Studiando
la poesia L’aquilone,
di Giovanni Pascoli, sono rimasto colpito dai versi nei quali si parla di
chiese di campagna,
ch’erbose hanno le soglie. Infatti ho subito pensato a una chiesetta di
campagna che si trova accanto alla casa dei miei nonni materni, in via Melafrani.
Ė una chiesa molto antica, costruita nel 1750, ed è
chiamata la chiesa delle Anime del Purgatorio. C’è un altare bellissimo, con due
angioletti e una Madonna, la sacrestia e due bellissime campane. Una è grande e
si trova all’esterno, con una fune lunga per farla suonare.
Mio nonno mi ha raccontato che fino a pochi anni fa in
questa chiesetta veniva celebrata la messa, da un prete che ora è morto, e che
quando lui era ragazzo, nel mese di giugno si organizzava anche una piccola
festa, con una piccola processione.
Anche la mia mamma ha dei bellissimi ricordi. Mi ha detto
che quando era bambina tutti i sabato sera si celebrava la messa e lei serviva
il prete e non solo a questo ci teneva tanto ma anche alla chiesetta perché ogni
giorno la puliva e metteva tutto in ordine, e a Natale davanti all’altare lei
costruiva il presepe.
Ora quella chiesetta è diventata vecchia e il tetto sta
per crollare.
Ė un vero peccato: sarebbe bello se venisse aggiustata, anche
perché essa conserva il ricordo di tante persone che non ci sono più. È un
pezzetto di storia del nostro paese che rischia di andare perduto.
Ogni volta che vado dai nonni e la vedo, tutta abbandonata,
che sta quasi per cadere, io mi chiedo: “Ma non c’è proprio nessuno che possa
prendersi cura di questa chiesetta, prima che sia troppo tardi?”.
Credo che ormai essa sia condannata a crollare. Solo uno
“Zio Paperone” pieno di soldi potrebbe salvarla!
Enrico Melillo, III A
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