Quella mattina mi svegliai molto prima del
solito, dopo una notte agitata. Non riuscivo a dormire perché ero elettrizzata
dal pensiero che dovevo andare a giocare una partita di calcio a Vairano
Patenora.
Stanca di agitarmi nel letto, alla fine decisi
di alzarmi e uscii dalla mia cameretta. Nel corridoio incontrai mia madre che
veniva dal bagno. Mi domandò perché mi ero già alzata e io le dissi che non
riuscivo a dormire. Mi chiese di preparare il latte, se scendevo giù, e io le
risposi di sì.
Scesi in cucina, presi il latte nel frigo, lo
misi nel pentolino, accesi il gas e lo misi a bollire. Poi andai nel bagno a
lavarmi, tornai in camera a vestirmi e mi dimenticai del latte. Me ne ricordai
poco dopo perché, mentre scendevo le scale, fui colpita da una forte puzza di
gas.
Corsi subito verso la cucina, con il
presentimento di un disastro. Mentre entravo ricordai che la mia insegnante di
italiano, alle elementari, ci aveva raccomandato di non accendere mai la luce
quando c’è una fuoruscita di gas. Però ero troppo agitata e, senza rendermene
conto, schiacciai l’interruttore.
Per fortuna non successe nulla e corsi subito
a chiudere la chiavetta del gas, tirando un sospiro di sollievo per lo scampato
pericolo. Il latte si era completamente versato. Pulii velocemente il pentolino
e i fornelli e ne misi a bollire dell’altro.
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