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 Giugno 2000  La Nostra Antologia N. 2 Pag. 3

Lettera a Pennino

Ti lasciai volare

Caro Pennino,

era una semplice mattinata,

tutto normale, tutto regolare.

Poi ti ho trovato.

Eri piccolo e indifeso.

Io non sapevo cosa fare:

lasciarti o prenderti?

Ero indecisa, poi ti ho preso.

Hai trascorso l’intera mattinata

nella mia scuola. Tu, perciò,

sei un po’ diverso dagli altri passerotti,

perché sei stato a scuola:

e’ raro che si trovi un uccellino

scolaro, anzi è rarissimo.

Mi sono affezionata a te

fin dall’inizio. Ti ho portato a casa

ed abbiamo passato giorni meravigliosi

e molto piacevoli,

ma poi imparasti a volare.

Ero un po’ triste e un po’ felice.

Ti presi in mano

e allargando piano le dita

ti feci volare.

Ti eri fermato su un pino

e cinguettavi felice. Io pensavo:

“Forse mi ha già dimenticato,

forse non ricorda tutti quei bei giorni

che abbiamo trascorso insieme”.

Adesso chissà dove sei.

Forse stai volando nel cielo,

forse ti sei fatto una famiglia,

o, forse, qualche cacciatore

ti ha sparato!

Non voglio neanche pensarci,

anzi, spero che qualche volta

pensi anche tu a me.

Ti voglio bene,

tua Gabriella.

Gabriella Ferrucci

 

Battaglia

nel pollaio 

 

Un giorno, quando avevo dieci anni, mia madre doveva fare una torta per il compleanno della zia, perciò mandò mia sorella e mia cugina a prendere le uova nel pollaio.

  Loro andarono e cominciarono a prendere le uova, ma a un tratto mia sorella si girò e vide un gallo che stava per saltarle addosso.

Non avendo a portata di mano nulla per difendersi, cominciò a lanciargli le uova, e anche mia cugina fece lo stesso.

  Il guaio è che più lanciavano uova più il gallo si arrabbiava, così fuggirono, lasciando il pollaio aperto.

  Arrivate a casa, mia madre chiese dove erano le uova. Mia sorella e mia cugina scoppiarono a piangere e raccontarono tutta la storia e io, per colpa loro, fui costretto a far rientrare nel pollaio le galline che, avendo trovato la porta aperta, se ne erano scappate.

Luca Brillante

 

Non lo sai

Quando non venisti a scuola

mi mancavi da morire.

Non sarei voluta venire neanche io,

perché tu non c’eri.

Ma tu questo non lo sai.

Sabrina Raccio

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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it