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 Maggio 1999Scrittori in ErbaN. 1   Pag. 8

Insieme ad Orlando alla ricerca di Angelica...

(segue da pag.7)

  Noi rispondemmo che lo volevamo conoscere di persona. E così le guardie ci accompagnarono davanti al trono di Napoleone, il quale chiese di escogitare un  piano contro i nemici e di aiutarlo nella battaglia di Waterloo.

  Nella battaglia ci furono molti morti e molti feriti, ma alla fine Napoleone vinse; dopo ci lasciò liberi e ci salutò affettuosamente.

  Insieme a noi quattro, c’era anche Orlando, che ci diede un cavallo per ciascuno e si offrì di aiutarci a ritrovare le sedie luccicanti per tornare a casa.

  Mentre le cercavamo, vide luccicare su un albero una scritta: Angelica e Medoro. Camminando, due pitoni si attorcigliarono alle gambe dei cavalli che all’improvviso si infuriarono, facendoci cadere tutti a terra.

  Rialzandoci, vedemmo Angelica e Medoro che si baciavano e all’improvviso sparirono come un lampo. Per tirare su il morale ad Orlando, gli raccontammo una barzelletta: lui rise un po’, ma continuava a pensare ad Angelica.

  Il sole tramontò e all’improvviso cominciò a piovere, così iniziammo a cercare qualche rifugio e vedemmo una vecchia baracca di legno, in cui c’era un vecchietto che si riscaldava vicino al camino.

 

Gli chiedemmo se ci poteva ospitare per una notte e lui acconsentì. La mattina, dopo che ci svegliammo, uscimmo fuori e vedemmo il vecchietto che aggiustava la sua vecchia baracca.

  Ci offrimmo di aiutarlo e mentre stavamo aggiustando la baracca il martello che aveva in mano cadde in testa ad Antonio.

  Il vecchietto, preoccupato, disse: “Vagliò, te fattu malu?”.

  Antonio quasi quasi lo voleva strozzare, ma si trattenne. Dopo un po’ sentimmo un urlo. Era Orlando che aveva visto un albero dove erano incisi i nomi di Angelica e Medoro.

  Così Orlando impazzì e ci tirò il martello in testa a tutti, tranne a Giordana, che fuggì; ma Orlando prese una pietra e con un colpo infallibile la colpì.

  Dopo tre ore Tiziana riprese i sensi e svegliò tutti, tranne Giordana; dopo sei ore, anche lei,  con venti schiaffi e con quattro secchi di acqua fredda, alla fine si svegliò, con le guance rosse come il fuoco, e dietro la testa aveva un bernoccolo lungo circa cinque centimetri e largo circa due.

  Tentammo di scappare senza Orlando ma lui, più furbo, prese il cavallo e ci inseguì. Cercammo di non farci vedere, ma ci vide e così ci disse: “Ascite fore, ‘stì disgraziati!”.

  Così uscimmo fuori dai cespugli e dicemmo: “Che voi? ‘stu scemu ‘e quattu soldi”, e disse: “Scusatemi, non l’ho fatto a posta”. “Va bene, per questa volta ti perdoniamo, ma la prossima volta ti uccideremo. Ora chiedici scusa, ma soprattutto a Giordana, a cui è uscito un bernoccolo di cinque centimetri per due!”.

  Lungo il nostro cammino vedemmo una fontana stregata. (segue a pag.9)

 


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Giornali Scolastici Online - A cura e su progetto del prof. Vittorio Civitilloinfo@giornaliscolastici.it