(Segue da pagina 6)
A Orlando, quando li vide insieme, venne un infarto ed io, assieme ad Angelica e Medoro,
dovemmo portarlo in braccio, con gli indiani alle calcagna.
Ripresi il
cilindro, ci rientrammo dentro e ritornammo a prima che incontrassimo Angelica e
Medoro, quindi prima che venisse l’infarto a Orlando.
Per non farci
scoprire, nel caso che gli indiani fossero ritornati indietro, entrammo in una
tenda e ci travestimmo da indiani.
Questi dopo un
po’ si accorsero che non eravamo più avanti a loro, quindi fecero retromarcia,
ma non ci scoprirono.
Non sapendo
come andarcene da quel posto entrammo di nuovo nel cilindro.
Questa volta,
purtroppo, ci trovammo nella preistoria, con avanti a noi una ferocissima
famiglia di tricorni.
Io e Orlando ci
demmo le condoglianze e, questa volta, non sapendo dove altro poteva mandarci
quel maledetto cilindro, tentammo di distuggerlo.
Prima tentammo
con le forbici, ma il tentativo fallì; dopo con un motosega, ma il tentativo
fallì anche questa volta.
Infine - ed era
la nostra ultima possibilità - una pala meccanica distrusse finalmente quel
maledetto cilindro, e come per magia mi ritrovai nel mio letto, come se fosse
stato tutto un sogno.
Pietro Della Minerva
Christian Fiorillo
Amedeo Fragola
Quirino Pascale
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