allora telefonò all'acquedotto che mandò subito degli operai.

  Quando arrivarono, questi dissero che c'era bisogno di uno scavatore cingolato. Il giorno dopo tornarono con il mezzo meccanico e incominciarono a scavare, però non trovarono nessuna perdita dai tubi e dissero che forse l’acqua proveniva da una piccola sorgente che alimenta una vasca che abbiamo dietro l’orto. Mio padre si tranquillizzò e li ringraziò.

  Però i giorni passavano e l'acqua aumentava, finchè allagò tutti gli ortaggi e li fece marcire. Eravamo preoccupati perchè i tubi passavano vicino alla casa e cominciavamo a temere che da un momento all’altro potesse uscire acqua anche da sotto i pavimenti; quindi mia madre telefonò di nuovo all'acquedotto.

  Ormai erano gli ultimi giorni di luglio e dal terreno usciva sempre acqua. Finalmente tornarono gli operai e questa volta, quando scavarono, trovarono un tubo che aveva una fessura; allora andarono a chiudere l'acqua e lo ripararono. Finito tutto il lavoro, gli operai se ne andarono, ma quello che guidava lo scavatore rimase perché mio padre gli aveva chiesto un favore.

  Il favore era di pulire la vasca dell’orto.

 
 

Siccome però nell’acqua era stata immersa una pianta che doveva essere trapiantata, mio padre, per evitare che lo scavatore la danneggiasse, cercò di tirarla fuori, ma scivolò e andò a finire nell’acqua gelida e fangosa.

  L’operaio rimase a bocca aperta perché all’improvviso non vide più mio padre sulla terra ferma, poi, finalmente, lo vide che sbucava con la testa dall'acqua. Ridendo allungò il braccio dello scavatore, per farvi aggrappare il naufrago. Mio padre, quando uscì dall'acqua, era pieno di fango e si andò a cambiare; dopo pochi minuti tornò nell’orto, ripulito e asciutto.

  Intanto eravamo arrivati anche io, mia sorella e mia madre, che ci eravamo allontanati un momento. Ci facemmo raccontare l’accaduto e scoppiammo tutti a ridere, compreso mio padre.

Giacomo Santagata

 

Mi ero salvata

Il giorno del mio compleanno i miei genitori mi regalarono i pattini. Però io non sapevo pattinare.

  Una domenica cercai di imparare e, senza chiedere il permesso a mia madre, andai a provare sulla strada. Ad un tratto mia madre mi scoprì e mi ordinò di rientrare.

  In quel momento mi venne in mente che dovevo frenare, ma io non avevo mai provato. Stava anche arrivando una  macchina e dovevo rallentare, ma non sapevo come.

  Allora mi lanciai in un terreno e mi salvai. In quel momento il mio cuore batteva fortissimo, però sapevo che mi ero salvata.

Concetta Conte

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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it