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Maggio 1999Scrittori in ErbaN. 1   Pag. 6

Insieme ad Orlando alla ricerca di Angelica...

... col cilindro

Un giorno, mentre passeggiavo, notai in un bidone dell’immondizia un cilindro e visto che mi piaceva tanto la sua strana forma, lo presi.

  Dovetti lavarlo perchè era tutto sporco e puzzolente. Ma mentre lo stavo lavando ne uscì un coniglio gigante, tutto sporco. Mi disse: “Io sono Schifezza e sono venuto qui perchè non amo essere lavato”.

  Mi guardò con espressione furiosa, poi mi afferrò e mi buttò nel cilindro. Non so come, ma mi trovai addosso ad un tizio. Alzatomi, gli porsi le mie scuse e facemmo conoscenza.

  Mi disse che si chiamava Orlando e che stava cercando la donna che amava, Angelica, e mi chiese se avrei potuto aiutarlo a cercarla.

  Io gli risposi di sì, ma prima mi avrebbe dovuto spiegare dove fossi. Lui mi rispose che ero a Schifezzolandia. Credendo che fosse matto, decisi di assecondarlo.

 

  Camminando trovammo un leone. Orlando mi disse di restare immobile. Io però non lo ascoltai e gli dissi di lasciar perdere, perché ci avrei pensato io.

  Visto che il cilindro mi aveva risucchiato, pensai di metterlo per terra, con dentro un pezzo di carne succulenta: il leone, prendendo il pezzo di carne, sarebbe stato risucchiato dal cilindro.

  Per fortuna proprio così successe.Orlando, visto questo, mi credette uno stregone e non fece mosse false perché pensava che l’avrei potuto trasformare in un rospo, o addirittura che l’avrei potuto disintegrare.

  Più avanti incontrammo un contadino che si stava lamentando delle pietre che aveva trovato nel suo orto.

  Orlando si avvicinò e vedendo che su quelle pietre c’erano incisi in nomi di Angelica e di Medoro, impazzì.

 Cominciò a strapparsi l’armatura di dosso e, quando cadeva a terra, si faceva un fosso tanto grande che sembrava che fosse caduto un meteorite.  Strappatosi l’armatura di dosso, afferrò la spada e con un sol colpo tagliò una quercia dal diametro di 174 centimetri.

  Mi accorsi che stava distruggendo l’intera foresta, allora, visto che ero diventato un professionista di magie, feci uscire dal mio cilindro un Ippogrifo per andare sulla Luna a recuperare la ragione di Orlando.

  Recuperatala ,io e Orlando entrammo nel cilindro per allontanarci da lì. Quando uscimmo non sapevamo dove fossimo finiti, però non pensammo a questo, ma pensammo solamente a correre perchè avevamo una tribù di indiani alle spalle.

  Ad un certo punto, correndo, incontrammo Angelica e Medoro.

(Segue a pagina 7)

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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it