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Giugno 2000  La Nostra Antologia N. 2 Pag. 9


I sogni

Per me i sogni son come le stelle

perché la sera,

quando vado a dormire, con un letto

che mi fa da nave

e con il cielo che mi fa da mare,

navigo e pesco le stelle

che devo sognare.

Ma devo fare in fretta

perché, se no, viene quella luce,

quella luce di un nuovo

giorno, che mi sveglia dal mio sogno.

Gabriella Ferrucci

 

Il cavallo

marroncino

All’età di sette anni

ricevetti un regalo bellissimo,

un cavallo marroncino,

con una macchia bianca sul muso,

che era il mio sogno.

Ma, dopo due anni, mio padre

incominciò a dire che il cavallo

non potevamo tenerlo più,

e allora fui assalita da un dubbio

che divenne ben presto paura,

e ogni volta che sentivo quelle parole

ne soffrivo e il timore che il cavallo

non ci fosse più

diventava più intenso.

Un giorno bruttissimo,

quello che temevo accadde.

Vedendo il cavallo che saliva sul camion

mi si spezzava il cuore;

non volevo piangere, perché sapevo

che anche a mio padre

dispiaceva; allora corsi via,

mi andai a nascondere, singhiozzando,

e non riuscivo più a calmarmi.

Dopo che il cavallo fu caricato,

mio padre mi venne a cercare,

per consolarmi.

Quel giorno non lo dimenticherò mai.

Debora Conte

 

Il bambino

smarrito

Mio cugino, quando aveva cinque anni, si perse tra la folla durante una festa. L’ho intervistato per sapere come avvenne.

Pasquale, raccontami: come è andata?

“Io stavo guardando le giostre e volevo farmi un giro. Quando decisi su quale giostra andare, mi voltai per dirlo a mia zia, ma lei non c’era più, era completamente scomparsa.”

Avesti paura?

“No, anzi era divertente.”

Perché era divertente?

“Perché era la prima volta che potevo andare in giro da solo per il paese.”

Capisti subito che ti eri perso?

“Dopo un po’ , lo capii.”

Che cosa pensasti di fare?

“Niente, me ne andai a casa e raccontai tutto a mio nonno.”

Tua zia ti ha raccontato che cosa fece?

“Sì, mi ha raccontato che ebbe tanta paura e che lei e mia nonna chiamarono i vigili e i carabinieri.”

E questi che cosa fecero?

“Per tranquillizzarle, i vigili le accompagnarono a casa e io, tutto felice, dissi: - Zia, finalmente sei tornata! Ti eri persa?

E tua zia che cosa ti disse?

“Mia zia voleva fare la severa, per farmi capire che non dovevo mai più allontanarmi da lei, ma subito dopo scoppiammo tutti a ridere.”

Gabriella Ferrucci

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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it