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Maggio 2004     Noi & Voi Prot@gonisti N. 9   Pag. 27  


Piccola cronaca Piccola cronacaPiccola cronaca

Botti di Natale

Bambino ferito

da una…cipolla

Quando sono stato ricoverato in ospedale a Napoli, nel periodo di Capodanno, ho conosciuto un bambino di nome Carmelo che si era

ferito con un botto di Natale.

  Un giorno, lui e i suoi amici stavano sparando delle “cipolle”, purtroppo una di loro non esplose. Carmelo, allora, si avvicinò e la prese in mano, ma appena la toccò essa esplose.

  Carmelo corse a casa gridando e piangendo e il padre e la madre lo portarono immediatamente all’ospedale Cardarelli, ove gli fu detto che era meglio farlo operare all’ospedale Santobono dove, io ero ricoverato. Dopo l’operazione i medici dissero che Carmelo aveva perso tre dita alla mano sinistra, un pezzettino di orecchio sinistro e aveva il viso pieno di croste. Quando l’ho conosciuto ormai stava bene, però ogni giorno, per un’ora, doveva fare la camera iperbarica.

  Sentendo il racconto di Carmelo ho deciso che  non avrei mai più sparato botti pericolosi, perché ho capito che non ci vuole proprio niente a perdere le dita, gli occhi o addirittura la vita, come ogni anno si sente al telegiornale, nel periodo di Natale.

  Qualche giorno dopo, ritornato a casa, vidi il padre di Carmelo in televisione, nel programma di Michele Cucuzza  La vita in diretta, che raccontava la tragedia del figlio. In particolare ricordo che il padre di Carmelo disse che il figlio non sapeva ancora di aver perso tre dita della mano sinistra, ma che in fondo era meglio la perdita delle dita che quella di un altro organo del corpo, molto più utile.

Vincenzo Scarano

 
Un bel gioco che poteva finire molto male

Pericolosa gara

a nascondino

Un giorno scesi a casa di Silvio per divertirmi un po’ con lui. Finiti di fare i compiti andammo a giocare a nascondino. A un certo punto, mentre cercavo un posto dove nascondermi, notai che dietro il trattore c’era il rimorchio pieno d’erba.

  Senza esitare un attimo mi infilai nell’erba, pensando che quello fosse proprio un bel posto per non farmi trovare, ma poi fu una tragedia per me. Infatti, dopo un po’ Silvio si stufò di cercarmi e decise di andare a gettare l’erba alle mucche.

  Quando mi accorsi che il trattore si metteva in moto e si muoveva sentii una gran paura e cominciai a urlare, ma nessuno mi sentiva. Ad un certo punto il rimorchio si alzò e io fui scaricato assieme all’erba davanti alle mucche. Silvio spense il trattore e finalmente sentì le mie urla e venne ad aiutarmi, tirandomi fuori dal mucchio d’erba, per fortuna sano e salvo.

  Ogni volta che vado da Silvio mi succede qualche guaio. Quella volta, in fondo, me la sono cavata bene.

Lorenzo Carpentino

 

Aveva 18 anni e tanta voglia di vivere

Ragazzo MUORE

in una gara di velocità

Durante le vacanze estive di due anni fa accadde una disgrazia che mi turbò molto e che ogni tanto ancora mi ritorna in mente. Un grave incidente coinvolse un camion e due motorini, e il conducente di uno di questi rimase gravemente ferito ed ustionato.

  Condotto in ospedale, visse alcuni giorni lottando tra la vita e la morte finché una mattina, al mio risveglio, mamma mi diede la notizia del suo decesso. Era un ragazzo di soli diciotto anni, con tanta voglia di vivere e di godersi le cose belle che la vita ci mette a disposizione.

  Ma una tragica fatalità aveva fatto in modo che nel primo pomeriggio di una calda giornata estiva, la sua “gara di  velocità”, così l’aveva chiamata, finisse contro un camion che un altro giovane conduceva proprio su quella  strada.

  Io appresi questa tragica notizia con tanta amarezza ed è proprio con tale stato d’animo che la trasmisi ai miei fratelli e amici.

 Graziano Sansone


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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it