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   Pag. 26   Noi & Voi Prot@gonisti N. 9   Maggio 2004

Una sera ho spento il televisore e ho chiesto:

NONNO, mi racconti una storia?

 

 

U

n tempo, quando non c'era la televisione, i nonni, nelle lunghe sere d’inverno, seduti accanto al focolare, raccontavano antiche storie ai nipotini, che le ascoltavano incantati.

  Oggi la TV ha distrutto questa abitudine. Provate a farla rivivere, spegnendo, qualche volta, l’elettrodomestico, e chiedendo ai vostri nonni di raccontarvi le storie che a loro sono state narrate quando erano bambini. Quelle che vi sembrano più belle inviatee a “Noi & Voi Prot@gonisti”. Vi promettiamo che le pubblicheremo, in una apposita rubrica dedicata al recupero delle tradizioni locali. 

  Su questo numero del giornalino vi diamo l’esempio, pubblicando due racconti di una nostra compagna dea cassse II A, che li ha sentiti dal nonno.

LA CAPRETTTA AFFAMATA E IL PRETE MISTERIOSO

Incontro inquietante

a MEZZANOTTE

Un giorno un signore perse una capra. La sera, invitato a cena a casa di un suo amico, raccontò la disavventura e gli chiese se l’avesse vista.

  L’amico negò ma gli riferì di voci raccolte in giro secondo le quali ogni sera una capra andava a pascolare in un campo, non

molto distante da casa sua Il nostro uomo si ripropose di andarsela a riprendere subito dopo cena.

  Salutato l’amico si avviò, dunque, di buon passo e, quando fu nei pressi del campo, intravide qualcosa nel buio intento a cibarsi con il grano. Si avvicinò, pensando che fosse la sua capra, ma con grande stupore si avvide che si trattava di un prete alto e macilento, con una gran barba bianca, una lunga tunica e il cappello a tre punte.

  Questi, vedendolo, si alzò e gli rivolse la parola,  invitandolo a seguirlo. Immaginatevi il pover’uomo: rimase impietrito per lo spavento, la fronte imperlata di goccioline di sudore freddo, incapace di profferire  parola.

  Nel frattempo scoccò la mezzanotte e, all’ultimo rintocco della campana, il prete sparì lasciando al suo posto una bella capra affamata! 

Maria Civitillo

 

Il fantasma

dispettoso

Una sera, mentre una signora camminava per strada con una bacinella di panni sul capo, si sentì tirare il fazzoletto che aveva interposto fra la bacinella e la testa.

  Pensando che fosse il ramo di un albero si voltò tranquillamente per controllare. Ma invece dell’albero si trovò di fronte a un fantasma che, con voce stridula, le diceva: «Tie', acchiappa questo!». La poverina, spaventata a morte, cominciò a correre a perdifiato e, siccome la strada era in discesa e piena di ciottoli, finì per cadere e rompersi un ginocchio.

  Il marito, sentendola urlare, accorse in suo aiuto e la trovò per terra, in preda al terrore. La portò a casa e, dopo averla medicata, si fece raccontare l’accaduto. Quando la donna finì il racconto, il marito la consolò dicendole di non preoccuparsene ulteriormente perché sicuramente era stato solo  un pipistrello a spaventarla e che l’indomani avrebbe provveduto ad ucciderlo.

  Il giorno dopo l’uomo si recò sul posto e trovò il fazzoletto della moglie per terra. Cercò nei dintorni un rifugio dove potesse essersi nascosto il pipistrello e, trovata una grotta, entrò a cercarlo. Effettivamente il pipistrello era la’, e, preso un bastone, l’uomo lo uccise senza pietà. Tornato dalla moglie, le mostrò il fazzoletto perso e il pipistrello morto. Questo fu sufficiente a rassicurare la donna e a farla riprendere dallo spavento. Da allora vissero felici e contenti. 

Maria Civitillo


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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it