U
n tempo, quando non
c'era la televisione, i
nonni, nelle lunghe sere d’inverno, seduti accanto al focolare, raccontavano
antiche storie ai nipotini, che le ascoltavano incantati.
Oggi la TV ha
distrutto questa abitudine. Provate a farla rivivere, spegnendo, qualche volta,
l’elettrodomestico, e chiedendo ai vostri nonni di raccontarvi le storie che a
loro sono state narrate quando erano bambini. Quelle che vi sembrano più belle
inviatee a
“Noi
&
Voi
Prot@gonisti”.
Vi promettiamo che le pubblicheremo, in una apposita rubrica dedicata al
recupero delle tradizioni locali.
Su questo numero del giornalino vi diamo
l’esempio, pubblicando due racconti di una nostra compagna dea cassse II A, che li ha
sentiti dal nonno. |
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LA CAPRETTTA AFFAMATA E IL PRETE MISTERIOSO |
Incontro inquietante
a
MEZZANOTTE
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Un giorno un signore perse una
capra. La sera, invitato a cena a casa di un suo amico, raccontò la disavventura
e gli chiese se l’avesse vista.
L’amico negò ma gli riferì di voci raccolte in
giro secondo le quali ogni sera una capra andava a pascolare in un campo, non |
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molto distante da casa sua Il nostro uomo si
ripropose di andarsela a riprendere subito dopo cena.
Salutato l’amico si avviò,
dunque, di buon passo e, quando fu nei pressi del campo, intravide qualcosa nel
buio intento a cibarsi con il grano. Si avvicinò, pensando che fosse la sua
capra, ma con grande stupore si avvide che si trattava di un prete alto e
macilento, con una gran barba bianca, una lunga tunica e il cappello a tre punte.
Questi, vedendolo,
si alzò e gli rivolse la parola, invitandolo a seguirlo. Immaginatevi il
pover’uomo: rimase impietrito per lo spavento, la fronte imperlata di goccioline
di sudore freddo, incapace di profferire parola.
Nel frattempo
scoccò la mezzanotte e, all’ultimo rintocco della campana, il prete sparì
lasciando al suo posto una bella capra affamata!
Maria Civitillo
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Il
fantasma
dispettoso |
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Una sera, mentre una signora
camminava per strada con una bacinella di panni sul capo, si sentì tirare il
fazzoletto che aveva interposto fra la bacinella e la testa.
Pensando che fosse il ramo di un
albero si voltò tranquillamente per controllare. Ma invece dell’albero si trovò
di fronte a un fantasma che, con voce stridula, le diceva: «Tie', acchiappa
questo!». La poverina, spaventata a morte, cominciò a correre a perdifiato e,
siccome la strada era in discesa e piena di ciottoli, finì per cadere e rompersi
un ginocchio.
Il marito,
sentendola urlare, accorse in suo aiuto e la trovò per terra, in preda al
terrore. La portò a casa e, dopo averla medicata, si fece raccontare l’accaduto.
Quando la donna finì il racconto, il marito la consolò dicendole di non
preoccuparsene ulteriormente perché sicuramente era stato solo un pipistrello a
spaventarla e che l’indomani avrebbe provveduto ad ucciderlo.
Il giorno dopo l’uomo si recò sul
posto e trovò il fazzoletto della moglie per terra. Cercò nei dintorni un
rifugio dove potesse essersi nascosto il pipistrello e, trovata una grotta,
entrò a cercarlo. Effettivamente il pipistrello era la’, e, preso un bastone,
l’uomo lo uccise senza pietà. Tornato dalla
moglie, le mostrò il fazzoletto perso e il pipistrello morto. Questo fu
sufficiente a rassicurare la donna e a farla riprendere dallo spavento. Da
allora vissero felici e contenti.
Maria Civitillo |
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