Il suo padrone era un bracconiere viscido e senza scrupoli
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La cagnetta
GENEROSA
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La Lupa rispose: «Io sono una specie particolarmente protetta dalle leggi e non sono cacciabile».
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Antonio era titolare di un negozio di pellicce ma aveva un clientela un po’ particolare, infatti alcuni clienti esigenti gli facevano richiesta di pellicce di animali particolarmente protetti dalle leggi. Un bel giorno uno di loro gli ordinò una pelliccia di Lupa.
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Antonio, che era un uomo viscido e senza scrupoli, amante del bracconaggio, aderì subito alla richiesta e una mattina d’inverno, con la sua cagnetta da caccia, di razza segugio, si incamminò sulle montagne della zona per cacciare la Lupa. Dopo aver camminato a lungo, si fermò per una breve pausa, bevendo del caffè caldo.
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Intanto la sua cagnetta aveva fiutato una traccia di Lupa che la portò diretta alla tana. La Lupa, alla vista della cagnetta e considerando il pericolo a cui andava incontro, si nascose tra la vegetazione circostante ma la cagnetta, guidata dal suo fiuto infallibile, la trovò subito e le disse: «Volevi fare la furba?».
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La Lupa rispose: «Ho solamente paura e ti prego di non dare l’allarme al tuo padrone». La cagnetta disse: «Io sono fedele al mio padrone e se l’inganno vengo severamente punita!». La Lupa rispose: «Io sono una specie particolarmente protetta dalle leggi e non sono cacciabile. Se tu sei fedele al tuo padrone, eviteresti di fargli passare guai, impedendogli di spararmi».
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Ma la cagnetta rispose: «Il mio padrone è trasgressore della legge e bracconiere, lo stesso vale anche per me: perciò, preparati a scappare che do subito l’allarme; ma voglio precisarti che la tua corsa sarà breve, perché il mio padrone ha una mira infallibile».
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La Lupa, disperata, chiese alla cagnetta il favore di esprimere l’ultimo desiderio, pregandola di seguirla per mostrarle qualcosa. Portò la cagnetta nella sua tana e le mostrò sette lupacchiotti. «Li vedi? Senza di me moriranno di fame!». A tale vista la cagnetta, commossa e piena di tenerezza materna (perché anche lei aveva dei cuccioli), rispose: «Non preoccuparti, non darò l’allarme al mio padrone!».
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Dopo il rientro dalla battuta di caccia, durante la notte e guardando continuamente con tenerezza i suoi cuccioli, la cagnetta decise di abbandonare per sempre la caccia e il suo padrone. Nel pieno della gelida notte, scappò con i suoi cuccioli, trasferendosi nella tana della Lupa. Qui fu accolta con grande amore e insieme formarono una splendida famiglia.
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Con il passare del tempo, la cagnetta appurò che l’ex padrone era stato arrestato e condannato per bracconaggio.
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Luca Caiola, IA
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Limerick
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Il prof di religione
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Conosco un prof di nome Giovanni
che non dimostra tanti anni.
E’ simpatico e cortese
ma assegna 10 compiti al mese,
quel furbo prof di nome Giovanni.
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Anna Bella Raccio, IA
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Il prof di tecnologia
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C’era un prof di tecnologia
a cui piaceva la sangria,
aveva un gran vocione
e veniva a scuola con un macchinone,
quel prof tenore di tecnologia.
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Mario De Bella, IA
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La prof di francese
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Conosco una prof di francese
che sembra la figlia di un marchese.
I suoi vestiti li compra a Parigi
e non ama i nostri litigi,
quell’esigente prof di francese.
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Anna Chiara Barone, IA
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Enrico
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C’era un ragazzo di nome Enrico
che con i compagni era molto amico.
Veniva da via Vicinato
e gli piaceva il cucinato,
quel robusto ragazzo di nome Enrico.
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Simona Del Monaco,
IA
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Mario
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Ho un amico di nome Mario
che con le ragazze è un po’ temerario.
Porta sempre la stessa maglietta,
che è proprio quella che gli va più stretta.
Quel vanitoso amico di nome Mario.
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Matteo Landolfi, IA
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Guido
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C’era un compagno di nome Guido
che ogni tanto lanciava un grido.
Veniva dalla campagna
e gli piaceva la lasagna,
quell’euforico compagno di nome Guido.
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Simona Del Monaco, IA
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Mario
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Conosco un compagno di nome Mario
che viene a scuola in dromedario.
Il suo cognome è Ferrucci
e indossa sempre scarpe Balducci,
quell’originale compagno di nome Mario.
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Anna Chiara Barone, IA
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