Il giorno di San
Giuseppe era l’onomastico di un nostro compagno e durante la ricreazione
festeggiammo con dolci e bibite. Dopo pranzo,
quando uscimmo in cortile, passando davanti alla stanza dei bidelli vedemmo che
sul tavolo c’erano zeppole e altri dolci che avevano portato i professori di
educazione artistica e di educazione fisica, per il loro onomastico.
Naturalmente
questi dolci erano per gli altri professori, ma io e le mie compagne vedemmo che
due ragazze di un’altra classe si erano presa una pasta di nascosto e pensammo
di prendercene una anche noi. Io mi offrii
come volontaria.
Siccome la stanza dei bidelli ha due porte, entrai per quella
di dietro, che non era sorvegliata. Fui fortunata, perché intanto qualcuno aveva
chiuso la porta davanti, da dove mi potevano vedere i professori.
Mentre uscivo,
però, mi vide una professoressa e mi disse: “Raccio, qui non si può stare. Vieni
nell'altro corridoio”. Senza dire neanche una parola uscii di corsa, tenendo la
pasta dietro di me. Intanto arrivò il professore di educazione fisica il quale
mi vide con la pasta in mano e, ridendo, mi disse: “Buon appetito!”.
Ormai le mie
amiche si erano spaventate e nessuna volle prendere un pezzo della pasta, quindi
me la mangiai tutta io, ma la mangiai così in fretta che un pezzo mi andò di
traverso.
Alla fine andai a dare gli auguri sia al professore di educazione
fisica che a quello di educazione artistica.
Sabrina Raccio
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