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   Maggio 1999 La Nostra Antologia N. 1 Pag. 9

Gas e profumo

Quella mattina mi svegliai molto prima del solito, dopo una notte agitata. Non riuscivo a dormire perché ero elettrizzata dal pensiero che dovevo andare a giocare una partita di calcio a Vairano Patenora.

  Stanca di agitarmi nel letto, alla fine decisi di alzarmi e uscii dalla mia cameretta. Nel corridoio incontrai  mia madre che veniva dal bagno. Mi domandò perché mi ero già alzata e io le dissi che non riuscivo a dormire. Mi chiese di preparare il latte, se scendevo giù, e io le risposi di sì.

  Scesi in cucina, presi il latte nel frigo, lo misi nel pentolino, accesi il gas e lo misi a bollire. Poi andai nel bagno a lavarmi, tornai in camera a vestirmi e mi dimenticai del latte.  Me ne ricordai poco dopo perché, mentre scendevo le scale, fui colpita da una forte puzza di gas.

  Corsi subito verso la cucina, con il presentimento di un disastro. Mentre entravo ricordai che la mia insegnante di italiano, alle elementari,  ci aveva raccomandato di non accendere mai la luce quando c’è una fuoruscita di gas. Però ero troppo agitata  e, senza rendermene conto, schiacciai l’interruttore.

  Per fortuna non successe nulla e corsi subito a chiudere la chiavetta del gas, tirando un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo. Il latte si era completamente versato. Pulii velocemente il pentolino e i  fornelli e ne misi a bollire dell’altro.

 

Però ora c’era ancora un problema, quello che la puzza di gas si era estesa per tutta la cucina e i miei genitori stavano per scendere. Già immaginavo la sgridata che avrei ricevuto.

  La cosa più semplice sarebbe stata aprire la finestra, ma fui presa dal panico e pensai di nascondere la puzza di gas con un profumo. Corsi nel bagno e trovai una bomboletta di deodorante. Andai in cucina e lo spruzzai da tutti i lati, solo che esagerai un po’.

  Quando scese mio padre, la prima cosa che fece fu di venire in cucina. Entrando sentì l’odore e mi chiese che cosa era tutto quel profumo. Io dissi che non ne sapevo nulla, ma lui si accorse che in mezzo al profumo c’era una puzza di gas e mi chiese ancora spiegazioni. Io insistevo a dire che non sapevo nulla ma, siccome continuava a fare domande, alla fine gli dissi la verità.

  Purtroppo mio padre si arrabbiò molto, dicendo che non sono mai attenta, che poteva anche esplodere la stanza e che quando dovevo bollire il latte dovevo rimanerci vicina, se no non lo facevo proprio. Poi chiamò mia madre, che aprì la finestra e finì di pulire la cucina.

  Per fortuna dopo un po’ partimmo per andare a Vairano Patenora e l’entusiasmo per la partita che dovevo disputare ben presto mi fece dimenticare il brutto incidente.

Concetta Conte


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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it