Una volta, una
sera d’estate, io e mia nonna eravamo in cucina a preparare la cena, mentre i
miei genitori e i miei fratelli stavano in cantina a sistemare il vino. Mia nonna,
finito di friggere le patatine, mi disse di metterci il sale, perché lo avevo
fatto più di una volta e si fidava di me. Intanto lei avrebbe preparato
l’insalata.
Mentre allungavo
la mano nello stipo per prendere il sale, pensai di fare uno scherzo e, invece
del sale, presi lo zucchero, lo misi sulle patatine e le girai.
Mia nonna mi
domandò se avevo fatto, poi mi disse di avvisare quelli che stavano in cantina
che la cena era pronta.Io corsi a chiamarli, ansioso di vedere se avrebbero
gradito la mia nuova ricetta.
La prima ad arrivare fu mia madre. Si sedette a tavola e si portò le prime patatine in bocca.
Rimase un attimo immobile, poi domandò a mia nonna perché non erano buone. La
nonna rispose che le sembrava di aver fatto tutto bene, poi mi fissò con uno
sguardo orrendo. Io dissi che non ne sapevo niente.
Intanto si erano
seduti anche i miei fratelli e mio padre. Si misero le patatine in bocca e anche
loro rimasero un po’ fermi, in silenzio; poi mio fratello domandò che cosa ci
mancava nelle patatine e mia nonna rispose che le aveva fatte al solito modo e
aveva incaricato me di metterci il sale...
Io facevo finta
di niente, ma tutti mi fissarono con gli occhi storti e nessuno mangiò le
patatine. Mia nonna le prese e le portò al cane e ai gatti - per fortuna a loro
piacquero - poi ci disse di aspettare qualche minuto e, in quattro e quattro
otto, ne frisse delle altre e tutti potemmo cenare.Da allora mia
nonna non ha più voluto il mio aiuto in cucina.
Sandro Landino
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