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Pag. 26Noi & Voi Prot@gonisti N. 12Maggio 2007

UN QUIZ PER TE

Quale di questi non è un segnale stradale?

Se non lo sai, farai bene a camminare a piedi!

 

Meglio non fidarsi della pubblicità

Guidare

COL VENTO tra i capelli

Leggendo una rivista di motocross mi aveva colpito un articolo che magnificava una pit-bike, ossia una mini-moto. In quello stesso momento già immaginavo come sarebbe stato guidarla con il vento tra i capelli.

  Per molto tempo assillai mio padre e mia madre, nel tentativo di riceverla per il mio 12° compleanno. Con alcuni tentativi - qualche migliaio  - riuscii a farmela regalare. La trovai a casa dopo essere tornato da scuola: era lì, immobile, scintillante e molto accattivante.

Senza pensarci due volte mi misi in sella e, dopo aver ascoltato il suo rombo, partii, ma dopo pochi secondi mi resi conto che era davvero una lumaca e che non aveva nulla a che fare con l’articolo letto sul giornale. In quello stesso momento mi abbattei e diventai molto triste.

  I miei genitori mi chiesero come trovavo quel bolide. Con un sorriso a 32 denti, risposi: «E’ una favola». Da quel giorno vivo con quel rimorso, ma sono ugualmente felice che mio padre me l’abbia regalata.

  Patsy Lucatino, III B

La moto

"PREPARATA”

Con grande entusiasmo avevo comprato un motocross 80 Honda, preparato per gare. Dopo un po’ di giorni un amico, che aveva un 80 Suzuki, mi invitò a girare con lui nella sua pista, però dopo qualche giro mi accorsi che la mia moto era meno potente della sua, pur avendola fatta preparare per farla diventare competitiva.

  Per curiosità, dopo qualche giorno, smontai il cilindro e mi accorsi che il pistone era ancora quello originale, e ciò significava che la moto non l’avevano preparata, visto che anche lo scarico e la centralina erano originali.

  Per farla diventare competitiva sono dovuto andare da un altro meccanico, però questa volta il meccanico ha fatto un ottimo lavoro, visto che ho sentito subito che la moto era più potente.

Francesco Barone, III B

Il corpo del REATO

Ero in campagna e mentre correvo ad alta velocità ho sgommato e sono caduto. Nella caduta ho provato un forte dolore alla caviglia e al ginocchio ed ho visto che avevo i pantaloni tutti strappati.

  Io ero preoccupato perché erano nuovi ed allora sono corso a casa e di nascosto li ho cambiati. Poi il corpo del reato l’ho gettato nella spazzatura.

  Mia madre ogni tanto mi chiedeva: «Ma i pantaloni rossi, sai per caso che fine hanno fatto?».

Luca Pascale, II A

 
minicronache

Piccoli incidenti

con la BICI

... vidi una macchina, mi spaventai, non sapevo cosa fare. Iniziai a girare lo sterzo di qua e di là ma caddi addosso a mia sorella e coinvolsi anche lei. Anna Gina Barra, I B

… stavo facendo una gara con gli amici, non vidi una macchina e le andai addosso. Feci un bel capitombolo e caddi con la testa a terra e mi si fece un bombolone. All’ospedale mi misero due punti e due flebo. Mariangela Melillo, I B

… mio fratello mi stava insegnando ad andare sulla bici ma mamma lo chiamò per domandargli una cosa. Senza di lui non sapevo mantenere l’equilibrio, così caddi ma non mi feci male. Antonella Massaro, IB

… in un secondo mi ritrovo a terra, con il ginocchio fra le pietre che sanguinava come una fontana e la bicicletta con la ruota di dietro che girava ancora. Mi misi a piangere come una bambina sbalordita, scandalizzata, come se questa bambina in quel momento avesse incontrato dei mostri, dei vampiri, dei killer… Giovanna Fattore, IIIA

… ad un certo punto, non so come, mi sono ritrovato sul ciglio della strada e la bici mi era addosso, tutto il corpo mi faceva male e non riuscivo ad alzarmi. E’ arrivato un cane che ha cominciato ad abbaiare e per la paura sono risalito sulla bici e sono tornato a casa. Logicamente non ho raccontato niente ai miei, ma il dolore è rimasto per più di una settimana.  Gabriele Landino, I A

... ho cominciato a saltare con la bici su un tronchetto di legno, sopra un muretto. A un certo punto il tronchetto si è spostato e sono caduto giù dal muretto. Quando mi sono rialzato non potevo muovere la spalla. Dopo una mezz’ora mi è arrivato un dolore enorme e così l’ho dovuto dire ai miei genitori, che mi hanno portato di corsa all’ospedale, dove mi hanno operato e ho dovuto  portare per un mese il gesso. Antonio Moscatello, III A

Rispetta

i SEGNALI

Sono il segnale di pericolo

e avverto ogni veicolo,

se mi rispetterai

allora non sbanderai.

Se non rispetterai un divieto

finirai in un frutteto.

Rispettando i segnali

non avrai molti guai.

Luca - Salvatore - Biondino, III A

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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it