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  Maggio 1999 La Nostra Antologia N. 1 Pag. 11

Il mio lupetto

Un giorno con i miei amici decidemmo di andare a fare un campeggio per due giorni in montagna. Chiedemmo il permesso ai nostri genitori  ed essi ci dissero di sì.

  Eravamo dodici, ci preparammo gli zaini pieni di coperte e di viveri e partimmo per l’avventura.

  Arrivati in montagna, visto che il luogo dove ci dovevamo accampare lo conoscevamo, cominciammo subito a montare le tende. Dopo andammo a fare un giro e vedemmo cavalli e mucche al pascolo.

  Entrammo in un bosco per fare un’esplorazione e mentre giravamo vedemmo una grotta. Dopo un attimo di indecisione io, Emilio e Gianluca decidemmo di entrare.  Naturalmente avevamo un po’ di paura, perciò all’inizio restammo vicini, ma visto che io sono un po’ incosciente a un certo punto mi avviai avanti.

  Andando avanti, si faceva sempre più buio, perciò accesi la torcia; all’improvviso sentii qualcosa che si muoveva: feci luce a terra e vidi dei cuccioli di lupo. Stupito mi girai verso Emilio, che se ne voleva andare perché aveva paura che arrivasse la madre. Io, al contrario, volevo stare lì con i cuccioli.

 

  Dopo un po’ sentimmo un rumore e ci affrettammo ad uscire dalla grotta. Prima, però, io presi uno di quei cuccioli e me lo portai nella tenda. Era un maschio marrone e nero.

  Nel pomeriggio, dopo mangiato, riposammo per un paio d’ore, poi andammo a fare le acrobazie con i motorini. La sera cenai al campo e vidi che il lupetto si era mangiato la mia coperta. I miei amici si misero a ridere e mi prestarono una delle loro, per la notte. Prima che facesse buio, però, visto che non avevamo più viveri, decidemmo di andarcene.

  Arrivato a casa, feci bere un po’ di latte al cucciolo e me ne andai a dormire. La mattina lo feci vedere ai miei genitori e, visto che a mio padre piacque molto, decidemmo di tenercelo ed io lo chiamai Alex.

  Dopo due mesi il cucciolo era già più grande. Passati due anni, mi accorsi che era meglio avere un lupo che un cane. Ma  un giorno il lupo venne ucciso.

  Un signore, amico di papà, per provare la mia pistola ad aria compressa, per errore colpì il lupo nella pancia. Il lupo cominciò a ululare e a contorcersi ed io, vedendolo così, mi  misi a piangere e me ne scappai in cucina.

  Mio padre mise in macchina il povero animale e mi chiamò, dicendo che dovevamo andare dal veterinario; andammo, ma quando arrivammo il lupo era già morto. Ce ne tornammo a casa e lo sotterrammo. Quel signore, dispiaciuto, si scusò con me e papà e se ne tornò a casa.

  Il giorno dopo mi portò un bel cane di razza bastarda, ma io ero molto infelice.

Luca Brillante


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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it