Un giorno di scuola elementare, e precisamente un sabato, una mia amica di nome Giordana, che ha capelli lisci, occhi castani, è alta ed ha la mia stessa età, mi portò una lucertola viva.

  Io pensai di portarla a mio cugino Luca, di quinta, che subito disse: “Questa la metto nel cassetto dell’insegnante d’italiano”.

  Passò un’ora e non si sentì nulla. Ma durante l’ora successiva sentimmo un urlo proprio dalla quinta.

  Corremmo e vedemmo la maestra tutta bianca per la paura e i ragazzi che ridevano a crepapelle.

  Alla fine fummo messi tutti in castigo e ci assegnarono tanti compiti per il giorno dopo.

  Perciò, da quel giorno non facemmo più scherzi di questo tipo; anzi, cercammo di tenere sempre più pulito il cassetto della scrivania.      

Giuseppe Camputaro

 Di testa mia

 Quando ero piccolo facevo sempre tutto di testa mia e quindi, per non ascoltare mia madre, una mattina inciampai e incominciai a rotolare per le scale.

Quando arrivai giù, ebbi prima una bella sgridata e poi mi portarono dal dottore.

  E non fu l’ultima volta, perchè il giorno dopo volevo la vendetta. Presi un martello e incominciai a martellare dove capitava.

  Però, poichè per me il martello era pesante, mi andò a finire sulle dita e a quel punto vidi le stelle e la pietra di marmo si ruppe.

  Quando arrivò mia madre mi diede tante di quelle botte che la mattina dopo mi pareva che le guance non le avevo più.

  Daniel Pennacchio