UN
QUIZ
PER TE |
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Quale di questi
non è
un segnale stradale?
Se non lo sai,
farai bene a
camminare a piedi! |
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Meglio non fidarsi della pubblicità |
Guidare
COL VENTO
tra i capelli
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Leggendo una rivista di motocross mi aveva colpito un articolo che magnificava
una pit-bike, ossia una mini-moto. In
quello stesso momento già immaginavo come sarebbe stato guidarla con il vento
tra i capelli.
Per molto tempo assillai mio padre e mia madre, nel tentativo di riceverla per
il mio 12° compleanno. Con alcuni tentativi - qualche migliaio - riuscii a
farmela regalare. La trovai a casa dopo essere tornato da scuola: era lì,
immobile, scintillante e molto accattivante.
Senza pensarci due volte mi misi in sella e, dopo aver ascoltato il suo rombo,
partii, ma dopo pochi secondi mi resi conto che era davvero una lumaca e che non
aveva nulla a che fare con l’articolo letto sul giornale. In quello stesso
momento mi abbattei e diventai molto triste.
I miei genitori mi chiesero come trovavo quel bolide. Con un sorriso a 32
denti, risposi: «E’ una favola». Da quel giorno vivo con quel rimorso, ma sono
ugualmente felice che mio padre me l’abbia regalata.
Patsy Lucatino,
III B |
La moto
"PREPARATA” |
Con grande entusiasmo avevo comprato un motocross 80 Honda,
preparato per gare. Dopo un po’ di giorni un amico, che aveva un 80 Suzuki, mi
invitò a girare con lui nella sua pista, però dopo qualche giro mi accorsi che
la mia moto era meno potente della sua, pur avendola fatta preparare per farla
diventare competitiva.
Per curiosità, dopo qualche giorno, smontai il cilindro e
mi accorsi che il pistone era ancora quello originale, e ciò significava che la
moto non l’avevano preparata, visto che anche lo scarico e la centralina erano
originali.
Per farla diventare competitiva
sono dovuto andare da un altro meccanico, però questa volta il meccanico ha
fatto un ottimo lavoro, visto che ho sentito subito che la moto era più potente.
Francesco Barone,
III B
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Il corpo del
REATO |
Ero in campagna e mentre correvo ad alta velocità ho
sgommato e sono caduto. Nella caduta ho provato un forte dolore alla caviglia e
al ginocchio ed ho visto che avevo i pantaloni tutti strappati.
Io ero
preoccupato perché erano nuovi ed allora sono corso a casa e di nascosto li ho
cambiati. Poi il corpo del reato l’ho gettato nella spazzatura.
Mia madre ogni tanto mi chiedeva: «Ma i pantaloni rossi,
sai per caso che fine hanno fatto?».
Luca Pascale, II A
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minicronache |
Piccoli incidenti
con la BICI |
... vidi una macchina, mi spaventai, non sapevo cosa fare. Iniziai a girare lo
sterzo di qua e di là ma caddi addosso a mia sorella e coinvolsi anche lei.
Anna Gina Barra, I B
… stavo facendo una gara con gli amici, non vidi una macchina e le andai addosso.
Feci un bel capitombolo e caddi con la testa a terra e mi si fece un bombolone.
All’ospedale mi misero due punti e due flebo.
Mariangela Melillo, I B
… mio fratello mi stava insegnando ad andare sulla bici ma mamma lo chiamò per
domandargli una cosa. Senza di lui non sapevo mantenere l’equilibrio, così caddi
ma non mi feci male. Antonella Massaro, IB
… in un secondo mi ritrovo a terra, con il ginocchio fra le
pietre che sanguinava come una fontana e la bicicletta con la ruota di dietro
che girava ancora. Mi misi a piangere come una bambina sbalordita, scandalizzata,
come se questa bambina in quel momento avesse incontrato dei mostri, dei vampiri,
dei killer… Giovanna Fattore, IIIA
… ad un certo punto, non so come, mi sono ritrovato sul
ciglio della strada e la bici mi era addosso, tutto il corpo mi faceva male e
non riuscivo ad alzarmi. E’ arrivato un cane che ha cominciato ad abbaiare e per
la paura sono risalito sulla bici e sono tornato a casa. Logicamente non ho
raccontato niente ai miei, ma il dolore è rimasto per più di una settimana.
Gabriele Landino, I A
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... ho cominciato a saltare con la bici su un tronchetto di legno, sopra un
muretto. A un certo punto il tronchetto si è spostato e sono caduto giù dal
muretto. Quando mi sono rialzato non potevo muovere la spalla. Dopo una mezz’ora mi è arrivato un dolore enorme e così
l’ho dovuto dire ai miei genitori, che mi hanno portato di corsa all’ospedale,
dove mi hanno operato e ho dovuto portare per un mese il gesso.
Antonio Moscatello,
III A
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Rispetta
i
SEGNALI |
Sono il segnale di pericolo
e avverto ogni veicolo,
se mi rispetterai
allora non sbanderai.
Se non rispetterai un divieto
finirai in un frutteto.
Rispettando i segnali
non avrai molti guai.
Luca - Salvatore - Biondino,
III A
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