Io gli dissi:
“Voglio lo sporco delle tue unghie.” Egli si fece una grossa risata e disse:
“Una pulce vuole il mio sporco. Devi essere impazzito, caro mio. Hai fatto uno
sbaglio a venire qui da me e per questo pagherai con la vita. Io ti schiaccerò,
anzi, visto che è ora di colazione, ti mangerò!”.
Allora l’orco
abbassò la mano per prendermi, ma io con un magnifico salto gli accecai gli
occhi e mentre lui gridava: “Aaaaaaahhh!” presi un piccolo ramicello e abilmente
cercai di pulirgli le unghie, che erano davvero sozze; ma lui ancora gridando mi
scioccò
con le manone. Però non mi arresi e di nuovo mi precipitai sulle unghie e, oop,
ce l’avevo fatta: un po’ di quello sporco era mio.
Ma ora l’orco era davvero
infuriato e allora mi misi a correre e a correre e lui dietro di me.
Sembrava
proprio non volersi fermare, fin quando non inciampò in un tronco e così lo
seminai.
Ora avevo anche
lo sporco delle unghie dell’orco Zanf , era il tramonto e avevo tutto il tempo
per consegnare le tre cose al mago Orcone.
Così cercai un
bell’albero e mi ci sdraiai accanto, con Orlando e Angelica svenuti, ma ancora
per poco!.
E così passò
anche la notte e al mattino, aperti gli occhi e intento a cercare il mago...BOOM,
apparve proprio lui che disse: “E allora? dove sono le cose da me richieste?”.
“Eccole, sono qui!”. Le presi con cura e con voce feroce: “E allora, rompi la
maledizione, rompi quest’incantesimo”. “Spera, peperetta-peperetta, spera che
la maledizione si spezzi!”.
Formulò così la
formula magica e piano piano Angelica battè le palpebre e poi anche Orlando le
battè e infine si alzarono.
|