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   Pag. 12   Noi & Voi Prot@gonisti N. 9   Maggio 2004

Il 19 Marzo, un’antica tradizione di Gioia Sannitica

I fuochi di San Giuseppe

In coincidenza con l’inizio della primavera, e quindi col risveglio della natura, nel nostro paese, come in tante altre parti d’Italia e dell’Europa Meridionale, è diffusa un’usanza che risale al mondo pagano e che è poi stata fatta propria dal cristianesimo, quella di accendere dei fuochi, il cui significato ha una doppia valenza: negativa, come strumento per allontanare il male; positiva, per simboleggiare i benefici del sole, della luce e, dunque, della divinità.

 
Nella piazzetta antistante la chiesa

IL FUOCO

di San Giuseppe

e la festa del papà 

Il 19 Marzo, per “la festa del papà”, il nostro parroco, Don Giuseppe, ha deciso di organizzare una festicciola, per far divertire non solo noi ragazzi della parrocchia ma anche tutta la comunità, e penso che ci sia riuscito molto bene.

  La festa è cominciata con una messa per tutti i papà, celebrata dal parroco nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo, seguita dalla via Crucis, animata dai bambini.

  Nella piazzetta antistante la chiesa, dove erano stati imbanditi dei tavoli con dolci tipici offerti da alcune signore della parrocchia, è stato poi acceso un gigantesco “fuoco di San Giuseppe”, come si usa fare nel nostro paese per questa ricorrenza. La serata è stata allietata dalla musica.

  Noi ragazzi speriamo che questa divertente festa diventi una tradizione per il nostro paese.

Ilaria Del Monaco

 
tutta la famiglia attorno al fuoco di San Giuseppe

La mia PRIMA sera

SENZA televisione

Una giornata di lavoro per raccogliere la legna secca, necessaria per accendere il fuoco, e poi la magia di una serata diversa dalle altre.

I

 l 19 marzo, per la ricorrenza di San Giuseppe, a Gioia Sannitica c’è da sempre l’usanza di accendere un grande fuoco per ogni famiglia o gruppo di famiglie, sia in campagna che  nei vari quartieri del paese.

  La mattina del 19 mio nonno, essendo vecchio e non avendo più la forza per lavorare, mi chiese se, con il trattore, potevo prendere tutta la legna secca che c’era in giro, per preparare la grande catasta da accendere, la sera.

  Io, da bravo ragazzo, gli dissi di sì e senza perdere neanche un minuto misi in moto il trattore e gli agganciai dietro un attrezzo chiamato sollevatore. Mi misi  in giro per la campagna a cercare fasci di legna o qualunque cosa poteva ardere. Girai per mezza giornata, però ottenni un bel risultato: una catasta alta 2 metri. La feci vedere a mio nonno, il quale disse che avevo fatto un bel lavoro; ma io ancora non ero soddisfatto.

  Allora mi venne in mente che il nonno, quando aveva effettuato la potatura delle viti, aveva lasciato altri fasci di legna secca nel terreno. Misi in moto il trattore e mi affrettai ad andare a prendere quei fasci, che purtroppo erano molto lontani da casa. Si era fatto abbastanza tardi e dovevo sbrigarmi. Quando finii di caricare aveva iniziato a far buio. Tornato a casa, scaricai i fasci  vicino al mucchio e misi il trattore nel garage.Quando cominciai a vedere altri fuochi accesi, accesi anche il mio. Corsi dentro ad avvisare i miei familiari che avevo acceso il fuoco, tutti mi fecero i complimenti e io ne ero orgoglioso.

  Quella sera eravamo tutti più uniti  ed è stata la mia prima sera senza televisione. Dopo il fuoco vennero a casa tutti i miei parenti, per cena, perché mio fratello si chiama Giuseppe. Per me è stata un’emozione indimenticabile. 

Michele Di Chello


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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it