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   Maggio 2005Noi & Voi Prot@gonisti N. 10 Pag. 9


CLASSE IA. In primo piano: Monica Pascale, Roberta Di Cristofano, Chiara Mennone. In piedi: Anna Bella Raccio, Cristiana Fiorillo, Anna Chiara Barone, Giovanna Fattore, prof. Vittorio Civitillo, Lorella Ciaburri, Carmen Cassella, Anna Pellini.

La nonna lo usava per pulire i broccoli

A scuola

con il COLTELLINO

In prima elementare c’era una compagna che mi faceva sempre scherzi, mi diceva parolacce e mi prendeva in giro. Allora lo dissi alla maestra, che mi cambiò di posto, ma la compagna continuava a dirmi parolacce.


  Una mattina, prima di andare a scuola, vidi che mia nonna stava pulendo i broccoli con il coltellino e mi venne un’idea. Quando lei andò a portare il caffè al nonno, presi il coltellino, me lo misi in tasca e lo portai a scuola.


  Quella mattina, come al solito, la mia compagna mi chiamava scemo e cretino; allora, durante la ricreazione, tirai fuori il coltellino dalla tasca e la minacciai. Lei si spaventò e lo andò a dire alla maestra.


  La maestra mi tolse il coltellino e lo mise nel cassetto, poi disse che telefonava a casa, ma io mi accorsi che lo diceva per farmi spaventare, perché fece l’occhiolino a Franco, il bidello. Intanto tutti i miei compagni dicevano che avevo fatto bene, ma le compagne erano contro di me.


  Quando tornai a casa mia nonna era nervosa perché non trovava il coltellino. Io raccontai tutto a papà, che mi sgridò con molta severità, perciò capii che l’avevo fatta proprio grossa. Il giorno dopo la maestra parlò con papà e gli restituì il coltellino; così mia nonna poteva di nuovo pulire i broccoli.


   Con quella mia amica ci fu qualche altro litigio, ma poi lei non mi disse più parolacce e io non le feci più niente.

Enrico Melillo, IA

 

All’asilo combinavo guai

DELITTO

imperfetto

Quando andavo all’asilo combinavo molti guai; uno di questi, quello che ricordo di più, fu quando io e un mio amico organizzammo un “delitto”, cioè 'uccisione di una persona.

  Il mio amico mi disse di portare un coltello, per uccidere Rossella. Io, quindi, il giorno dopo portai il coltello. Il mio amico andò vicino alla persona che avevamo preso di mira, con il coltello tra le mani, e le disse: «Alza le mani perché ti devo uccidere!».

  Rossella impallidì a sentire quelle parole, quindi lo andò a dire alla maestra e per poco io e il mio amico non ci beccammo una sospensione


  Io e Domenico, un mio compagno di classe ancora oggi, eravamo un po’ scostumati, infatti quando passavano le persone le prendevamo sempre in giro dalla finestra, senza vergognarci di farci vedere. Quando però qualcuno ci rispondeva con cattive parole noi, con furbizia, dicevamo alla maestra che i passanti ci dicevano brutte parole e che erano loro a incominciare.


  L’esperienza più brutta che ricordo è quando i miei amici mi lasciavano solo a mangiare perché io ero molto lento e quindi rimanevo sempre per ultimo.

Matteo Landolfi, IA

Avevo tante

COMPAGNE

Io quando andavo all’asilo ero contenta, però piangevo quando mia madre se ne andava.

  Mi piaceva la scuola, però c’era un problema, che quando piangeva la mia compagna piangevo anche io.

  Quando iniziò la mensa io non mangiavo e un giorno buttai tutto addosso al bidello.

  La cosa più brutta era quando le maestre mi sgridavano. La cosa bella è che avevo tante compagne e andavamo d’accordo.

Carmen Cassella, IA

 

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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it