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Giugno 2000  La Nostra Antologia N. 2 Pag. 11


Avere

un’amica

Nella mia vita ho avuto una sola

vera amicizia,

ma quando sono venuta alle medie

l’ho rovinata.

Ora penso che sono stata

una vera stupida

a rovinarla.

Alle medie ho avuto altre

amiche del cuore,

che però non si sono rivelate

vere amiche.

Forse perché sono più piccola,

forse perché nessuno mi sopporta,

io non ho più avuto

una vera amicizia.

Per me l’amicizia è una cosa preziosa,

fatta di comprensione, di fedeltà

e di voglia di stare insieme.

Non essere sempre bisticciate,

o nascondere le cose che si pensano.

Io, lo ammetto, sono un po’ gelosa,

però non c’è mai stata

molta comprensione

da parte di tutte le mie amiche,

mi sono sentita sempre esclusa!

Adesso capisco

che nessuno mi capiva bene

come “lei”.

Io non riesco a stare

senza un’amica!

Chiara Landino

 

Il mio amore

per te

Il mio amore per te

è tanto che tutti

i granelli di sabbia

del mondo non basterebbero

per amarti.

Ti amo come le stelle amano

la luna.

Romina Cusano

 

Una curva

pericolosa

 

Una mattina d'estate del 1997 andai a Totari, da mia nonna, con la bicicletta.

  Mi vide Antonio, un mio conoscente de posto, che era rimasto a piedi con il motorino, e mi chese se potevo prestargli la mia bici, per andare a casa sua a prendere a miscela. Io gli risposi di no, ma lui insistette e mi disse che potevo andare anche io, ma dovava guidare lui. Ala fine gli diedi il passaggio, ma volli guidare io.

  La bicicletta era senza freni e la stradina era molto ripida e piena di curve. Siccome andavo molto veloce, Antonio mi disse di rallentare, ma io risposi: «Non ti preoccupare!». La prima curva la feci velocemente, ma alla seconda veniva una macchina e l'impatto era inevitabile.

  Antonio saltò ma io non abbandonai la mia bicicletta. Un attimo dopo la mia bicicletta era a terra, Antonio nel fosso ed io ero mezzo svenuto dalla paura.

  Scese l'autista della macchina e vidi che era l'ingegnere Pisaturo. Subito gli chiesi cosa si era fatta la macchina e se dovevo pagare il paraurti che si era rotto, ma lui non pensava ai danni, chiamò il proprietario della casa più vicina e mi fece portare un bicchiere d'acqua.

  Si spaventarono tutti quel giorno, specialmente io. Andai a casa e dopo qualche oretta tornai a sorridere, ma la mia povera bicicletta era rotta, e non aveva neanche quattro mesi.

  Da quel giorno andai più piano, con la bicicletta di mia sorellla, ma dopo un po' di tempo cominciai a correre di nuovo. 

Gianni Riccio

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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it