Era estate e una
cicala, che era una star del rok e si godeva la bella vita, venne licenziata
dalla sua casa discografica e non sapeva più come guadagnarsi da vivere, perché
lei era capace solo di cantare.
Però non si
preoccupò molto: ogni giorno si sdraiava su un bel lettino, al sole, e si
metteva a cantare. La sua voce, naturalmente, era bellissima e dava molta
allegria alle formiche, impegnate nel loro lavoro.
Venne l’inverno
e un bel giorno, che c’era un po’ di sole, anche se faceva freddo, le formichine
uscirono un attimo dalla loro tana. Ad un certo punto, però, mentre giocavano,
videro la cicala tra la vita e la morte.
Impietosite, le
formiche la presero e la portarono nel loro centro di medicazione, dove la
curarono e la cibarono per tutto l’inverno.
Tornò l’estate
e un bel giorno, mentre la cicala cantava, le vennero a dire che era stata
riassunta dalla sua casa discografica e che avrebbe continuato a fare la star.
Così tutti
vissero felici e contenti.
Cesare Viscuso
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