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  Pag. 12 La Nostra Antologia N. 2 Giugno 2000


Spaventato

da una carezza

Una nonna, quando il nipotino non voleva mangiare, gli diceva sempre che lo portava dal prete, che gli dava le botte e lo faceva morire.

 Il bambino, dal giorno che la nonna gli disse quelle parole, aveva il terrore del prete e della morte.

 Una domenica la nonna lo portò in chiesa. Quando il prete uscì dalla sacrestia per dire la messa, passandogli vicino allungò la mano, per fargli una carezza.

 Il bambino si ricordò di quelle famose parole e incominciò a piangere, scappando a casa e gridando che il prete voleva farlo morire.

 Da quel giorno, per molto tempo non è più voluto venire a messa.

Luca Brillante

 

Ciò che non mi piace

del mare

Io vado ogni anno al mare

per una settimana.

Mi piace giocare a pallone

sulla spiaggia,  entrare in acqua,

fare i bagni, andare con il canotto

e fare i tuffi.

Quando entro in acqua, esco solo

quando mia madre

prepara i panini: allora esco

come un razzo.

L’unica cosa che non mi piace

del mare è che le giornate

finiscono subito

e anche una settimana.

Luca Brillante

 

Su e giù

per la discesa

Un giorno, quando avevo sei o sette anni, mio padre e mia madre andarono ad un matrimonio e rimanemmo a casa solo io e i miei fratelli. Per un po’ ci mettemmo a vedere la televisione ma siccome non c'era niente di bello al mio fratello più grande venne un’idea.

 Dietro al trattore era agganciata una tavola di ferro, che usavamo per il trasporto di ogni cosa. La sua grandezza era di circa un metro e mezzo quadrato.

 Mio fratello mi disse di coricarmi a pancia sotto su quella tavola. Io non capivo che cosa avesse in mente, ma feci come diceva lui. Dopo che mi coricai, mi legò le mani e le gambe, per non farmi muovere, poi mise in moto il trattore e si avviò.

 Vicino casa mia c'è una stradina tutta rotta e piena di buche. Mio fratello si avviò per quella stradina e cominciò a correre. Per lui la discesa era corta, per me, però, era lunga, perché prendevo colpi che mi facevano molto male.

 Alla fine della stradina c'era uno spazio grande. Arrivato là, mio fratello bloccò una ruota del trattore e sterzò; poi si girò e rifacemmo la stradina in salita e, finalmente, arrivammo nel garage del trattore.

 Mio fratello mi slegò ma io non riuscivo a mettermi in piedi; mi sedetti sulla tavola e solo quando mi passarono i dolori alle gambe, alle braccia e alla testa riuscii ad alzarmi e me ne andai sopra, con gli altri miei fratelli.

Sandro Landino

 

Un fratello piccolo

Io ho un fratello

piccolo.

Un giorno ruppe lo sportello,

poi prese le forbici

e bucò il cappello.

Laura Melillo

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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it