e gli occhi castani.
Siccome era
ubriaco, cadde e a fatica si rialzò e parcheggiò la sua vespa in un vicolo lungo,
stretto e buio.
Lui ci voleva
offrire un bicchiere di birra, ma noi rifiutammo, così, per evitare altri danni,
ci incamminammo verso il vicolo dove aveva parcheggiato la vespa.
Quando Nicola
andò a prendere la vespa, non riusciva a metterla in moto. Provò ad avviarsi a
motore spento, ma la vespa non camminava.
Noi
ridevamo e lui ci chiese il perchè, ma noi ci guardammo bene dal diglierlo.
Nicola però notò
che le mani di Claudio erano sporche di grasso: capì e iniziò a correrci dietro.
Noi,
impauriti imboccammo il vicolo lungo e buio e riuscimmo a non farci prendere.
Avemmo la
meglio su di lui perchè era ubriaco, ma avemmo veramente paura perchè voleva
picchiarci con una mazza grossa e nodosa.
Quella sera
imparammo la lezione.
Antonio Loffreda |