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 Pag. 11Scrittori in ErbaN. 1   Maggio 1999

Insieme ad Orlando alla ricerca di Angelica...

(segue da pag.10)

Uscirono fuori  per decidere cosa regalargli per il matrimonio e mentre stavano parlottando, all’improvviso videro arrivare un pugnale, scagliato contro la porta, a cui era legato un biglietto.

  Orlando corse a vedere cosa ci fosse scritto sul biglietto. Lesse che Angelica non lo avrebbe più sposato perchè amava un altro uomo, Medoro.

Victoria a queste parole capì che il suo fidanzato, che era proprio quel Medoro, quando aveva detto che la lasciava per una donnna di nome Angelica, aveva detto la verità.

  Subito i Cavalieri presero i cavalli e andarono alla ricerca dei due amanti.

Più avanti c’era una distesa di rose di vari colori, anche i più strani, come le rose nere. In fondo alla distesa videro Angelica e Medoro, in vesti candide, volare su un ippogrifo bianco, diretto verso il Sole.

  Arrivati sul Sole, furono presi prigionieri dai guerrieri solari. Questi rinchiusero Angelica in una tenda e Medoro lo gettarono giù dal precipizio del Sole. Medoro andò a finire su una nuvola, dove incontrò un’abitante delle nuvole di nome Jessy.

  Nel frattempo gli abitanti di Marte attaccarono il Sole. I Marziani conquistarono il Sole e misero una bomba atomica. Angelica si gettò dal precipizio e finì sulla nuvola dove era caduto Medoro. Orlando e i suoi si avvicinarono troppo e quindi saltarono in aria con il Sole. Da allora mai più ci fu il giorno.

  Medoro e Angelica si sposarono e divennero i nuovi re e la regina delle nuvole.

  Oh! E che impresa, leggere questa storia, ma non fa niente: basta che vi è piaciuta.

  All’anno prossimo, ciao.

 

Giuseppe Camputaro

Francesco Di Biase

Giuseppe Melillo

Maria Melillo

Marco Pascale

 

 

 

 
 

... con la rana

Franceschiella

  Hello, amici, io mi chiamo Teodoro e sono il compagno di Orlando a lui più caro e non dimenticate di aprire le orecchie perché vi presenterò una storia fuori dal normale: misteriosamente paranormale, ma non è una bugia, ma soltanto una folle magia.

  Vi tratterrò allora con me ed Orlando che...

   ... ritornavamo dalla battaglia contro i Saraceni, stanchi e distrutti, quando all’improvviso una stupida rana aveva osato saltare sulla deliziosa testa di Orlando; dopo di che “sgriffignò” via come un fulmine e lui infuriato diventò prima rosso, dopo di che verde, viola e giallo e come un lampo, rincorse la rana che saltellando sembrava voler dire: “aiuto, aiuto!”.

  Ma Orlando non si impietosì, mentre io dicevo: “Orlà te vo’ calmà!”, lui non ascoltava: niente ra fa.

  Con forza prese con la mano destra la sua spada, luccicante come l’oro, e gliela lanciò contro con tutta la sua forza, ma la mancò e allora Orlando disse: “T’o fermà o aggia piglià u fucile?”, ma la rana non sembrava preoccuparsi, allora Orlando disse: “Fermati, mattaaaa!”. (segue a pag.12)

 


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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it