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  Pag. 8 La Nostra Antologia N. 2 Giugno 2000


Mi rimane

una paura

Quando ero piccola, la cosa che mi spaventava di più erano delle ombre bianche nel buio, che erano frutto della mia mente.

  Quasi ogni notte, quando cioè non riuscivo a dormire, mi mettevo a guardare nel buio e, piano piano, davanti ai miei occhi  cominciavano a formarsi delle sagome bianche in cui non si distingueva il viso, ma solo i contorni. Avanzavano come fantasmi verso di me, allora io mi coprivo con il lenzuolo fino alla punta dei capelli.

  Una notte mi alzai per andare a bere ma all’improvviso mi fermai. In fondo al corridoio c’era una di quelle sagome, che mi chiamava con un gesto della mano. Scappai subito nel letto con una fifa più grande di me.

  Un’altra paura che avevo da piccola era di mio cugino, cioè della sua mostruosa maschera di carnevale.

  Se la metteva sulla faccia e appariva tutto a un tratto dalla porta d’ingresso, facendomi correre e piangere per tutta la casa.

  Un’altra grandissima paura me la procurava la storia di “Maria Lunga”, che mi raccontavano mia madre e mio padre.

Maria Lunga aveva delle braccia luuuunghe chilometri e chilometri e se un bambino non dormiva veniva sotto il letto, lo prendeva, lo portava a casa sua e se lo mangiava, assieme al marito, l’Uomo Nero, e ai figli Maria Corta e Bimbo Nero.

 Queste erano le uniche cose che mi spaventavano. Adesso non ho grandi paure, però, in fondo in fondo, una ce l’ho, anche se è rara: quella delle mani di mio padre!

Chiara Landino

 

Non so che

ti farei!

Salutandoti, parlandoti,

facendo discorsi,

mi accorgo sempre più

che non ti sopporto.

Mi fai tacere,

fai star zitti tutti

e solo tu devi parlare.

Sei come un fuoco

che mi carbonizza il cuore,

sei un inferno

e, se potessi,

non so che ti farei! 

Debora Conte

 

Filastrocca

delle merendine

Un giorno Kinder Pingùi,

mentre guidava la sua Fiesta

e mentre si distraeva

guardando Kinder Fetta al Latte,

andò a sbattere

contro un Tronki e morì.

Dal cielo scese un angelo

di cioccolata

che lo portò in Kinder Paradiso.

Romina Cusano

e Gabriella Ferrucci

 

Un incontro

In un campo di Fiorucci

Levis incontrò

Stefanel e le disse:

“Ti voglio Benetton”.

Romina Cusano

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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it