Botti di Natale |
Bambino
ferito
da una…cipolla
|
Quando sono stato ricoverato in ospedale a Napoli, nel periodo di Capodanno, ho
conosciuto un bambino di nome Carmelo che si era |
|
ferito con un botto di Natale.
Un giorno, lui e i suoi amici stavano sparando delle “cipolle”, purtroppo una di
loro non esplose. Carmelo, allora, si avvicinò e la prese in mano, ma appena la
toccò essa esplose.
Carmelo corse a casa gridando e piangendo e il padre e la
madre lo portarono immediatamente all’ospedale Cardarelli, ove gli fu detto che
era meglio farlo operare all’ospedale Santobono dove, io ero ricoverato. Dopo
l’operazione i medici dissero che Carmelo aveva perso tre dita alla mano
sinistra, un pezzettino di orecchio sinistro e aveva il viso pieno di croste.
Quando l’ho conosciuto ormai stava bene, però ogni giorno, per un’ora, doveva
fare la camera iperbarica.
Sentendo il racconto di Carmelo ho deciso che non avrei
mai più sparato botti pericolosi, perché ho capito che non ci vuole proprio
niente a perdere le dita, gli occhi o addirittura la vita, come ogni anno si
sente al telegiornale, nel periodo di Natale.
Qualche giorno dopo, ritornato a casa, vidi il padre di
Carmelo in televisione, nel programma di Michele Cucuzza
La vita in diretta,
che raccontava la tragedia del figlio. In particolare ricordo che il padre di
Carmelo disse che il figlio non sapeva ancora di aver perso tre dita della mano
sinistra, ma che in fondo era meglio la perdita delle dita che quella di un
altro organo del corpo, molto più utile.
Vincenzo
Scarano |
Un bel gioco che poteva finire molto male |
Pericolosa
gara
a nascondino
|
Un giorno scesi a casa di Silvio per
divertirmi un po’ con lui. Finiti di fare i compiti andammo a giocare a
nascondino. A un certo punto, mentre cercavo un posto dove nascondermi, notai
che dietro il trattore c’era il rimorchio pieno d’erba. |
|
Senza esitare un
attimo mi infilai nell’erba, pensando che quello fosse proprio un bel posto per
non farmi trovare, ma poi fu una tragedia per me. Infatti, dopo un po’ Silvio si
stufò di cercarmi e decise di andare a gettare l’erba alle mucche.
Quando mi accorsi
che il trattore si metteva in moto e si muoveva sentii una gran paura e
cominciai a urlare, ma nessuno mi sentiva. Ad un certo punto il rimorchio si
alzò e io fui scaricato assieme all’erba davanti alle mucche. Silvio spense il
trattore e finalmente sentì le mie urla e venne ad aiutarmi, tirandomi fuori dal
mucchio d’erba, per fortuna sano e salvo.
Ogni volta che vado
da Silvio mi succede qualche guaio. Quella volta, in fondo, me la sono cavata
bene.
Lorenzo Carpentino |
|
Aveva 18 anni e tanta voglia di vivere |
Ragazzo MUORE
in una gara di
velocità |
Durante
le vacanze estive di due anni fa accadde una disgrazia che mi turbò molto e che
ogni tanto ancora mi ritorna in mente. Un grave incidente coinvolse un camion e
due motorini, e il conducente di uno di questi rimase gravemente ferito ed
ustionato.
Condotto in
ospedale, visse alcuni giorni lottando tra la vita e la morte finché una mattina,
al mio risveglio, mamma mi diede la notizia del suo decesso. Era un ragazzo di
soli diciotto anni, con tanta voglia di vivere e di godersi le cose belle che la
vita ci mette a disposizione.
Ma una tragica fatalità aveva fatto in modo che
nel primo pomeriggio di una calda giornata estiva, la sua “gara di velocità”,
così l’aveva chiamata, finisse contro un camion che un altro giovane conduceva
proprio su quella strada.
Io appresi
questa tragica notizia con tanta amarezza ed è proprio con tale stato d’animo
che la trasmisi ai miei fratelli e amici.
Graziano
Sansone
|
|