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Maggio 1999Scrittori in ErbaN. 1   Pag. 16

Insieme ad Orlando alla ricerca di Angelica...

(segue da pag.15)

  Orlando poi disse: “Presto, dobbiamo decidere la data delle nostre nozze”. “Quale data?” “Come, quale data! Quella delle nozze, cara: ci dobbiamo sposare, noi ci amiamo”. “No, mi dispiace ma io non posso sposarti!”. “Ma che dici?”. “Scusami, ma io amo un altro!”. “Ma non è possibile! E chi sarebbe questo cane? Lo ucciderò con le mie stesse mani!”. “No, questo no, mi faresti soffrire e se mi ami veramente non vorrai sicuramente che io soffra.”

  Con le lacrime agli occhi: “Ok, ok, farò come vuoi tu; ma non ti dimenticherò più!”. “Allora addio, Orlando”. “Addio, Angelica”.

  Angelica scappò via e lasciò dietro di sè un Orlando piangente, allora gli dissi: “E iammu mo: Orlà, nun chiagne chiù!”.

  Ma lui non mi diede retta, impugnò la sua spada e incominciò a distruggere tutto quello che gli capitava davanti. Cercai allora di fermarlo, ma fu inutile, egli mi scaraventò più volte lontano da lui.

  E ad un tratto dalla sua testa saltò fuori il suo cervello, che mi disse: “Sono il cervello di Orlando, sono stanco e me ne vado a spasso nel tempo. Non lo sopporto più”.

  E se ne andò e pensai che dovevo riprenderlo se volevo che Orlando tornasse normale. Così, sapendo che un mio amico scienziato aveva costruito la macchina del tempo, andai da lui e me la feci prestare.

  Andai prima nel passato, poi nel futuro, affrontando mille peripezie, mentre Orlando si scatenava. Ma del cervello di Orlando non c’era nessuna traccia e così, sconfortato dall’insuccesso della ricerca,

 
 

stavo per rassegnarmi ad avere un amico pazzo per amore, quando vidi che il suo cervello stava dormendo su una pietra accanto a me. 

 Allora io mi buttai su di esso a precipizio e riuscii a prenderlo. Ero contentissimo e andai da Orlando, gli rimisi il cervello nella testa e, come per magia, vidi che ridiventava normale, ma non si ricordava niente di quello che era successo, nemmeno di Angelica. Fortuna che si ricordava almeno di me!

  Stavamo ritornando a casa quando apparve davanti a noi una deliziosa fanciulla che impaurita prese la rana e disse: “Cosa volete fare alla mia povera rana di nome Franceschiella?”.

  Ed io: “Oh, no! Si ricomincia da capo!”

Alessandra Delli Franci - Francesco

 Lavorgna - Daniel Pennacchio

 Rosanna Uzzo

Insieme ad Orlando alla ricerca

 di Angelica...

FINE
 
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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it