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Pag. 8 Noi & Voi Prot@gonisti N. 11  Maggio 2006

Una superstizione piuttosto infondata

Investire una civetta

porta male alla… CIVETTA!

Una mattina d’estate, verso le sei, io, mio padre e mio nonno stavamo andando al mercatino delle pulci, a Caserta. Arrivati verso Totari, vedemmo che sulla strada c’era una civetta che stava beccando qualcosa a terra.

 Papà cercò di frenare ma la prendemmo in pieno e ci andò proprio sul parabrezza, togliendoci per qualche secondo la visuale della strada.

 Una superstizione dice che investire una civetta porta molta, ma molta sfortuna, e quella mattina successe proprio come diceva la superstizione perché quando arrivammo a Caserta e andammo al mercatino, stavano già levando tutto di mezzo, quindi non potemmo acquistare niente. Ma non finì lì perché dopo un po’ sentii che papà diceva delle parolacce, arrabbiato, ma non per il mercatino: non partiva più la macchina.

  Di fronte a tanta sfortuna, tutti pensammo che fosse colpa della civetta. Nei giorni successivi, però, considerando meglio l’accaduto, arrivai alla conclusione che, dal punto di vista della civetta,  eravamo stati noi a portare sfortuna a lei, infatti l’incontro con noi le aveva procurato la morte.

Matteo Landolfi, IIA

Uno scongiuro per far sparire le verruche

L’inciarmo

Quando andavo in piscina mi uscì un puntino sotto il piede e questo puntino si faceva sempre più grande e mi dava fastidio. Mia mamma prima non gli diede importanza, dopo si preoccupò e mi portò dal dottore, il quale disse che era una verruca e mi diede una medicina, ma la verruca non si tolse.

  Un giorno andai da mia nonna, lei l’esaminò e disse: «Sì, è una verruca, però se non si toglie con la medicina devi andare da una signora che si chiama Maria. Lei te la sa togliere.»

 Quando io e mia mamma andammo da questa signora, anche lei disse che era una verruca e che la verruca si mischia. Per farla sparire me la doveva inciarmare e per inciarmarla bisognava aspettare la luna piena. Io tornai da lei quando c’era la luna piena, e ci andai per tre sere.

  Per fare l’inciarmo la signora Maria pronunciava delle formule molto strane, che non capivo bene. La formula che ricordo è questa: “Luna mia, fa’ che si tolga questa verruca, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”. Ogni formula veniva ripetuta sempre tre volte.

  Nei giorni seguenti la verruca diventò sempre più piccola e dopo un mese sparì.

Chiara Mennone, IIA

 

Anche i miei nonni  sanno fare delle piccole ‘magie’

Malocchio

e ‘prenotto’

Non sono molto esperta di magie, ma quando mi accorgo che qualcuno mi ha guardato in modo strano vado sempre da mia nonna o da mio nonno, che sanno entrambi levare il malocchio. Quando dico che mi fa male la testa, subito uno di loro mi viene vicino e mi mette la mano sulla fronte, facendo molte volte il segno della croce e pronunciando delle formule, ma borbotta sempre troppo veloce e a bassa voce, perciò non capisco niente.

  Oltre al malocchio il nonno sa fare anche il “prenotto”. Un giorno sentivo mia nonna che si arrabbiava col nonno, dicendogli che era troppo distratto e perdeva sempre tutto. Io, incuriosita, domandai cosa era successo e nonna, insoddisfatta del marito, mi rispose che lui aveva perso le chiavi della cantina.

  Mio nonno era ancora più arrabbiato di lei perché non poteva prendere il vino nella cantina. Nonna può resistere senza vino, ma nonno proprio no, non poteva nemmeno aspettare che qualcuno buttasse giù la porta, perciò si mise a cercare qualcosa di appuntito e io lo aiutavo, mentre mia nonna non sapeva se ridere o piangere.

  Io e il nonno provammo con tante cose appuntite, anche con la pinza che nonna portava nei capelli, ma la serratura era troppo antica, perciò non si apriva e nonna era sempre più arrabbiata perché le avevamo rotto la pinza: non voleva più vedere e sentire, perciò se ne andò.

  Allora al nonno venne in mente il “prenotto” e incominciò a recitare diverse “filastrocche” mentre io, stupita, lo guardavo, senza sapere quello che voleva fare. Alla fine del rito mi disse: «Sono sicuro che le chiavi ritornano!».

  Il giorno dopo le trovò sul mobile dove le aveva lasciate e tutti felici comprammo un nuovo pacchetto di pinze per la nonna.

Anna Chiara Barone, IIA

Le nostre barzellette

Un signore si reca da un mago per farsi predire il futuro. Bussa alla sua porta e dall’interno sente un voce che dice:

- Chi è?

Irritato, il signore risponde:

- Che razza di mago sei, se non sai nemmeno chi bussa alla tua porta?

(Segue a pagina 9)

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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it